La nuova definizione di museo, ufficializzata a Praga nell’agosto 2022 dall’Assemblea Generale Straordinaria di ICOM – International Council of Museums, avvicina l’istituzione museale alle persone rendendola parte attiva del territorio. La museologia del presente spinge a ripensare, insieme allo studio, alla ricerca e all’educazione, la sostenibilità, la valorizzazione e la gestione delle strutture museali: le funzioni del museo aumentano mettendo il visitatore al centro di ogni offerta culturale. Oltre alle funzioni tradizionali, viene evidenziata l’importanza di una progettualità etica e responsabile strutturata su piani di crescita sostenibile. Quello economico è il primo grado di sostenibilità: solo un museo gestito alla stregua di un’impresa privata può avere piani economici, business model e strategie su target di interesse e su obietti misurabili per tenere fede alla propria mission e alle nuove funzioni soddisfacendo le esigenze di tutti i pubblici.
L’istituzione museale evolve e si relaziona con le nuove esigenze delle persone: le nuove funzioni esaltano il carattere sociale e olistico del museo in quanto offre un servizio pubblico e protegge un pubblico interesse di una comunità, facilitando l’inclusione, la partecipazione, l’accessibilità, la fidelizzazione, la salute e il benessere psicofisico dei visitatori.
I musei sono, tra gli edifici che producono cultura, quelli che hanno un maggior impatto ambientale; di fatto, rimangono in funzione H24. Quasi tutte le strutture museali di recente costruzione hanno assecondato, fin dalla loro genesi, pratiche green che le hanno rese ecocompatibili a impatto zero (o quasi). La vera sfida, però, è quella di ridurre in modo consistente l’impatto di quelli già esistenti: missione non semplice in un Paese come l’Italia dove la maggior parte è inserita all’interno di edifici di rilevanza storica.
In un’ottica come questa, in cui gli obiettivi dichiarati e misurabili diventano punti inamovibili di un museo che si trasforma in azienda a favore delle persone, evidenziando un carattere sociale in quanto offre un servizio pubblico e protegge un pubblico interesse, i mondi digitali, la tecnologia funzionale e l’intelligenza artificiale diventano risorse irrinunciabili al servizio della mission, delle strategie, della comunicazione e della condivisione. Ma se il museo può essere pensato e gestito alla stregua di un’impresa, perché un’impresa non potrebbe diventare museo? In uno scenario connesso alla valorizzazione e alla gestione dei beni materiali e immateriali, il museo d’impresa diventa un luogo sostenibile in cui la cultura imprenditoriale, che ha fatto la fortuna del nostro Paese, viene tutelata e promossa per l’unicità che rappresenta e la storia che racconta.
Gli argomenti della rubrica:
1 settembre 2023
Dalla Convenzione di Faro alla nuova definizione ICOM di Praga. Cosa cambia nella sostenibilità, nella valorizzazione e nella gestione museale.
15 settembre 2023
La sostenibilità economica. La crescita sostenibile inizia dal controllo dei numeri. Business model, fundraising e misurazione dell’impatto economico sul territorio.
1 ottobre 2023
La Responsabilità sociale. Il museo per tutti. Offerte diversificate, Museoterapia e misurazione dell’impatto sociale sul territorio.
15 ottobre 2023
La sostenibilità ambientale. Come ridurre l’impatto dei musei negli edifici storici. Biomuseologia e misurazione dell’impatto ambientale sul territorio.
1 novembre 2023
La sostenibilità olistica. Il museo è piacere, salute e benessere. Piattaforme del benessere esperienziale e misurazione dell’impatto olistico sul territorio.
15 novembre 2023
Musei e innovazione digitale. Tecnologia funzionale, intelligenza artificiale e profilazione dei nuovi pubblici
30 novembre 2023
Musei e percezione visiva. Come cambiano gli allestimenti, la comunicazione interna e la didattica museale nell’ottica del museo inclusivo.
Maurizio Vanni