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Mindfulness e quotidianità: pratica intensiva e benefici a lungo termine! Un’occasione da non perdere, a portata di tutti! Intervista alla Dott.ssa Lucia Carlotta Villa.

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Quasi sempre scontente di tutto, in perenne difficoltà nei rapporti interpersonali e desiderose di raggiungere una condizione di vita migliore, personale e lavorativa, la maggior parte delle persone sentono impellente il desiderio di alleggerire il peso delle situazioni quotidiane. I più comuni disturbi della salute, quelli per intenderci che ci accompagnano giorno dopo giorno, soprattutto alla ripresa delle attività autunnali, vengono comunemente contrastati attraverso interventi improvvisati che poco servono ai fini di un reale miglioramento. Sentiamo il bisogno di cambiare qualcosa, di fare il meglio per noi stessi ma spesso lo stato prolungato di stress e di ansia che ci pervade, in famiglia e fuori, impedisce una reale ripartenza all’insegna di una maggiore serenità.

Abbiamo allora chiesto alla Dott.ssa Lucia Carlotta Villa di introdurci alla Mindfulness e di capire se e quando questa pratica, ormai consolidata nel mondo occidentale, sia realmente in grado di fare la differenza tra il prima e il dopo.

Insegnante Senior di Protocolli MBSR ‘Mindfulness Based Stress Reduction’ per la gestione e riduzione dello stress, la Dott.ssa Lucia Carlotta Villa è formata e certificata presso il Centro Italiano di Studi Mindfulness e ha partecipato al Leader Summit Washington D.C. Da molti anni è facilitatrice e conduttrice di Percorsi MBSR rivolti ad aziende, docenti, dirigenti, gruppi e singoli partecipanti.

Foto artistica di Caterina Cecchi.

Dott.ssa Villa, come possiamo definire al meglio la Mindfulness e i suoi aspetti intrinsechi, spesso sconosciuti alla maggior parte delle persone?

Per avvicinarsi il più possibile al significato della parola mindfulness bisogna fare riferimento alla traduzione inglese di SATI che, nell’antica lingua indiana PALI, significa attenzione consapevole. Secondo la definizione data da Jon Kabat-Zinn, biologo e scrittore statunitense appassionato di discipline orientali, medico e fondatore della ‘Stress Reduction Clinic’ nel Massachusetts, la Mindfulness è ‘la consapevolezza che emerge prestando intenzionalmente attenzione, nel momento presente e in modo non giudicante al dispiegarsi dell’esperienza, momento per momento’. Lontana da un processo di medicalizzazione, la Mindfulness rientra nel concetto di medicina partecipativa, la salutogenesi e può essere considerata un addestramento all’arte di vivere consapevolmente allo scopo di generare salute.

È proprio la consapevolezza che consente di rimanere in contatto con la mente e con il corpo, qui e ora, con l’attenzione vigile rivolta al pensiero che cerca di prendere il sopravvento, alle emozioni che assalgono la persona e ai dolori che disturbano, permettendo in tal modo di vivere momento per momento. La Mindfulness è dunque una forma di meditazione non concettuale, praticabile da tutti a qualsiasi età perché si basa sulla presa di coscienza, sulla consapevolezza delle sensazioni e delle emozioni presenti, sia positive che negative, in tutte le situazioni e nei contesti di vita quotidiana con lo scopo di accettarle senza giudizi e valutazioni.

Quali sono gli effetti positivi che ricadono su tutti coloro che si affidano alla Mindfulness per operare un cambio sostanziale di vita nelle relazioni e nel campo lavorativo in situazioni di forti avversità?

La pratica costante della Mindfulness ha l’obiettivo di giungere ad un livello di maggiore benessere psicofisico attraverso la gestione dello stress, il controllo delle patologie che ne conseguono e la riduzione dei sintomi fisici legati a malattie organiche. Più in generale, la Mindfulness promuove dei cambiamenti nella percezione di sé, nel comportamento e nell’atteggiamento con il quale generalmente si affrontano le situazioni della vita quotidiana. Inoltre, la Mindfulness si rivela efficace nel fornire una spinta motivazionale in più, utile ai lavoratori perché favorisce un incremento di relazioni positive e un migliore approccio all’interno dei gruppi di lavoro, aumenta la resilienza alla fatica psico-fisica e riduce la reattività a fronte di stimoli negativi.

