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PANDEMIA: LA TECNOLOGIA IN AIUTO DEI NUOVI MODI DI ABITARE E LAVORARE.

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Workshop su facility management e tecnologie digitali per gli smart building – Università Bocconi, Osservatorio Smart City

Intervento di Achille Colombo Clerici, presidente di Assoedilizia, all’Osservatorio Smart City dell’Università Bocconi di Milano – Workshop su facility management e tecnologie digitali per gli smart building

PANDEMIA: LA TECNOLOGIA IN AIUTO DEI NUOVI MODI DI ABITARE E LAVORARE 

La domanda immobiliare è in costante cambiamento: la pandemia in corso l’ha enormemente accelerata. Per quanto riguarda gli uffici, ad esempio, si è passati nel giro di pochi anni dalle stanze separate agli open space e quindi al lavoro da remoto, con l’inevitabile coinvolgimento delle abitazioni fino ad oggi considerate luogo sacro alla famiglia e – nella grande maggioranza – tabù per  il lavoro. Lo ha affermato il Presidente di Assoedilizia Achille Colombo Clerici intervenendo al  workshop su facility management e tecnologie digitali per gli smart building, tenutosi ieri nell’ambito dell’Osservatorio Smart City nell’università Bocconi di Milano.  

Foto d’archivio: Il Presidente Assoedilizia Clerici

Colombo Clerici ha così proseguito: “La sensoristica è componente fondamentale per gli smart building:  deve essere capillare e multidevice, la capacità di elaborazione delle informazioni ricevute dai sensori altrettanto, così come la capacità degli impianti di adattarsi rapidamente al grado di occupazione dell’unità immobiliare e delle sue parti comuni. Gli esempi applicativi che si possono fare sono pressoché infiniti: si pensi, ad esempio, alla igienizzazione dell’aria dei locali in funzione del numero delle persone presenti in esso, al miglioramento possibile della convivenza nello stesso stabile con sensori del livello di pressione sonora. Naturalmente i sensori possono rendere più sicuro l’immobile; accendendo ad esempio le luci “a giorno” quando rilevano il transito di una persona, oppure si possono prevedere antenne di rete cellulare ai piani interrati normalmente irraggiungibili dalla rete tradizionale.

“Tutta questa rete di sensori, però, deve essere collegata da un’unica linea, cavo o a onde elettromagnetiche, nella quale in formato digitale si trasmettono le informazioni. Quindi non più il singolo sensore con la sua linea, ma un’unica linea per tutti i sensori in modo da risparmiare anche gli spazi nei cavedi impiantistici, i costi di gestione, e rendere sempre più flessibile la rete consentendo di aggiungere o di modificare i sensori esistenti con una semplice riprogrammazione della centrale di gestione.“In questo modo si favorisce anche l’industriale del mattone poiché potrà, grazie ad edifici sempre più smart, sostenere la richiesta economica degli edifici nuovi e così giustificare il gap di costo rispetto a quelli meno recenti.”

 “Da anni Assoedilizia è impegnata sul fronte della sicurezza degli immobili relativamente all’uso del gas, soprattutto del metano. Ad oggi, non si sono fatti decisivi passi avanti sul fronte della introduzione di adeguate misure, tanto che si susseguono ancora gravissimi episodi di esplosioni, con vittime umane e enormi danni fisici ai manufatti edilizi.  

“Tra le adottande misure pensiamo ad esempio ai sensori da applicarsi all’interno delle unità immobiliari, per segnalare la fuoruscita del gas incombusto, e in tal caso per interrompere automaticamente l’erogazione del gas stesso. Ovviamente il costo di tali installazioni di sicurezza, sia interne alle singole unità, sia nelle parti condominiali, andrebbe addebitato, non al proprietario di casa, ma all’azienda erogatrice, in quanto esercente privatisticamente un’attività commerciale (che un tempo era un pubblico servizio) consistente nella fornitura di un materiale deflagrante ad alto rischio.”

