di Pietro Bardoscia
IQ. 13/08/2013 – Peggiora la situazione del recapito della corrispondenza in tutta Italia.
Con punte drammatiche nel Lazio, in Lombardia, Piemonte e Campania. Nella Capitale, la corrispondenza in giacenza presso il centro di smistamento di Fiumicino ammonta a circa 5 milioni di lettere, cui si aggiungono 140 mila raccomandate.
Questa la denuncia della Uil di Roma e del Lazio che aveva già lanciato l’allarme lo scorso mese, quando ai tagli e ai prepensionamenti effettuati da Poste Italiane su scala nazionale, si erano aggiunte le assenze per ferie di molti dipendenti e l’accorpamento delle zone di recapito. Il piano aziendale infatti prevede, entro il 7 ottobre 2013, il taglio di circa 6.000 portalettere, 4.600 zone di recapito e 1.407 centri di meccanizzazione postale, grazie a un accordo siglato con tutte le confederazioni sindacali, tranne la UIL che, di contro, ha proclamato lo sciopero delle prestazioni straordinarie e aggiuntive in tutta Italia, anche se con date differenti. Nel Lazio, i portalettere aderenti alla UIL si asterranno per tutto il mese di agosto per protestare contro una politica aziendale che porterà entro ottobre al taglio di 500 postini a livello regionale e all’accorpamento delle zone di recapito che passeranno da 2.914 a 2.547 (a Roma dalle attuali 1.952 a 1.694).
“Uno sciopero necessario per dare visibilità a una situazione che l’azienda sta tenendo nascosta e che non a caso è stata avviata nei mesi estivi – commenta Stefano Angelini, segretario regionale Uil Poste Lazio – Con la drastica riduzione dei portalettere e l’allungamento delle zone diventa impossibile consegnare tutta la corrispondenza, i carichi di lavoro sono diventati insostenibili, tanto che la posta rimane in giacenza per giorni o inviata altrove, con gravi disagi per gli utenti che continuano ad affollare gli uffici di zona, protestando per la corrispondenza non recapitata”.
Situazione particolarmente critica a Roma, presso l’ufficio di piazza Bologna, dove viene concentrata buona parte della corrispondenza a firma (raccomandate, atti giudiziari, notifiche) non recapitata. Negli ultimi giorni è stato necessario più volte l’intervento delle forze dell’ordine per mantenere la calma. Non va meglio negli altri quartieri della Capitale: Torre Gaia, Casilina, Montesacro, Boccea, Selva Candida e Casalotti non ricevono la corrispondenza da oltre 20 giorni. Particolari disagi si registrano anche a Bravetta e Primavalle, quartieri in cui sono state accorpate 24 zone di recapito e mancano attualmente 25 postini. Niente posta ai Castelli romani da circa un mese e a Ostia le raccomandate in giacenza sono arrivate a quota 5 mila.
Nel Viterbese la corrispondenza non viene recapitata da oltre 20 giorni, con forti proteste da parte dei cittadini e anche degli amministratori locali. Il sindaco di Vignanello ha lanciato un appello ai colleghi del territorio per chiedere congiuntamente un incontro con i rappresentanti di Poste Italiane.
A Latina si registrano forti problemi con Acqua Latina, società di gestione idrica, che non riesce a far recapitare le bollette. Criticità simili nella Capitale con Equitalia e Ama.
“Una situazione drammatica e purtroppo prevedibile – commenta il segretario generale della Uil Roma e Lazio, Pierpaolo Bombardieri – che sta creando fortissimi disagi alla cittadinanza, penalizzata da una politica scellerata che Poste Italiane sta mettendo in atto ai danni dei lavoratori, nonostante un utile di 1032 milioni di euro dichiarato nel 2012. Circa 5 milioni di lettere in giacenza a Fiumicino, nel mese di agosto in cui solitamente si registra un calo di lavoro, significa che siamo oramai allo sbando e bisogna intervenire subito per evitare la crisi totale del sistema”.
Proteste animate anche nel Casertano, dove – raccontano dalla Uil Campania – non si riescono a smaltire gli atti giudiziari, la corrispondenza a firma e i pacchi fino a tre chili di peso che pertanto rimangono in giacenza da giorni presso i centri di smistamento. Tanto che a Santa Maria Capua Vetere i cittadini sono scesi in piazza per denunciare pubblicamente i disagi subiti.
In Campania i tagli riguarderanno 385 zone di recapito, di cui 210 a Napoli, 67 a Salerno, 24 a Benevento, 23 ad Avellino e 61 a Caserta.
Situazione particolarmente critica anche in Lombardia, dove i tagli riguarderanno 712 portalettere, di cui 68 soltanto a Milano città e 100 nella sua provincia, 65 zone di recapito accorpate tra Monza e Brianza, 18 postini in meno a Lodi, città che insieme al capoluogo registra al momento il maggior numero di posta in giacenza.
La provincia di Cremona non riceve la corrispondenza da circa un mese, a causa dei tagli di 32 portalettere e di 9 zone di recapito. “In alcuni quartieri – afferma il segretario generale di Uil Poste Lombardia, Nino Alesci – come quello di Offanengo non sono serviti da oltre 30 giorni, con conseguenti reazioni dei cittadini e anche dei sindaci di Soncino (CR) e Credena Rubbiano (CR) che hanno unito la loro voce ai lavoratori e al sindacato”. La provincia di Pavia perde 72 zone di recapito, con particolari criticità a Vigevano, la provincia di Bergamo 56 e Varese 48. A Brescia sono 162 i posti di lavoro persi in questi ultimi due mesi, con un taglio di 78 zone di recapito.
A Catanzaro, dove le cassette della posta sono vuote da tre settimane, il primo cittadino è sceso in campo a fianco dei suoi cittadini che lamentano problemi con la riscossione della pensione, a causa di avvisi mai recapitati.
E’ iniziato lunedì 29 luglio lo sciopero delle prestazioni in Piemonte, dove i tagli riguarderanno 348 portalettere di cui 158 solo a Torino. La provincia di Alessandria perderà 39 postini, Cuneo 56, Asti 14, Biella 24, Novara 29, Verbania 13 e Vercelli 15. Oltre la chiusura di 55 centri di meccanizzazione postale in provincia di Torino, 12 a Cuneo e 87 in provincia di Novara. Proprio Novara è al centro delle cronache locali in questi ultimi giorni per il cosiddetto caso Tares. Ovvero le bollette per la riscossione della tassa sui rifiuti, spedite dal Comune circa un mese fa, e mai arrivate a destinazione, nonostante la scadenza per il pagamento fosse entro il 31 luglio. Tanto che il Comune sta valutando la possibilità di prevedere agevolazioni per evitare il pagamento di eventuali more da parte dei cittadini.