Isernia 30 Agosto 2021 – Lo scenario italiano è sconfortante in merito all’efficienza delle infrastrutture pubbliche e della loro sicurezza. Inefficacia e sprechi sono all’ordine del giorno: ad oggi 640 grandi opere risultano incompiute a cui vanno ad aggiungersene 400 bloccate per motivi burocratico-organizzativi o per contenziosi vari. Il nostro Paese risulta ultimo in Europa per investimenti pubblici con appena l’1,9% del PIL rispetto al 2,8% della media europea. L’Italia soprattutto non ha ancora reso funzionante il catasto delle strade, che permetterebbe di conoscere il numero esatto di gallerie, ponti e viadotti soggetti a preoccupante degrado. Le conseguenze possono riassumersi portando la mente al Ponte Morandi, di cui lo scorso 14 agosto abbiamo ricordato le 43 vittime, ma a 3 anni dal crollo le questioni aperte sono ancora innumerevoli. La mente umana e l’attenzione dirottate su altri temi fanno sì che molte problematiche come questa finiscano nel dimenticatoio. Periferia Italia sottolinea come vi sia un rilevante ritardo infrastrutturale in ed in particolare in alcune zone della Penisola. Le periferie e le aree interne italiane contano più di 24 milioni di abitanti e rappresentano il 60% del territorio nazionale. Le strade che sì snodano in questi territori sono percorse quotidianamente da migliaia di lavoratori e studenti, spesso con notevoli difficoltà. Circa 668 mila km di strade comunali e 135 mila provinciali e regionali sono prive di dati certi: un totale di 803 mila km privi di dati fondamentali per la supervisione ed il monitoraggio della sicurezza delle infrastrutture. Il tutto accade a causa di stratificazioni normative, passaggi di gestione, ma soprattutto vetustà delle opere. Periferia Italia propone la realizzazione ed il monitoraggio di tutte gli interventi su larga scala ed in continuo, contestuale snellimento dell’iter burocratico. Fondamentale sono il recupero e la riattivazione delle strutture abbandonate nelle periferie e nelle aree interne, prevedendo manutenzione ordinaria e straordinaria delle strade interne e provinciali soprattutto nei Comuni al di sotto dei 5 mila abitanti e nei luoghi a rischio frane. Sono necessari pesanti interventi di recupero e di sviluppo, che dovranno essere affidati ad imprese del territorio, in regola con le disposizioni in materia di appalti, lavoro e sicurezza, alle quali verranno riconosciute ulteriori agevolazioni, secondo parametri da definire e priorità per successivi interventi in altre aree interne di zona. Occorre prevedere collegamenti ferroviari ad alta velocità con le stazioni nelle periferie al fine di decongestionare i centri urbani e al tempo stesso trasferire servizi e lavoro. E’ necessario inoltre realizzare nuove tratte autostradali e al tempo stesso manutenzione delle esistenti; necessari anche ampliamenti portuali. Nuovi collegamenti, ma soprattutto sicuri e funzionali, creerebbero le condizioni adatte per quelle realtà imprenditoriali che vogliono investire anche in aree oggi isolate. Nuovi posti di lavoro, legati all’espansione turistica, rilancerebbero l’economia di questi territori dimenticati. Ma prima di tutto dobbiamo concentrare risorse sulla manutenzione di ciò che già esiste, senza attendere ulteriori tragedie. Maggiori investimenti sul sistema infrastrutturale sono la chiave per aumentare la competitività di tutto il territorio, garantendo migliore qualità della vita, aumentare la coesione sociale ed evitare future tragedie.
“Oltre il 50% delle strade italiane necessita di urgente manutenzione
Le proposte di Periferia Italia per evitare nuove tragedie come quella del Ponte Morandi