I primi passi
Avevo fatto il mio primo ingresso nella Comunità di Via Cassia, ubicata non lontano dall’Ospedale San Pietro e già residenza anziani del Comune di Roma con l’intento di offrire il mio impegno volontario nella conduzione di molteplici attività culturali. Da tempo previsti nei mesi invernali e poi a seguire nel periodo primaverile ed estivo, gli incontri programmati andavano a supportare le richieste di maggiore interesse, destinate ad un nucleo ristretto di persone ormai avanti negli anni.
Mettere a disposizione degli altri la parte migliore delle mie energie, soprattutto incontrare persone di grande esperienza e con una cultura d’altri tempi, uomini e donne ancora attivi e partecipativi, ascoltare le loro storie e affiancare con operosità le loro solitudini significò per me entrare in un campo nuovo, inesplorato fino a quel momento.
Intuii da subito che l’incontro con le difficoltà degli anziani, da non trattare con sufficiente rassegnazione, poteva contribuire in modo efficace e per nulla scontato a trasmettere conoscenze e Valori, preziosi ed irrinunciabili componenti della Vita, anche della mia!
Avevo da poco lasciato le aule scolastiche ubicate all’interno del Policlinico ‘Agostino Gemelli’. La natura delicatissima del mio lungo intervento volontario nell’ambito delle attività allora organizzate da AVoG, Associazione Volontari Gemelli, mi aveva spinta nel tempo a riflettere sugli obiettivi e a diversificare i destinatari del mio impegno.
I reparti pediatrici oncologici, quelli dai quali provenivano i miei piccoli allievi, richiedevano una tenuta psicologica da sostenere nel tempo, anche nei momenti più difficili, purtroppo quelli del non ritorno. Mi dedicai tuttavia ai bambini e ai ragazzi con serenità e convinzione, consapevole che ogni azione, anche solo la mia presenza al loro fianco, li avrebbe aiutati per il recupero, seppure a tempo, di uno spazio di umanità a loro straordinariamente utile.
L’impegno prima di tutto
La relazione con le anziane e gli anziani della Comunità seppe in seguito aggiungere positività ai miei pensieri, un qualcosa di desiderato, capace di proiettarmi in una dimensione matura con un occhio privilegiato per il passato e un ponte per il futuro. Nel corso degli anni a seguire riuscii a condurre laboratori pomeridiani di scrittura e di lettura, anche in lingua straniera, come spesso mi veniva richiesto dal gruppo ospitato all’interno della struttura di accoglienza.
Gli anziani residenti in Comunità si sarebbero presto occupati di allestire un’esposizione di lavori artigianali prodotti con le loro mani. Per tutti fu naturale, in quell’occasione, pensare a me per l’aiuto nella cura, la raccolta e l’allestimento, a lavoro concluso, della mostra delle opere negli ampi spazi esterni. Accettai volentieri l’incarico di affiancare i proponenti nell’organizzare e nel coordinare l’intero percorso che da quel momento prese il nome di ‘Mani Sapienti’.
L’intento primario era quello di puntare sulla creatività artistica e sulle capacità manuali degli ospiti presenti in Comunità. Si trattava inoltre di vivacizzare le azioni e di dare un impulso operativo in grado di far emergere le potenzialità individuali inespresse. Infine, la natura innovativa del percorso di valorizzazione delle abilità personali risiedeva nel far convergere l’impegno individuale verso un obiettivo comune e legare meglio tra loro persone differenti per cultura, lingua e provenienza geografica.
Il gruppo di lavoro, intorno al quale operavo per la preparazione delle opere destinate al percorso ‘Mani Sapienti’, diventava sempre più numeroso con il trascorrere delle settimane. I laboratori di pittura, ceramica e cucito, i più folti di partecipanti, prendevano via via forma concreta e l’operosità degli ospiti si esprimeva con una molteplicità di forme, ogni volta da apprezzare ed incoraggiare.
I racconti di Vita
Spesso mi trattenevo oltre l’orario previsto dalla tabella di marcia per non perdermi, tassello dopo tassello, le tappe della lunga ed articolata esistenza delle ospiti e degli ospiti. La storia della loro vita, che quasi sempre affiancava il lavoro quotidiano generando un’inevitabile empatia tra i componenti era affascinante, pur se caratterizzata da resoconti di difficoltà economiche e problemi familiari.
