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Prepariamoci alle alluvioni lampo

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 Gli americani le chiamano così, ma non sono altro che le alluvioni lampo che sovente in questa stagione colpiscono anche l’Italia, provocando danni ingenti e purtroppo anche vittime, come la cronaca recente degli ultimi anni ci insegna (Palermo Crotone nel 2020, Matera nel 2019, Cinque Terre nel 2011, solo per citare qualche esempio non troppo lontano nel tempo).

Il termine alluvione-lampo è diverso da quello di alluvione classica e viene usato per indicare un evento meteo estremo che si verifica a seguito di intensi temporali associati a nubifragi in lento movimento o anche stazionari su piccoli bacini idrici, fiumi, torrenti e perfino ruscelli che prima della pioggia possono essere anche completamente secchi.
Si tratta di un fenomeno molto pericoloso in quanto l’intensità della pioggia è davvero elevata: in un’ora possono accumularsi anche le precipitazioni che normalmente cadrebbero nell’arco di 3 mesi. La durata dell’evento è spesso breve, nell’ordine di qualche ora al massimo e per questo motivo si configura come uno degli eventi più estremi, sia per la violenza stessa dei fenomeni associati, sia perché non concede tempo sufficiente per allertare la popolazione interessata.
Analizzando la storia climatologica del nostro Paese sappiamo che i I rischi maggiori si corrono dopo un’ondata di caldo intensa, in quanto nei bassi strati dell’atmosfera ristagnano ingenti quantità di umidità e calore. Successivamente, al primo refolo fresco e instabile in quota (solitamente in discesa dal Nord Europa), i moti convettivi (aria calda che sale) favoriscono la genesi di temporali particolarmente violenti, con elevato rischio di grandinate e in alcuni casi, più rari, anche di trombe d’aria.

Ed è proprio quello che ci aspettiamo nel corso del prossimo weekend, in particolare domenica 4 luglio, quando una vasta depressione atlantica si allungherà verso l’Italia, richiamando aria fresca e instabile di origine polare marittima in quota, la quale riuscirà a scalfire la cupola anticiclonica, a partire dalle regioni di Nordovest.
Occhi puntati in particolare sui settori alpini e prealpini dove sono attese precipitazioni a carattere di nubifragio in grado di scaricare al suolo ingenti quantità d’acqua: fino ad oltre 100 mm in pochissimo tempo. Ecco quindi che il pericolo di alluvioni lampo potrebbe concretizzarsi specie sulle aste fluviali e torrentizie minori dapprima delle nostre vallate alpine in estensione poi anche alle vicine pianure di Piemonte, LombardiaVeneto e Friuli Venezia Giulia.

Tutto ciò, prima di una nuova ondata di calore: da lunedì 5 luglio, i nostri modelli sul medio-lungo termine, mettono in evidenza infatti una possibile e progressiva espansione dell’alta pressione subtropicale e, quindi, una sua nuova conquista di gran parte del nostro Paese, con tempo dunque generalmente più asciutto e soleggiato, ma soprattutto con temperature di nuovo in forte aumento, con tendenza a un nuovo boom di caldo per tutti.

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