di Gianluca Colasanti
IQ. 09/12/2013 – Le primarie del Partito Democratico arrivano al loro epilogo nel modo che tutti in Italia ci aspettavamo. Matteo Renzi infatti con il 68% circa dei consensi, batte Cuperlo(18%) e Civati(14%) e diventa il nuovo Segretario del Partito Democratico. Questo dato a dir poco netto, è da considerare però sotto due punti di vista tanto differenti quanto collegati.
Il primo è proprio l’aspetto che riguarda in prima persona il Sindaco di Firenze, che grazie alla prospettiva del cambiamento offerta in campagna elettorale e soprattutto ad una innegabile abilità mediatica riesce a vincere in queste primarie aperte, aumentando di ben 20 punti percentuali quelli che erano stati i propri consensi all’interno dei circoli del PD.
L’altro aspetto da tenere in considerazione dopo queste consultazioni è il 18% raccolto da Gianni Cuperlo, considerato dai più il principale sfidante di Renzi in questo confronto democratico. Questo dato rappresenta in maniera inequivocabile la voglia di una grandissima parte dell’elettorato di centrosinistra di chiudere con un gruppo dirigente troppo legato ad un passato da archiviare. Simbolo di questo passato recente è sicuramente Massimo D’Alema, primo sostenitore di Cuperlo e principale oggetto delle critiche mosse alla candidatura del presidente del centro studi del PD. Questo un po’ per evidenziare un dato elettorale forse troppo ingeneroso con il povero Cuperlo, che esce sconfitto in questa misura pagando colpe non sue, accumulate dai suoi primi sostenitori in 20 anni di continue delusioni ed alleanze con tecnici e decaduti.
Non a caso un candidato non certamente di apparato come Pippo Civati raccoglie solo il 4% in meno di Cuperlo su scala nazionale, andando addirittura a batterlo in molte regioni del nord. Infatti in Lombardia, Trentino, Marche, Piemonte, Val D’Aosta e Veneto il deputato monzese arriva secondo e batte Cuperlo, confermando con migliaia di voti a suo favore che una buona parte dell’Italia vuole che sia lui la vera alternativa di sinistra al trionfatore Matteo Renzi.
Ultimo aspetto da analizzare della giornata di ieri è il sorprendente dato sull’affluenza che si avvicina molto ai tre milioni di partecipanti che molti esponenti politici del PD definiscono una grande vittoria per la democrazia che dimostra al paese intero come la partecipazione politica sia ancora un sentimento vivo, una voglia di esserci anche in momenti difficili come questo.