L’impressione è che l’amministrazione Obama non voglia accelerare i tempi della risposta, preferendo condurre ulteriori verifiche perché, come sottolinea Hagel, «esistono diversi gradi di certezza nell’intelligence sull’avvenuto uso di armi chimiche». Il sentiero su quale la Casa Bianca si trova a camminare è molto stretto: da un lato c’è il monito del «New York Times» a non ripetere errori di valutazione simili a quelli sulle armi proibite di Saddam Hussein che portarono l’America a invadere l’Iraq nel 2003 e dall’altro c’è il timore che una reazione troppo debole all’uso del sarin possa indurre Assad a ricorrervi in maniera più massiccia nel tentativo di reprimere la rivolta popolare.