“E’ una medaglia che vale Oro” ha dichiarato Manuel Bortuzzo dopo il suo bronzo ottenuto all’esordio paralimpico. Ci ha ricordato che in un certo senso, tutti questi podi hanno un valore superiore alla loro effettiva posizione -come per le Olimpiadi- perché ai Giochi ci sono tre vincitori, tre feste per ogni gara. Dieci medaglie in una giornata, alcune inattese, altre forse che potevano avere un colore anche più brillante, fatto sta che il tricolore è al settimo posto nel medagliere dopo appena cinque giornate. Difficile pensare di poter raggiungere le 80 di Roma 1960, ben più alla portata l’obiettivo Tokyo, come era stato per i Giochi Olimpici. 69 medaglie in Giappone, ad ora qui in Francia siamo a quota 28 con ancora sei giornate che assegneranno dei titoli. “Hai un cuore forte come un leone, quindi perché lasciare che la tua voce venga domata?” si legge nel testo di una canzone di Emelie Sandè, una sentenza che rispecchia l’atteggiamento di questi campioni e di tutti gli atleti delle Paralimpiadi. Dal già citato Manuel Bortuzzo che con questa medaglia inizia una sua nuova vita sportiva dopo quel proiettile vagante che lo paralizzò cinque anni fa fuori da un bar a Roma. Passando per Giulia Terzi e Stefano Raimondi, la prima ieri di bronzo e il secondo due volte campione in questi Giochi, che possono festeggiare i loro successi con un figlio nato sei mesi fa. E poi per arrivare a Giulia Ghiretti che ha conquistato la medaglia d’oro alla terza paralimpiade della carriera in una Defense Arena che le ha riservato un tifo da stadio. Ed eccola proprio la caratteristica, che ci auguriamo diventi una bellissima abitudine anche oltre queste Paralimpiadi di Parigi 2024: gli stadi, le arene, le sedi di gare sempre costantemente piene pronte a sostenere ogni atleta francese e non. Per Giulia è sempre stato lo sport la strada tracciata dalla sua vita, fin da piccola quando sognava nella ginnastica e anche dopo la caduta in allenamento al trampolino elastico che le causò una lesione alla colonna vertebrale. E poi sempre ieri, sempre dalle acque azzurre della piscina parigina è arrivato anche l’Oro di Federico Bicelli nei 400 stile libero dove era già campione mondiale. Affetto da una lesione al midollo spinale fin dalla nascita, Federico ha iniziato nel 2009 con il nuoto e nonostante i successi pregressi la sua è la medaglia d’oro più insperata, più sorprendete di questa Paralimpiade in vasca.
Fuori dalla vasca: triathlon arco e atletica
Quella in vasca è stata una giornata da record e non solo per il primato mondiale con annessa medaglia d’oro di Simone Barlaam e l’ennesimo podio di Carlotta Gilli, ma anche perchè è stata impreziosita da altre feste, da altri tricolori che sono stati issati sui podio nel resto di Parigi. Dal centro della città, lì dove riposa Napoleone all’Hotel des Invalides le frecce azzurre del tiro con l’arco sono diventate di bronzo grazie a Paolo Tonon e Dalia Dameno. Si sono attenuate le polemiche sulla balneabilità della Senna, che si erano scatenate anche nel corso di questa manifestazione, e i nostri azzurri ne hanno tratto due argenti nel triathlon con Francesca Tarantello e Veronica Plebani. Ha chiuso la serata infine un secondo posto che forse poteva trasformarsi in un titolo paralimpico senza un minimo errore in partenza. Lo ha ammesso anche il protagonista, Maxcel Amo Manu che ha portato a replicare quanto fatto da Marcell Jacobs nei 100 metri di Tokyo: “Mi dispiace per la partenza, ho rischiato anche di cadere, mi mangio ancora le mani perché volevo e valevo l’oro”. E’ un secondo posto che invoglia il nostro Maxcel a raccogliere il guanto della sfida della Paralimpiade; un argento non gli basta, anzi adesso c’è un nuovo obiettivo da raggiungere, i 200 metri in cui potrebbe arrivare la medaglia d’oro.