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Naufragio in Calabria, il governo difende la Guardia Costiera: seguite le regole Ue.

Il vice ministro delle Infrastrutture Rixi e il ministro Salvini: "Nessuno tocchi la Guardia costiera". Le persone disperse sono tra 27 e 47.

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Guardia di Finanza e Guardia Costiera hanno fatto tutto ciò che potevano e dovevano fare nella notte tra sabato 25 e domenica 26 febbraio dopo l’avvistamento da parte di Frontex del caicco che poi si è schiantato un centinaio di metri dalla spiaggia di Steccato di Cutro provocando la morte di almeno 68 vittime? Perché è stata attivata una procedura di polizia di frontiera e non è stato chiamato l’evento Sar di ricerca e soccorso? Ed eventuali mancanze sono penalmente rilevanti?

Mentre la Procura della Repubblica di Crotone cerca di dare una risposta a queste domande, con possibili audizioni in tempi brevi, il governo difende la Guardia costiera “codardamente coinvolta in una squallida battaglia politica” dice Matteo Salvini, dal cui ministero dipende il Corpo.

“Nessuno tocchi la guardia costiera: “le regole di ingaggio le determina l’Europa e sono uguali per tutti i salvataggi”, gli fa eco il viceministro allo stesso dicastero Edoardo Rixi.

Sulle regole di ingaggio, scende in campo anche il leader dei 5 Stelle Giuseppe Conte, chiamato in causa dalla presidente di Azione-Italia Viva in Senato Raffaella Paita che lo accusa di avere “condiviso ed emanato le regole che hanno indebolito l’azione di salvataggio delle persone in mare” a favore delle azioni di polizia.

Secca la replica: “Questa è una tragedia. Il regolamento delle Capitanerie di porto sui soccorsi redatto durante il Conte 2 parla chiaro: le persone vanno salvate”. A scagliarsi contro i “filtri politici posti prima dei soccorsi” è l’ammiraglio Vittorio Alessandro, ex portavoce della Guardia Costiera. Sono questi filtri ad avere cambiato il sistema dei salvataggi, attribuendo “un ruolo più penetrante al Viminale e facendo prevalere il controllo del mare e quello anti-immigrazione”. Trasformazioni, aggiunge, “sicuramente introdotte con i decreti Salvini, ma già dall’epoca del ministro Minniti si è aperto un fronte su questo nuovo andamento delle cose”. Si tiene lontana dalle polemiche, ma invoca un intervento europeo Chiara Cardoletti, rappresentante Unhcr per l’Italia, la Santa Sede e San Marino, sottolineando che il caicco “ha attraversato tre Paesi prima di arrivare in Italia. Bisogna chiedersi come mai nessuno è intervenuto prima”. Già l’intervento. Di che tipo doveva essere?

Quello posto in atto dalla Guardia di finanza è stato di “law enforcement”.

Nessuno ha pensato fosse necessario un intervento di salvataggio, come emerge dai contatti tra Guardia di Finanza e Guardia Costiera dopo la segnalazione di Frontex. La Finanza informa i colleghi che interverranno loro. La Capitaneria allerta comunque le proprie unità in caso di bisogno. Più tardi, alle 3.48, a pochi minuti dallo schianto, le fiamme gialle tornano a contattare la Guardia costiera segnalando, “giusto per notizia”, che stanno rientrando e di non aver individuato il “target” a causa delle condizioni meteo-marine. Il mare, ha detto il comandante della Capitaneria di Crotone, era forza 4 che significa onde alte tra 1,25 e 2,50 metri. “Voi naturalmente non avete nulla, nel caso ci dovessero essere situazioni critiche?”, la richiesta degli uomini delle Fiamme Gialle a cui la Guardia costiera replica: “al momento in mare non abbiamo nulla”.

E in un successivo contatto i finanzieri informano la guardia costiera che l’ultima posizione nota del barcone era quella segnalata da Frontex e che i loro radar non avevano individuato il barcone. Pochi minuti dopo le 4, lo schianto. Adesso anche gli scambi di informazioni tra i due Corpi passano al vaglio della magistratura. Il procuratore Giuseppe Capoccia forse già lunedì, insieme al pm Pasquale Festa, firmerà la delega ai carabinieri per acquisire le carte e dare sostanza al secondo filone di indagine. Quello per chiarire se ci sono state lacune nei soccorsi e se sono penalmente rilevanti. 

Sono tra 27 e 47 le persone ancora disperse del naufragio avvenuto domenica a Steccato di Cutro. E’ quanto emerso nell’ultima riunione del Centro coordinamento soccorsi aperta in Prefettura a Crotone sulla base delle stime delle forze dell’ordine. Le ricerche, coordinate dalla Direzione marittima di Reggio Calabria, proseguiranno ad oltranza per tutto il fine settimana con mezzi aerei, navali, nucleo di sommozzatori e con il personale a terra di Guardia costiera, Questura, carabinieri, Guardia di finanza, Vigili del fuoco e Protezione civile. Le condizioni meteo, in peggioramento, potrebbero rendere difficoltose le ricerche.

ANSA

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