Il presidente Massimo de Meo, durante l’apertura dei lavori della Conferenza Nazionale, ha esordito dicendo che “La scelta di promuovere la Conferenza a Roma non è casuale. Siamo convinti che al Terzo Settore serva rinsaldare un rapporto speciale con Roma Capitale che può candidarsi a diventare a tutti gli effetti anche LA CAPITALE DEL TERZO SETTORE, non solo per la presenza delle principali istituzioni che vigilano e disciplinano questo comparto, ma anche per la presenza in questa fase, del “Tavolo permanente del Partenariato Economico Sociale e Territoriale per l’attuazione del PNRR”, alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, coordinato dal Presidente del CNEL prof Tiziano Treu, al quale rivolgiamo un appassionato appello ad aprire un confronto serrato per verificare tutte le potenzialità di questo comparto per progetti sociali immediatamente ” cantierabili” sul territorio a partire dai Comuni e dalle Regioni. Come anche gli investimenti strategici per la Sanità, la Formazione e per le Energie Rinnovabili, attivando anche un nostro osservatorio con CONFASSOCIAZIONI che ci permetta di capire a che punto siamo e come si possa recuperare, qualora si sia in ritardo in determinati ambiti o progetti. “ Ha concluso de meo affermando che “Tutto ciò è realizzabile costruendo una grande alleanza a partire da Roma tra associazionismo professionale ed associazionismo del terzo settore perché solo a Roma ci sono diecimila tra associazioni professionali, culturali e di terzo settore accomunate prima di tutto da un impegno di tipo volontaristico, e poi dall’impegno oggi ineludibile “a fare rete”.
“I professionisti del Terzo Settore – ha dichiarato il Presidente di CONFASSOCIAZIONI, Angelo DEIANA – con tutto il flusso emotivo e umano che traslano tra una realtà e l’altra sono costantemente in evoluzione. Fare della diversità una normalità è un percorso nobile e fattibile solo se si è uniti, solo se si crede nella forza della rete. E il nostro essere la rete delle reti dove protagonista è il fattore D sottolinea quanto il credere e il mettere in atto l’inclusione possa dare risultati dall’alto spessore umano e professionale”.
L’intervento del dottor Fabrizio Fornezza, sociologo e founder dell’Istituto Research Dogma è stato incentrato sullo scenario della sostenibilità tra pandemia e guerra in Ucraina ed in particolare sugli impatti sul terzo settore” Nella sua relazione ha affermato che lo scenario sociale, con le sue contraddizioni del periodo, esprime una forte domanda di futuro e sostenibilità, che tuttavia per gli italiani ha cambiato fortemente le sue connotazioni in questi ultimi tre anni. Oggi rispondere alla domanda di sostenibilità richiede una superiore capacità di mettere assieme valori etici e concretezza. Questo vale anche il terzo settore e le sue strategie di interazione con gli stakeholder: famiglie, imprese e istituzioni.” Ha proseguito il dottor Fornezza, sottolineando che “Accettando questa sfida il ruolo del terzo settore sul PNRR può andare oltre le classiche tematiche sociali (inclusione, social housing, altro) impattando direttamente le aree core del Piano: gli investimenti in infrastrutture come la scuola, gli ospedali, ma anche le componenti spesso più controverse, come le infrastrutture logistiche o energetiche. Il nuovo compito del Terzo settore, in questo, è saper fornire “software strutturale” agli investimenti (“hardware”) del Piano, ovvero fornire progetti di integrazione sociale che trasformino gli investimenti in reali opportunità di sviluppo a disposizione del paese e delle sue comunità. Un compito che richiede al terzo Settore di dotarsi di nuove competenze e capacità di innovazione, nel pensiero e nell’azione”
L’ultimo intervento della sessione introduttiva è stato della dott.ssa Maria Teresa Giacomazzi, del Gruppo di lavoro” Enti non profit, Terzo settore e associazionismo sportivo”, dell’Istituto Nazionale Tributaristi (INT) che ha analizzato la fase attuativa della Riforma a partire dall’avvio del RUNTS in un momento di difficoltà per il nostro Paese, dove il sociale chiede spazio per dare il suo contributo. La dott.ssa Giacomazzi ha affermato che un registro nazionale unico per tutte le associazioni che compongono il terzo settore è sicuramente un segnale positivo anche se ci sono molte preoccupazioni legate all’accesso al RUNTS, in particolar modo le associazioni più piccole temono aggravi burocratici e di non riuscire da sole a districarsi fra gli aspetti operativi (molte volte senza l’aiuto di un consulente) e con Direttivi che non sempre hanno tenuto conto del cambio generazionale o con Dirigenti a mezzo servizio che portano avanti attività no profit , sentono sulla schiena il peso di questa novità senza conoscerne il prezzo da pagare.