Per concludere un breve accenno a qualche profilo edilizio-urbanistico nella progettazione di nuovi building. Il futuro, come sosteneva anni addietro lo scienziato Umberto Veronesi, ci insegnerà a convivere con il rischio di un virus (speriamo non sia il coronavirus) di tale grado di letalità da poter insidiare la sopravvivenza stessa dell’umanità. Sarà il vero nemico dell’uomo e andrà combattuto con eserciti di medici e con adeguate strutture ed attrezzature pronti alla bisogna. Volendo essere previdenti dovremmo pensare a nuovi modelli architettonici: andrebbero cioè incentivati con misure premiali, nelle nuove grandi costruzioni, standard edilizi, facoltativi e non computabili a fini volumetrici, per la realizzazione di spazi attrezzati a ricoveri ospedalieri, pronti all’occorrenza, gestiti, ai fini delle profilassi, delle diagnosi e delle cure, anche in telemedicina, e per la ricettività di ammalati non gravi o semplicemente di positivi al tampone, pur asintomatici, che debbono tuttavia osservare la quarantena e non possono trascorrerla in famiglia, sicchè oggi finiscono in ospedale.

I lavori sono stati aperti da Edoardo Croci , coordinatore Osservatorio Smart City, GREEN Università Bocconi e da Giuseppe Franco Ferrari,coordinatore Osservatorio Smart City, Dipartimento di Studi Giuridici Angelo Sraffa, Università Bocconi. Secondo i presentatori, le tecnologie digitali rendono possibile una gestione sempre più efficiente degli edifici. Il monitoraggio continuo e la possibilità di raccogliere e analizzare dati sui consumi energetici, sui consumi idrici e sulle componenti che necessitano di manutenzione, consentono di ottimizzare la gestione e ridurre i costi operativi. La pandemia da Covid-19 pone tuttavia nuove sfide nella gestione degli edifici, in particolare per quanto riguarda gli aspetti di ventilazione e circolazione dell’aria connessi a climatizzazione e riscaldamento, la sanificazione degli spazi più frequentati, gli accessi all’edificio e la registrazione delle presenze all’interno dello stesso. Le tecnologie smart possono svolgere un ruolo importante nel gestire anche questi aspetti, resi prioritari dall’emergenza sanitaria all’insegna dell’economia, dell’ambiente, della sicurezza. Inoltre Covid-19 obbligherà alla formazione di nuove figure professionali. Infine un’osservazione: la pandemia è stata meglio contenuta in Paesi (vedi Asia) dove vigono regimi autoritari e altrove in maniera più blanda, ad esempio utilizzando parzialmente l’app Immuni.

Sergio Harari,Direttore Clinica Medica e U.O. di Pneumologia Ospedale San Giuseppe MultiMedica – Università degli Studi Milano, ha messo in guardia dallo sbandierare – anche attraverso i mezzi di informazione – farmaci nuovi e l’arrivo rapido di vaccini: “E’ necessario – ha detto – rispettare regole e procedure onde garantire che ‘arrivare primi’  non porti con sé pericolose conseguenze.” Auspicando una maggiore integrazione tra ospedale e medicina sul territorio, ha affermato essere fondamentale il tracciamento di infetti e focolai con l’app Immuni: concludendo che le scoperte tecniche e mediche effettuate in questi mesi consentonoi, a differenza del periodo più terribile della pandemia, di curare con maggiore efficacia sia i paziente ospedalizzati che quelli a domicilio.

Sono intervenuti quindi, in presenza oppure in collegamento, Pier Giuseppe Biandrino, Direttore Legal e Corporate Affairs, Edison; Angelo Gava, Responsabile Servizi, Enel Italia; Francesco Giffoni, Responsabile unità Gestione Calore, A2A Calore & Servizi; Beatrice Giustinetti, Smart Cities and Carbon Free Manager, ENGIE Italia; Mariantonietta Lisena,Direttore Generale, International Facility Management Association (IFMA) Italia; Maurizio Massanelli,Direttore Marketing & Innovazione, Rekeep; Gianluca Beati,Commercial Area Director, Eco Contract; Massimo Bernardoni, Co-Founder and Director, Airlite. 

Una sessione dell’OSSERVATORIO SMART CITY con Achille Colombo Clerici, Giuseppe Franco Ferrari, Edoardo Croci.

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