L’impronta montiniana sui temi del Vaticano II
COCCOPALMERIO: ANCHE I CRISTIANI NON CATTOLICI POSSONO ACCEDERE AI SACRAMENTI
Sottolineata dall’arcivescovo Celli l’importanza della comunicazione delle parole del Vangelo che deve raggiungere ovunque uomini e donne per curarne le ferite dello spirito
Anche i cristiani non cattolici possono essere ammessi ai sacramenti – in particolare penitenza ed eucarestia – purchè obbediscano a precise condizioni, la più rilevante delle quali è la comunione ecclesiale. La puntualizzazione del cardinale Francesco Coccopalmerio, presidente del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi fatta alla tavola rotonda sull’”Impronta montiniana sui temi del Vaticano Secondo” di Concesio, paese natale di papa Paolo VI, avviene alla vigilia del Sinodo straordinario sulla famiglia voluto da papa Francesco.
Altre condizioni, precisa Coccopalmerio nella relazione su “Aspetti ecumenici del Concilio Vaticano II”: buonafede, grazia santificante, assenza di indifferentismo e scandalo ecclesiologico. Infine, si può derogare per necessità spirituale e conferimento privato ammissibile, ma solo se non c’e’ pericolo di violazione delle riservatezza.
Nell’Auditorium Vittorio Montini presso l’Istituto Paolo VI di Concesio (Brescia,) il pomeriggio montiniano – cui hanno partecipato, con altre personalità, il presidente di Assoedilizia e dell’Istituto Europa Asia Achille Colombo Clerici e il presidente dell’Associazione bresciana della Proprietà Edilizia Ivo Amendolagine, sponsor dell’evento – si è aperto con i saluti di mons. Luciano Monari, vescovo di Brescia e di don Angelo Maffeis, presidente dell’Istituto Paolo VI;
Emilio Fragassa, presidente di Micromegas, ha introdotto il video “Il Concilio Vaticano II” promosso dal Pontificio Consiglio per la Comunicazioni Sociali.
Ed è stata la comunicazione il secondo importante tema dell’incontro, svolto dall’arcivescovo Claudio Maria Celli, presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, con il tema “papa Montini e l’Inter Mirifica”.
Celli ha ricordato che alla vigilia del Concilio del 1962 che ha determinato una svolta epocale della Chiesa, su 9348 temi proposti soltanto 18 riguardavano la comunicazione, che non veniva capita quale elemento strategico di diffusione delle parole del Vangelo “per giungere al cuore degli uomini e delle donne”.
Paolo VI con il documento Inter Mirifica pose nel giusto rilievo tale elemento nel contesto di un mondo in rapido cambiamento, sviluppando e ampliando la via tracciata dal predecessore Giovanni XXIII con l’istituzione della sala stampa vaticana.
Non mancarono forti opposizioni: il documento venne ridotto di due terzi e approvato con il minimo del consenso mai registrato.
Allora non esisteva internet. La comunicazione digitale ha profondamente modificato il nostro modo di vivere (oggi un bambino di 10 anni sta davanti al computer da 3 a 5 ore al giorno) e la Chiesa deve adeguarsi: “La figlioletta di un amico, che si sta preparando alla prima comunione e abituata al linguaggio digitale – ha esemplificato Celli – ha detto che si annoia alle lezioni di catechesi tenute da una brava signora che ripete le stesse cose da decenni”.
E’ necessario quindi adeguarsi: come affermò Paolo VI, anche nella comunicazione siamo stati più saggi che audaci.
La comunicazione vuol dire farsi prossimo, accompagnare ogni individuo nel difficile percorso della vita, come un buon Samaritano. Papa Francesco ha recentemente detto che la Chiesa deve curare le ferite dell’anima come un grande ospedale da campo cura le ferite del corpo.
E la parola del Vangelo, fatta giungere ovunque, usando ogni tecnologia a disposizione, svolge questa funzione.
Don Maurizio Tagliaferri, relatore alla Congregazione delle Cause dei Santi, con “I Santi, fratelli della nostra fatica, partecipi di una comune pesante situazione terrena” ha ricordato che il Concilio Vaticano II non intese proporre una novità nella dottrina, ma seguire il solco della tradizione cristiana. Tutti possono seguire la via della santità. Uno degli esempi più illustri è rappresentato dal cardinale Carlo Maria Martini, che ha segnato spiritualmente il suo tempo.
Moderatore monsignor Gabriele Filippini, Rettore del Seminario Diocesano di Brescia ” Maria Immacolata”.