Sicuramente siamo di fronte ad una materia- ha proseguito la tributarista dell’INT- che necessita di chiarimenti, come dimostra anche da ultimo la circolare n. 9 del 21/04/2022 del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, non da meno tutti dovrebbero poter ricevere e contare su una formazione adeguata. Ha sottolineato inoltre che “l’aspetto più’ significativo e che lascia “zoppa” la Riforma sia quello fiscale. Il ritardo del pacchetto fiscale legato alla riforma del terzo settore, non può tardare oltre. L’iter peraltro non sarà breve, dovendo ancora essere presentato in Europa per il via libero definitivo. Non essendoci una indicazione in tal senso, l’operatività di molte organizzazioni è in stallo, mentre sarebbe opportuno accelerare il definitivo ingresso al RUNTS anche per garantire trasparenza. ln questa difficoltà si ritrovano le Onlus che hanno operato fino ad oggi in un regime fiscale di grande favore che se dovessero perdere, si ritroverebbero con un aggravio di costi non da poco, non fosse che sugli adempimenti contabili, per non parlare di alcune Associazioni Sportive Dilettantistiche che potrebbero decidere di iscriversi al RUNTS, con l’attenzione di non perdere di vista il vincolo della devoluzione del patrimonio incrementato in caso si decida di uscire successivamente dal Registro. Infine le ultime considerazioni dell’intervento della Giacomazzi sono state dedicate al tema dell’IVA, sul quale è stato confermato l’impegno comune per seguire questo tema sul quale “ il legislatore per alcune prestazioni ha introdotto l’esenzione iva al posto della non imponibilità e ne ha sospeso l’applicazione fino al 2024. Ed anche questo pesa sulla testa di tutto il no profit”.
Nella prima sessione ha coordinato i lavori la dott.ssa Giuseppina Bonaviri, Vice Presidente Confassociazioni Terzo Settore e Fondazioni ITS, con delega all’inclusione sociale e innovazione, presentando tre situazioni diverse di associazionismo, accomunate dalla collaborazione solidale tra pazienti e volontari, finalizzata al riconoscimento normativo ed istituzionale sia di malattie già considerate “rare”, sia per alcune patologie pur invalidanti ma non ancora riconosciute.In merito alle quali ha anticipato che avvieremo un confronto serrato, prima all’interno e poi con le istituzioni competenti , a livello centrale e regionale, fornendo un supporto tecnico e specialistico oltre che di vicinanza e comunicazione attiva.
Il primo intervento è stato quello di Annalisa Scopinaro, Presidente della Federazione UNIAMO Associazioni malattie rare, cheè la Federazione che rappresenta in Italia le persone con malattia rara, una comunità che ha una numerosità stimata fra i 2 milioni e 200.000 persone e i 3,5 milioni. Ha oltre 165 Associazioni federate, che supporta e tutela. Ha riconoscimento giuridico, è in rete anche con altre realtà del Terzo Settore, facendo parte del Forum III Settore ed essendo entrata anche nel Consiglio Nazionale del Terzo settore.
La Presidente Scopinaro ha riassunto le principali attività per le Associazioni aderenti alla federazione, proprio in relazione al riconoscimento dei LEA, per le quali ha seguito tutto il percorso di raccolta della documentazione, strutturazione e completamento, aiuto nella ricerca della società scientifica di supporto e, dopo che la pratica è stata presentata con i canali istituzionali, ha provveduto a rafforzare la richiesta con un proprio invio parallelo.