La descrizione dei luoghi e dei fatti narrati, che a me giungevano da lontano nel tempo come circondati da fantastici odori e colori, rendeva piacevole la mia permanenza in comunità senza per questo trascurare di dare voce e spazio ad ogni racconto spontaneo, anche proveniente dai numerosi altri partecipanti presenti nei gruppi collaterali di lavoro.
Tenevo ogni volta un approccio positivo e costruttivo regalando ad ognuno dei miei interlocutori serene considerazioni nella speranza di rendere lieve il ricordo. Incoraggiavo la spontanea esternazione dei pensieri affiancando ai loro preziosi racconti la descrizione della mia persona: esperienze e sensazioni, opinioni e considerazioni si fondevano allora secondo un processo naturale.
Assorbivo l’essenza di ogni storia, talvolta turbata dalle difficili relazioni familiari che mi venivano descritte e dalle conseguenti solitudini che emergevano, con qualche dolorosa insistenza, nei racconti. Soprattutto, mi dissi che il grande patrimonio di sapienza e conoscenze, di cui erano depositari le anziane e gli anziani ospiti, doveva superare quanto prima le pareti della Comunità per raggiungere un gran numero di persone all’esterno, anche giovani e giovanissimi.
L’incontro con gli alunni delle scuole secondarie di primo grado
Mi adoperai dunque affinché il Percorso ‘Mani Sapienti’, che gradatamente prendeva corpo con sempre maggiore vigore, avesse la risonanza che meritava. Come prima cosa coinvolsi i colleghi ed invitai gli anziani, volontariamente, a recarsi nelle aule della mia scuola di servizio, l’I.C. ‘Via Baccano’, ubicata in una traversa di Via delle Galline Bianche a Prima Porta per raccontare le esperienze più belle legate al loro lavoro.
L’incontro ripetuto con i miei giovani allievi, la trasmissione delle esperienze e il racconto, sempre divertente, dei trucchi del mestiere, raccolse il plauso del mio Dirigente Scolastico e l’entusiastico consenso dei genitori che compresero ed apprezzarono l’alto valore educativo che rivestiva lo scambio intergenerazionale proposto.
A primavera inoltrata, termine ultimo per l’allestimento della mostra, gli ampi tavoli di legno disposti in un’area riservata del parco che circondava l’edificio, ospitarono i numerosi oggetti artigianali prodotti nel corso dei mesi, preferibilmente tessuti intrecciati, ricami e capi di lana o cotone ma anche opere di pittura su tela, artigianato in legno e splendidi esempi di lavori di legatoria e intarsio.
L’entusiasmo collettivo che consentì di portare a termine il Percorso ‘Mani Sapienti ‘trovò ampio e duraturo riscontro tra tutti i componenti, soprattutto i più convinti sostenitori dell’importanza di sostituire tensioni e negatività con un dialogo positivo e costruttivo, da conservare gelosamente nel tempo.
L’esperienza di volontariato ha lasciato in me indelebili ricordi e un numero infinito di pensieri positivi che ad oggi restano fissati per sempre nella mia memoria. Consapevole di aver affiancato con delicatezza e rispetto le difficoltà delle anziane e degli anziani della Comunità sulla Via Cassia, semplicemente, nel tempo e senza atti eroici, ero riuscita ad entrare nei vissuti di ciascuno di loro offrendo tempo ed attenzioni per ascoltare, sorridere e sperare.
I Edizione del ‘Testimone del Volontariato Italia’
L’azione di Volontariato della scrivente Rosaria Brocato, espressa nel testo ‘Mani Sapienti’, ha ottenuto un riconoscimento di partecipazione nel corso di un evento svoltosi nella Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani presso il Senato della Repubblica il 24 ottobre 2019 su iniziativa della Senatrice Paola Binetti e in collaborazione con FIABA Onlus e ‘Il Testimone del Volontariato Italia’.
L’iniziativa, creata allo scopo di investire energie nella promozione, emulazione e sostegno delle azioni volontarie a favore della ‘crescita umana’ del territorio prevede annualmente l’assegnazione di un riconoscimento ogni volta assegnato ad una Associazione di Volontariato oppure ad un singolo Volontario.