Il rallentamento dell’inflazione è in gran parte imputabile alle componenti più volatili, come i beni energetici e gli alimentari freschi, al netto dei quali la crescita tendenziale dell’indice dei prezzi al consumo (inflazione di fondo) resta stazionaria all’1,2%.
Significativi rallentamenti tendenziali si rilevano per Beni energetici, Alimentari non lavorati, Servizi relativi alle comunicazioni. Per questi tre comparti i prezzi hanno registrato diminuzioni congiunturali rispettivamente pari a -1,3%, -0,8% e -4,4%.
L’inflazione acquisita per il 2013 scende all’1,2% dall’1,3% di settembre.
Al netto dei soli beni energetici, il tasso di crescita tendenziale dell’indice dei prezzi al consumo si porta all’1,1% (dall’1,3% del mese precedente).
Rispetto a ottobre 2012, il tasso di crescita dei prezzi dei beni scende allo 0,1%, dallo 0,4% di settembre, e quello dei prezzi dei servizi si porta all’1,3% (era +1,5% nel mese precedente. Pertanto, il differenziale inflazionistico tra servizi e beni si amplia di un decimo di punto percentuale rispetto a settembre 2013.
I prezzi dei prodotti ad alta frequenza di acquisto diminuiscono dello 0,3% su base mensile e crescono dello 0,7% su base annua, in rallentamento di tre decimi di punto rispetto a settembre (+1,0%).
Secondo le stime preliminari, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) non varia su base mensile e aumenta dello 0,7% nei confronti di ottobre 2012, con una decelerazione di due decimi di punto percentuale rispetto a settembre (+0,9%).