Giuseppina Fabio Vice Presidente AISF ODV (Associazione Italiana Sindrome Fibromialgica) ha sottolineato che la Fibromialgia è una malattia invisibile e non riconosciuta e la lotta per riconoscerla e darle dignità dura ormai da molti anni, troppi. Ha auspicato che si superino ostacoli e barriere e intoppi burocratici come il blocco Decreto Tariffe che impedisce l’approvazione dei nuovi Lea in cui rientrerebbe la patologia. A questo scopo la Vicepresidente Fabio ha chiesto il supporto di tutti, in primo luogo di Confassociazioni, affinché si arrivi presto ad una conclusione positiva.
È’ intervenuta di seguito a portare il suo saluto, Cecilia Sinibaldi, Presidente associazione ANNET Associazione Nazionale Nervo Trigemino, ricordando che questa associazione di pazienti, spesso con grandi sofferenze, è impegnata a tutto campo nel sensibilizzare e far conoscere questa patologia “invisibile” e invalidante. Pertanto nel ringraziare Confassociazioni per lo spazio dedicato e per l’attenzione al tema auspica sempre maggiori sinergie a livello istituzionale ed associativo.
Nella seconda sessione si è affrontato il tema delle disabilità ed il lavoro, Il vice presidente Galloni ha coordinato i lavori presentando sinteticamente i soggetti associativi ed imprenditoriali che si sono alternati nell’illustrazione di progetti ed esperienze concrete.
Il primo intervento è stato quello dell’Associazione “Valenze” che – ha sintetizzato il presidente Gabriele Valli- opera per rendere concreto l’inserimento lavorativo dei ragazzi autistici nel mondo del lavoro, ha quindi illustrato il nuovo modello AUTWORK per cambiare la cultura comune sull’autismo nel nostro Paese. A tale scopo per il 2022 ha promosso i due progetti PANAUT (corso di pianificazione) in collaborazione con la Fondazione Gambero Rosso, e AGRIAUT-PESCA (inserimento lavorativo nel mondo ittico).
Barbara Rizzi, Presidente Consorzio Di Valenza l’Impronta Orafa, Vicepresidente di CONFASSOCIAZIONI Luxury e Fashion, ha esordito nel suo intervento dichiarando che “lapartecipazione all’evento realizzato da Confassociazioni Terzo Settore e Fondazioni ITS in collaborazione con CONFASSOCIAZIONI è un momento importante non solo per la crescita professionale ma anche per i rapporti di conoscenza e collaborazione che grazie a questo convegno nasceranno in futuro”. Ha proseguito, ribadendo che la partecipazione del Consorzio del Marchio DIVALENZA al convegno rappresenta un nuovo stimolo e un nuovo trampolino di lancio per condividere idee, esperienze e soluzioni ai problemi della disabilità nell’ottica nell’ingresso nel mondo del lavoro. Infine ha illustrato le linee principali del “SAS Project” con 7 Paesi nell’UE, con fondi europei Erasmus + KA (Artigianato), per la formazione ed inserimento di persone con disabilità intellettiva, nei laboratori orafi. In conclusione, Barbara Rizzi, ha dichiarato “rinnovo la mia stima e la mia fiducia al Presidente di CONFASSOCIAZIONI, dr. Angelo Deiana, alla DG dr.ssa Adriana Apicella e ringrazio il dr. Massimo De Meo e il dr. Stefano Galloni per il supporto al progetto europeo SAS Project e per la fattiva collaborazione con il Consorzio DIVALENZA.”
Marco Marzagalli, presidente dell’impresa sociale Fondazione La Comune ha illustrato l’esperienza del modello abitativo Le Case Comuni, un co-housing innovativo di convivenza fra giovani con disabilità e coetanei normodotati. L’esperienza, in essere da anni, è un modello sostenibile e replicabile, che ha permesso di raggiungere una reale indipendenza a giovani con disabilità, ora anche inseriti nel mondo del lavoro.
