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Mozzarella di bufala: no alla cagliata surgelata, sì ad un piano rigoroso di controlli

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bufalaIQ. 20/12/2012 – No alla cagliata surgelata, sì ad un piano rigoroso di controlli e presto un marchio di identità della mozzarella di bufala laziale.

Tutto questo in sintesi i temi della conferenza stampa svoltasi mercoledi 19 Dicembre presso l’Enoteca Regionale Palatium sulla “Valorizzazione dei prodotti bufalini ciociari” alla quale sono intervenuti il Presidente dell’Arsial Erder Mazzocchi, il Consigliere dell’Arsial Mauro Buschini, ed il sindaco di Amaseno Giannantonio Boni.

“La Regione Lazio deve opporsi in maniera ferma al tentativo di introdurre nel disciplinare della mozzarella di bufala campana DOP l’utilizzo della cagliata congelata” ha tuonato Giannantonio Boni, interpretando l’umore dei molti allevatori intervenuti alla conferenza.

“E con la nuova legislatura dobbiamo riproporre in maniera forte il tema dell’identità della mozzarella di bufala della nostra regione”, gli ha fatto eco Mauro Buschini, che vuole ricostruire una propria identità legata ai territori di produzione.

Il tema della necessità di un piano rigoroso di verifica sanitaria è stato richiamato nel corso del dibattito come uno strumento che non solo tutela i consumatori, tanto più quando si è di fronte ad un prodotto tutelato a livello europeo, ma garantisce anche il reddito agli allevatori onesti che lavorano non solo nei piani di qualità, ma che controllano anche scrupolosamente la salute degli animali e quindi delle produzioni.

Richiamato da Mauro Buschini il forte valore “identitario” della mozzarella di bufala per il territorio ciociaro.

 La questione di una certificazione che identifichi e valorizzi la mozzarella di bufala laziale è stata ripresa dal presidente dell’Arsial Mazzocchi, che ha richiamato la positiva esperienza seguita dall’Arsial con la doppia cappatura del pecorino romano che oggi identifica la produzione laziale rispetto a quella sarda, sottolineando come “anche per la mozzarella di bufala deve essere ripreso, con la nuova consigliatura,un progetto concreto per arrivare ad identificare il prodotto della nostra Regione, perché, solo così, – ha proseguito Mazzocchi – le risorse e l’impegno nelle attività promozionali possono tornare utili e proficui ai nostri allevatori”. “Ma per arrivare a questo importante risultato – ha proseguito Mazzocchi – è indispensabile la capacità aggregativa degli allevatori ciociari e laziali che arrivino a supportare organismi unitari in grado di portare avanti anche progetti di autocontrollo capaci di rappresentare in maniera forte alla politica regionale l’istanza del comparto”.

E sul tema della cagliata artificiale Salvatore Rinna, Presidente del Cab, Consorzio Allevatori Bufalini della valle dell’Amaseno, ha lanciato una proposta alternativa al tema della cagliata congelata per aiutare a gestire meglio la produzione lattiera. “Con la destagionalizzazione dei parti – ha dichiarato Rinna – è possibile evitare i picchi produttivi di latte concentrati nei mesi invernali ed evitare così di avere una sovrapproduzione di latte nella stagione autunno-inverno quando il mercato della mozzarella cala le vendite. La destagionalizzazione dei parti permetterà di rispondere in maniera efficace alle esigenze dei consumatori e nel contempo garantire l’autenticità e genuinità della nostra mozzarella di bufala.”

“Tre temi – ha concluso Buschini – l’opposizione alla cagliata congelata, la necessità di controlli rigorosi e la costruzione di un percorso d’identità della mozzarella di bufala su cui continueremo ad impegnarci in futuro lavorando anche per potenziare i compiti e le competenze di Arsial in questo settore.”

 

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