La mano del tempo ha da sempre trascritto il presente, ma una volta finito l’inchiostro e raggiunta la fine della pagina, lo stesso presente è già diventato passato, oppure sarebbe meglio dire storia.
Nella sera del 29 dicembre 2022 si è spento Edson Arantes Do Nascimiento, meglio noto come Pelè. La notizia, purtroppo, era ormai attesa da alcune settimane, da quando la famiglia aveva annunciato la sospensione delle cure chemioterapiche per il trasferimento al reparto di medicina palliativa, una scelta che non allontana la fine ma permette di andarle incontro senza soffrire. Ha atteso la fine del Mondiale per lasciare il mondo che lui stesso ha conquistato per tre volte. Anche i più grandi giocatori della storia spesso hanno una sola occasione per vincere il Mondiale, “Possiamo essere eroi, ma solo per un giorno” direbbe David Bowie. Pelè invece lo è stato per tre giorni: il 29 giungo 1958, il 17 giugno 1962 e il 21 giungo 1970, a questo punto però la parola eroe è riduttiva, Edson è andato oltre ed è diventato leggenda, non solo per uno tre o più giorni, ma ormai per l’eternità.
Nel film sulla stella del calcio, quando nel 1950 il Brasile perdeva la finale del Maracana contro l’Uruguay, il futuro Re aveva solamente nove anni e vedendo il padre piangere promise che avrebbe portato la Coppa Rimet al suo paese. Nel 1958, ancora minorenne, la sua promessa venne mantenuta e con il trascorrere dei minuti giocati iniziava a crescere anche il numero dei suoi gol con la maglia della nazionale, del Santos e del New York Cosmos. La leggenda narra che Pelè abbia superato il traguardo delle 1000 reti in carriera e il titolo di miglior giocatore della storia gli è stato subito affiancato. Non è stato né l’unico, né l’ultimo ad essere definito tale ma non sono queste le circostanze opportune in cui decretare definitivamente chi sia il più grande di tutti i tempi, tuttavia, non ci sono dubbi che il club di giocatori che può competere con lui per questo titolo è molto ristretto. Ognuno dei pretendenti può disporre di alcune argomentazioni valide per poterlo superare: Edson non ha mai giocato in Europa a differenza di Messi e Ronaldo ma l’affermazione internazionale di Pelè giunge dai suoi tre titoli Mondiali già sopracitati. Nei campi da calcio angelici del cielo incontrerà il giocatore della sua epoca che più si è avvicinato alle sue gesta e anche l’artista che più di tutti ha retto il confronto con il Re pur giocando in un periodo successivo al suo: Johan Cruijff che non a caso Gianni Brera soprannominò “il Pelè Bianco”, e Diego Armando Maradona che non ha preso il titolo del Re ma con la sua mano, ma soprattuto con i suoi piedi, è diventato divinità.
Fino alla fine degli anni Ottanta il popolo verdeoro non aveva ancora conosciuto un campione di un altro sport paragonabile a Pelè o a Garrincha: il primo titolo del tris mondiale della pallavolo arrivò nel 2002, e Gustavo Kuerten era diventato numero uno del tennis solo due anni prima. La nazione ha iniziato ad avere caratteri multisportivi dalle Olimpiadi di Atlanta del 1996 quando Torben Grael e Robert Scheidt vinsero degli storici ori nella vela. Al di fuori del campo da calcio solo un uomo aveva ottenuto una popolarità universale; nel 1988 la McLaren portava a vincere il titolo mondiale di Formula 1 un giovane ragazzo brasiliano di nome Ayrton Senna. Saranno 3 i titoli mondiali per il pilota, come 3 sono i Mondiali di Pelè. Il 1° aprile 1994 la Williams del campione ad Imola a causa di un guasto non seguì la traiettoria della curva del Tamburello, accompagnando Senna verso la morte, inaspettata e sconvolgente per il Brasile e per l’intero mondo.
28 anni dopo Edson raggiunge Ayrton, le due icone dello sport brasiliano sono ora riunite.
Quanta storia è cambiata da quel 1950, da Ghiggia al Maracanà fino al ragazzino diventato Re per la terza volta nel 1970 allo stadio Azteca di Città del Messico. Un colpo di testa ad aprire le marcature, e poi i gol di Gèrson, Jairzinho e Carlos Alberto. Anche gli avversari applaudono, la finale persa dagli azzurri di Valcareggi incorona definitivamente il Re che manterrà per sempre la corona forgiata dello stesso materiale della Coppa Rimet anch’essa per sempre legata al nome di Edson Arantes Do Nascimiento.
Bravo, bellissimo ricordo. Pensa che la finale mondiale del ’68 con la Svezia venne trasmessa con altoparlanti a Villa Borghese di Anzio quando a otto anni mi scapicollavo in bici mentre mio padre giocava a tennis e le mamme a canasta…ancora ricordo!