Il Dott. Andrea Fontana ha presentato il modello dell’Agenzia Lavoro della Fondazione Roma Litorale mettendo in luce potenzialità e benefici della costruzione di una rete tra interventi riabilitativi e attività occupazionali da svolgere con le aziende e le associazioni sul territorio. Fondamentale la presenza dei tutor e degli strumenti legislativi che consentono alla persona con disabilità di ricevere adeguati sostegni e all’azienda di essere tutelata e accompagnata in un vero processo di integrazione. L’intervento si è concluso con un appello alle istituzioni perché sostengano questo tipo di percorsi di integrazione con ricadute efficaci per la persona disabile, le loro famiglie, le aziende e la comunità.
Daniela Salento, Vice Presidente di CONFASSOCIAZIONI, delegata alla comunicazioneha introdotto la sessione dedicata “Il contributo del terzo settore per l’Emergenza Ucraina” ricordando alcuni dati della Protezione civile: gli ETS, per l’accoglienza ucraina, hanno messo a disposizione oltre 17.000 posti, per la maggior parte nel Sud Italia, a sostegno delle persone in fuga dalla guerra. Per la prima volta è stato riconosciuto un ruolo di primo piano alle organizzazioni non profit per quanto riguarda il coordinamento di attività di accoglienza, valorizzando la loro esperienza e la capacità di fare rete. Ha proseguito inoltre riocrdando che “accoglienza” vuol dire anche “garantire la continuazione della formazione e della crescita scolastica per i giovani profughi ucraini”. Ha evidenziato quindi che ci sono molte iniziative nel mondo universitario e della ricerca, oltre alla testimonianze dei relatori, come quella dell’Università degli Studi di Roma Unitelma Sapienza, che ha siglato due Accordi Internazionali di cooperazione con la Yaroslav Mudryi National Law University di Kharkiv (già attivo da un po’ di tempo), e con la Mariupol State University, siglato un paio di settimane fa, mentre sono in via di definizione le azioni attuative concrete.
Olena Motuzenko, prof. dell’Università di KYIV, visiting professor Università degli Studi Camerino, ha illustrato il progettoIl corridoio accademico Ucraina-Italianelle Università di Camerino e Perugia. Tale progetto è nato, ha ricordato la Prof Motuzenko, per garantire continuità del percorso accademico e prevede non solo strumenti tradizionali per realizzare la mobilità accademica per gli studenti e i professori, ma anche il servizio di consulenza, l’assistenza logistica per l’arrivo in Italia e l’assistenza sociopsicologica. L’Università degli studi di Camerinoè stato tra i primi atenei che ha realizzato il “progetto pilota” di ospitalità per 15 studentesse, 4 visiting professor dell’Università Nazionale di Kyiv «Taras Shevchenko», in collaborazione con le associazioni ETS del territorio. La Cooperativa sociale “Perusia Onlus” ha offerto servizi alle professoresse ucraine e alle loro famiglie in collaborazione con l’Università degli studi di Perugia. Per valorizzare il contributo del Terzo Settore con l’obiettivo di coprogettazione e cooperazione comune per l’emergenza ucraina, ha proposto alla Confederazione CONFASSOCIAZIONI di favorire la partecipazione delle associazioni create dalla comunità ucraina in Italia (per esempio CUM – Comunità ucraina delle Marche) ed ETS ucraine.