La Mindfulness consente alle persone che la praticano di affrontare al meglio le difficoltà che incontrano nello svolgimento delle loro attività e di utilizzare strategie efficaci per aumentare o mantenere un livello ottimale di competenze professionali. Di non poca importanza, la Mindfulness interviene inoltre nella riduzione dei sintomi classici che si accompagnano al burnout e allo stress da lavoro correlato, pensiamo ad esempio alle cefalee, ai più comuni disturbi del sonno, all’ansia o alla depressione e in genere a tutti i sintomi afferenti alla sfera psicologica.

È possibile gestire e ridurre lo stress attraverso il Protocollo MBSR? Esistono dei programmi di ricerca in merito?

Per consentire la gestione dello stress generato dalle sofferenze continue a cui erano sottoposti, Jon Kabat-Zinn sottopose i pazienti della clinica da lui fondata alla fine degli anni Settanta ad un ciclo di otto incontri secondo il ‘Protocollo MBSR Mindfulness Based Stress Reduction’, da lui elaborato, che prevedeva la pratica attiva di questa disciplina. Al termine del Protocollo osservò nei pazienti un aumento di strategie personali in grado di migliorare la positività dei loro atteggiamenti.

Un programma di ricerca fondato sulla MBSR è stato svolto più recentemente dal Centro di Ricerca Extreme Physiology con l’obiettivo di studiare la risposta psicofisica dell’organismo a condizioni estreme sia negli operatori socio-sanitari impiegati in aree di emergenza che nei medici ed infermieri, preventivamente sottoposti a misurazioni cliniche per valutare lo stato di stress percepito e i disturbi del sonno. La pratica meditativa attiva della Mindfulness, consistente negli otto incontri del ‘Protocollo’ di Jon Kabat-Zinn, ha prodotto una accertata diminuzione dell’ansia e dello stress e una migliore capacità di far fronte a compiti complessi in condizioni sfavorevoli.

Foto artistica di Caterina Cecchi.

Si parla sempre più spesso della correlazione tra la Mindfulness e le neuroscienze. Può per favore chiarire meglio di che cosa si tratta, sia pure in forma essenziale?

La pratica intensiva della Consapevolezza, come indicata dalla Mindfulness, porta sicuri benefici al cervello che gode di cambiamenti plastici duraturi rilevati con certezza dalla Risonanza Magnetica Funzionale. Nello specifico è possibile riscontrare un aumento della densità della materia grigia, soprattutto nella ‘cabina di regia’ della memoria e dell’apprendimento che ha sede nell’ippocampo, l’incremento della dopamina, un neurotrasmettitore che regola il tono dell’umore e una rigenerazione del sistema immunitario. Interessanti sono stati anche gli studi che hanno identificato le regioni cerebrali e le reti neuronali sensibili alla meditazione nonché le loro modificazioni.

Gli studi sin qui portati avanti hanno rilevato che la meditazione praticata in forma intensiva ha prodotto modifiche strutturali e funzionali delle reti cerebrali consentendo di ottenere un miglioramento della capacità attentiva, della regolazione delle emozioni e della consapevolezza. Volendo addentrarsi, pur senza essere esaustivi vista la complessità della materia, si può affermare che i cambiamenti significativi riguardano la corteccia anteriore del cingolo, perno del controllo esecutivo, la corteccia fronto-insulare e della rete di elaborazione cognitiva e la corteccia prefrontale dorso laterale nelle persone con ansia sociale. In definitiva possiamo confermare che la pratica della Mindfulness si associa ad una rappresentazione positiva di sé, ad una maggiore autostima e accettazione, condizioni che migliorano le relazioni del soggetto riducendo le reti delle risposte autoreferenziali che spesso innescano il conflitto sociale.

Infine, nel ringraziarla per le risposte alle domande, chiediamo in particolare in quali settori sarebbe importante introdurre la Mindfulness?

IL Protocollo MBSR, che ricordo essere stato elaborato da Jon Kabat-Zinn e da lui applicato nella ‘Stress Reduction Clinic’, sempre più in uso nelle strutture sanitarie e di accoglienza dei Paesi anglofoni e non solo, si adatta a tutti ma ancor di più a gruppi di persone che operano nel campo socio-assistenziale, al mondo della scuola e della formazione universitaria, alle aziende, agli sportivi, ai caregivers familiari e ad altre categorie con impatto di ‘frontiera’.

Ringraziamenti

La Responsabile della Rubrica quindicinale ‘Percorsi Inclusivi’ e la Redazione di Informazione Quotidiana ringraziano la Dott.ssa Lucia Carlotta Villa per il tempo donato in occasione dell’intervista e Caterina Cecchi per aver messo a disposizione le foto artistiche che accompagnano il presente articolo.

https://www.instagram.com/caterina_fotografando?igsh=dnMyY2p2M2RkY28w

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