Ad affermarlo è il rapporto World Health Statistics 2013 pubblicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Sempre secondo il rapporto, però, il divario si sta si assottigliando ma i miglioramenti non sono così veloci da poter pensare di centrare gli “obiettivi del millennio” fissati per il 2015. I progressi più evidenti sono stati ottenuti per la mortalità infantile. Se nel 1990 la differenza tra il 25% dei Paesi più in salute e il 25% nelle peggiori condizioni era di 171 morti ogni mille abitanti, nel 2011 era sceso a 107, con diversi paesi che sono risaliti molto dal fondo della classifica. La probabilità di un bambino di morire entro cinque anni però rimane 16 volte maggiore nei paesi più poveri. “Gli sforzi intensi di questi anni per raggiungere gli obiettivi hanno chiaramente migliorato la salute della popolazione mondiale – commenta Margaret Chan, direttore generale dell’Oms – ma con meno di mille giorni che mancano alla scadenza è il momento di chiedersi se questi sforzi siano riusciti a fare la differenza”. Il rapporto mette anche in evidenza anche diverse difficoltà soprattutto se si parla di disparità. Più di 800 donne muoiono ogni giorno per complicazioni della gravidanza o del parto, l’80% dei casi di malaria è concentrato in 14 Paesi e il 50% dei Paesi censiti dall’Oms ha accesso a metà dei farmaci essenziali di cui avrebbe bisogno.
(Fonte – AltravoceNews.it – Partnership con IQ)