Il prof Giorgio Maracchioni, Presidente Fondazione ITS NTV Roma/Pomezia, coordinatore Rete Nazionale delle Fondazioni ITS Nuove Tecnologie della Vita ha illustrato il progetto “AIR – Accoglienza per l’Integrazione e la Ripartenza” che promuove la collaborazione tra docenti, ricercatori, studenti, ed ex studenti per lo sviluppo di attività di ricerca applicata. L’iniziativa si colloca nel contesto di cooperazione internazionale che l’Italia sta realizzando con l’Ucraina ed è funzionale allo sviluppo sociale, culturale ed al rilancio economico che dovrà esserci al termine della guerra. Il progetto intende sostenere la popolazione Ucraina, ed in particolare i giovani, attraverso l’accoglienza, la formazione, l’ideazione di progetti di ricerca, sperimentazione, accompagnamento alla costituzione di imprese. Si prevede una fase di avvio attraverso “Internship program” tra docenti per lo scambio di buone pratiche; destinatari dell’iniziativa sono Docenti e Studenti di nazionalità Ucraina (studenti delle scuole secondarie di secondo grado – 5 anno di corso o equipollente, universitari).
L’ADMI Associazione Dipendenti Ministero dell’Interno and Partners ODV, ha dichiarato il presidente Francesco Saverio Coraggio nel suo intervento, è a disposizione per ogni tipo di iniziativa volta all’inclusione per la difesa del nostro Paese, per tutela della Democrazia e la salvaguardia ed assistenza dei cittadini italiani e popoli in difficoltà, come ha dimostrato anche per l’emergenza Ucraina. Per quanto riguarda il ruolo del Terzo Settore la riforma di questo comparto, secondo l’ADMI, presenta alcune lacune interpretative e parti critiche che dovrebbero essere immediatamente rianalizzate e modificate. La nuova normativa potrebbe danneggiare le piccole e medie realtà poiché sono stati inseriti una serie di adempimenti estremamente complessi, compreso in questa fase l’introduzione generalizzata dal 2024 della Partita IVA, obbligando i Volontari ad una burocrazia esagerata, che distrae le Associazioni dalle loro missioni. Un’ideale soluzione, per realizzare progetti di alto livello, potrebbe essere quella dell’aggregazione delle realtà del Volontariato in un’unica più grande organizzazione, ipotesi questa che comporterebbe la rinuncia ad una parte di autonomia, fattore che verrebbe però compensato dalla costruzione di una Grande Rete di Associazioni, valida, moderna, indispensabile per la realizzazione di grandi progetti.
E’ intervenuta nella sessione Anna Ventrella, Presidente MoVi Lazio; Segretario Generale Confassociazioni Terzo Settore “che ha voluto portare un messaggio, per evidenziare il ruolo dei volontari che si sono prodigati, come sempre, in soccorso dei più fragili, senza sigle e nomi di associazioni di volontariato. Ha sottolineato che “L’impegno prioritario del MoVi è la crescita culturale del volontariato. Il volontariato non ha sigle, né divise di riconoscimento perché quando si tratta di aiutare qualcuno tutti si attivano per farlo. Tanti gli aiuti che il volontariato ha prontamente attivato, non solo a Roma, ma in tutta Italia: dall’accoglienza, alla ricerca di una sistemazione in appartamenti privati, a corsi di italiano, con i mediatori culturali in lingua ucraina. Tanti sono i camion partiti dall’Italia verso i Paesi limitrofi all’Ucraini, dove nostri volontari hanno impiantato dei veri e propri campi di soccorso, in attesa che i corridoi umanitari possano essere sbloccati” Ha concluso ricordando che “esperienze simili sono state fatte nel periodo della pandemiaper solidarietà verso i più fragili, perché, poi, tutto torna, fare volontariato, far del bene agli altri, in fondo fa star bene anche noi.”
A conclusione della sessione è intervenuto ANDREA PAVONE – Presidente Associazione “Cibo a costo Zero” che ha portato il suo saluto ed illustrato brevemente la missione dell’associazione, che oltre ad aver partecipato al progetto Emergenza Ucraina con la Fondazione Roma Litorale, interviene a sostegno alle famiglie in crisi. L’associazione ha ricordato è nata nel 2016, sulla scia del movimento per limitare gli sprechialimentarie per distribuire le eccedenze ed oggi si avvale dell’apporto di una trentina di volontari, persone, che si sono tassate per dare avvio all’opera benefica ed ha stretto rapporti con aziende grandi e piccole che operano nel settore alimentare e che effettuano donazioni. “Con la nostra associazione- ha concluso Pavone- aiutiamo a regalare un sorriso, ogni giorno partono dalla nostra sede circa 25 pacchi alimentari che andranno a dare un sollievo alle famiglie povere e in difficoltà economica, purtroppo divenute in aumento dopo la pandemia.”
Angela Bernardo, Vice Presidente CONFASSOCIAZIONI Terzo Settore e Fondazioni ITS, con delega Housing sociale e Studi sulla Dispersione scolastica., ha introdotto il tema della sessione, evidenziando l’importanza del fenomeno. Ha proseguito sottolineando “nell’ottica dell’aumento consistente della povertà educativa (n particolare nell’ultimo biennio di pandemia) e con effetti di lungo periodo sull’apprendimento, sulla dispersione scolastica e sull’aumento delle disuguaglianze-si inserisce l’attivo e fattivo operato di Confassociazioni Terzo Settore per promuovere efficaci strategie di intervento e modelli virtuosi a partire da alcune esperienze e progetti illustrati dai relatori in questa sede”
Giovanbattista Brunori, Capo redattore RAI TG2, nella sua veste di Presidente dell’Associazione “Il Melograno, Solidarietà Ambiente Cultura” nel suo intervento ha illustrato l’interessante esperienza condotta da anni a Formello che ha visto, grazie anche alla collaborazione del Comune, l’attivazione di un centro di diffusione della cultura come il “Bibliomelograno” gestito da volontari a Formello. Il Presidente Brunori, ha dichiarato infine che la povertà educativa e culturale possono minacciare la democrazia, rendono i cittadini vulnerabili a fake news e complottismi. Occorrono quindi istituzioni ed esperienze associative che promuovano cultura per tutti come quella attivata da volontari a Formello.
E’ intervenuta per l’ APS di secondo livello “La Rete di Tutti” la presidente Laura Pesci e ricordando che la sua Rete, che ha aderito da poco a Confassociazioni Terzo Settore e Fondazioni ITS , è attiva soprattutto nei territori di Velletri-Lariano e si è occupata in prima linea del problema della povertà educativa nei Castelli Romano. In particolare con le sue associazioni ha partecipato anche al recente Patto educativo territoriale in sinergia con le amministrazioni locali, attuando in generale un percorso virtuoso nel territorio. La Presidente Pesci ha infine auspicato, una reale co-progettazione nel Terzo Settore e che i distretti sanitari italiani diano uno spazio per riunirsi ed operare a tutte le Associazioni all’interno di ogni CASA DI COMUNITA’.
Un’altra esperienza molto interessante di progettazione è stata illustrata da Paola Palmerini, Vicepres. Confassociazioni Terzo Settore, per il Management Non Profit, come esempio di una strategia di valorizzazione in un progetto in Lombardia, in zone ad alto contenuto ambientale e turistico tradizionale: una co- progettazione tra pubblico e privato. Sono sati coinvolti in questa esperienza 4 Comuni i, di cui uno capofila, un privato sociale del terzo settore, e università al alto contenuto d’innovazione. L’asse progettuale si fonda sulla valorizzazione dei percorsi di recupero architettonico, ed avvicinamento a territori a vocazione di servizi socio-ambientali , coniugando arte e storia di borghi, aree didattiche ambientali o a vocazione socio-culturale di diversità, immaginando anche un ruolo per ”il turismo lento“ che permette di cogliere la integrazione tra servizi tradizionali disponibili a tutti, e cogliere gli aspetti più valoriali della coesione sociale per più pubblici, indifferentemente dotati. Ha proseguito il suo intervento, sulla base della sua esperienza con Mission Continuity ricordando che “ i progetti non possono che esser costruiti in reti concrete, aperte e guidate da una governance trasparente, e coerente con strategie condivise. E’ importante formare alla gestione di progetti complessi, che sappiano definire le reciproche responsabilità per l’obiettivo comune, come trovare fondi anche nel PNRR), erogazioni liberali, finanziamenti altro per sostenere investimenti, non solo copertura ma anche spese vive. Gli investimenti sono per un futuro e un progresso”. Infine Paola Palmerini ha concluso il suo intervento sottolineando che “La riforma del terzo Settore, favorisce il proprio ripensarsi, e indica e norma due fenomeni fondamentali per il futuro degli enti del Terzo settore e delle competenze su cui dovranno puntare: imprese sociali, reti associative e co-progettazione pubblico –privato. “
Per “Anima Donna ODV” Associazione di Volontariato, di recente costituzione che ha aderito a Confassociaizoni terzo settore, ha relazionato l’avv. Ornella Attisano evidenziando l’azione virtuosa del fare rete ed il ruolo sussidiario del terzo settore per prevenire la povertà culturale e il disagio minorile. “Anima Donna” promuove con questi valori progetti di sensibilizzazione sul territorio e di supporto alle famiglie.
Silvano Mazzantini Vice Presidente CONFASSOCIAZIONI Terzo Settore e Fondazioni ITS, con delega al Volontariato ambientale, che ha coordinato con il Vice Presidente Stefano Galloni la quinta sessione, ha ricordato che la continua riforma del terzo settore si inserisce in un contesto molto delicato, soprattutto ove la si voglia intendere nella sua dimensione attuativa. Il fulcro centrale della riforma è, innanzitutto, culturale e solo successivamente può delinearsi nelle sue diverse accezioni giuridiche e amministrative. Da tale punto di vista, l’art. 55 del CTS costruisce degli strumenti attuativi caratterizzati dall’essere “procedimentalizzati” tra i quali spiccano la co-programmazione e la co-progettazione, che oltre a modalità di interazione tra Amministrazione ed enti del Terzo settore, sul piano amministrativo costituiscono istituti in grado di dare forma giuridica ai connessi partenariati divenendone, così, la principale forma di attuazione in termini di attività partecipata. Non molto si è ancora riflettuto sul ruolo che tali istituti, nel perimetro tracciato dalla legislazione connessa agli interventi finalizzati a dare attuazione al PNRR, possono svolgere. n tale ambito la seconda Missione, denominata Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica, si occupa dei grandi temi dell’agricoltura sostenibile, dell’economia circolare, della transizione energetica, della mobilità sostenibile, dell’efficienza energetica degli edifici, delle risorse idriche e dell’inquinamento, al fine di migliorare la sostenibilità del sistema economico e assicura una transizione equa e inclusiva verso una società a impatto ambientale pari a zero. Da questa prospettiva assume un rilievo di primario interesse l’applicazione degli istituti della co-programmazione e delle co-progettazione alla realizzazione delle comunità energetiche nonché in settori sensibili a causa delle infiltrazioni della criminalità organizzata.
Anche il Vicepresidente Stefano Galloni ha sottolineato che saranno rilevanti per Confassociazioni Terzo Settore temi come la possibile coprogrammazione e coprogettazione di servizi, promossi dalle pubbliche amministrazioni, con ETS e organizzazioni sindacali maggiormente rilevanti, in particolar modo per quelli più sensibili come spiagge e macro strutture confiscate, nelle aree ad alta infiltrazione di malavita organizzata.
In questo contesto è intervenuto Paolo Snidero – Vicepresidente Confassociazioni Terzo Settore con delega al social impact, in particolare sul tema: “Le comunità energetiche e il Terzo settore: quali prospettive? D. lgs. 199/21 e PNRR” focalizzandosi sul “comune denominatore” che unisce Pubbliche Amministrazioni ed Enti del Terzo Settore (ETS) quello della “sostenibilità” di cui si fa riferimento in “AGENDA2030” e la realizzazione di “Comunità Energetiche Rinnovabili” come modello innovativo di PPP, così come previsto dalla Missione 2 del PNRR, dall’art.5 codice degli ETS e Dlgs 199/21 e Dir. EU 2018/2001, finalizzato alla costruzione di architetture di finanza straordinaria in project financing.
Importante e apprezzato l’intervento in presenza di Luca Scarpiello, Nazionale CGIL FP strutture private accreditate, che ha portato il saluto della sigla sindacale di riferimento e offerto una importante panoramica della mission di indirizzo nel Terzo Settore, rappresentando interesse e un futuro approfondimento della tematica centrale della sessione.
La sessione si è conclusa con l’impegno, da parte del Vice Presidente Galloni, alla programmazione di futuri incontri specifici con le OO.SS. e con i ringraziamenti per i saluti istituzionali, giunti dal Responsabile Nazionale Terzo Settore UIL Fpl, Dott. Bartolomeo Perna; della segreteria amministrativa del SIULP provinciale di Roma e della CISL.
Il Cons Renato Loiero, Direttore del Servizio Bilancio del Senato della Repubblica che ha coordinato i lavori della sessione su “l’impatto sul Terzo Settore in Italia delle politiche di coesione ed inclusione sociale del PNRR” ha esordito dichiarando che “L’Italia può essere definita il parnaso del mondo. Tutto si trova in Italia, da Roma al Rinascimento, da Venezia all’umanesimo, dalle spiagge di cobalto del sud alle candide vette dolomitiche. Bisogna esserne orgogliosi, ma anche degni e consapevoli di custodire un simile Patrimonio di unica bellezza. Il terzo settore può essere un catalizzatore delle iniziative per cittadini e territori che richiede di adottare, per la implementazione del PNRR, un approccio di sistema-Paese, utilizzando le possibilità offerte dalle tecnologie digitali per mettere “in rete” la infinita offerta di servizi che le associazioni del terzo settore, diffuse sui territori, possono esprimere oltre che per potenziarne gli aspetti di socialità e sostenibilità del PNRR.” Infine il cons. Loiero ha presentato Giacomo d’Arrigo, autore del libro scritto con Piero David, “NEXT GENERATION EU E PNRR ITALIANO. Analisi, Governance e politiche per la ripresa” (Rubbettino editore 2022)
E’ intervenuto quindi Giacomo D’Arrigo (docente presso l’Università di Messina) che ha iniziato il suo intervento sottolineando che il Next generation EU rappresenta un’inaspettata occasione storica che ha creato le condizioni per una sorta di “momento hamiltoniano” per l’Europa. Cioè si apre una nuova fase per ridefinire un nuovo ruolo da protagonista con governance e modelli moderni adeguati alle sfide future. Infine ha ricordato come lo stesso Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con Delega agi Affari Europei, on E. Amendola, nella sua prefazione al libro ha detto che il PNRR “serve a sanare le ferite economiche della crisi dovute al COVID, ma anche rilanciare la crescita inclusiva del Paese… e gli investimenti sulle giovani generazioni e sul capitale umano… più di 30 miliardi per formazione, asili, scuole, Università, il mondo del lavoro, mettendo così al centro la crescita delle persone ed il loro percorso di vita”
Nell’intervento conclusivo il Presidente de Meo ha dichiarato “sono stati approfonditi vari temi nella giornata di oggi e non solo quelli legati al futuro prossimo del comparto, che sicuramente cambierà con la piena operatività del Registro Nazionale degli Enti del Terzo Settore (RUNTS), architrave della riforma che riordina l’intero mondo dell’associazionismo, delle organizzazioni del volontariato e delle imprese sociali, oltre alle vecchie ONLUS (destinate ad andare in “pensione“), in una parola il mondo del non profit. Un mondo che ha ricordato De Meo- secondo le statistiche ufficiali dell’ISTAT alla data del 31/12/ 2019 (in epoca PreCovid!) registrava 362.634 istituzioni non profit attive in Italia che complessivamente, impiegavano circa 861.919 dipendenti e che mobilitano un numero di volontari, che oscilla tra i 5 e 6 milioni di italiani. Quest’ultimo dato, ha concluso il Presidente di Confassociazioni Terzo Settore e Fondazioni ITS– rappresenta “un elemento fondamentale da tenere in considerazione, poiché rappresenta un importante indicatore della dotazione del cd “capitale sociale” posseduta dal Paese, questo è il vero futuro dell’Italia sul quale vogliamo impegnarci”.