I parlamentari repubblicani salutano con un ruggito il passaggio «sul grande, grande muro» e con un boato ancora più forte le parole sulla «necessità» di smantellare l’Obamacare, la riforma sanitaria. Ma per il resto l’atteso primo discorso di Donald Trump davanti al Congresso in plenaria non ha apportato alcuna sostanziale correzione al quadro politico. Il presidente ha semplicemente moderato i toni, non ha insultato i media o i giudici e nemmeno gli avversari politici. In compenso si è tenuto alla larga dalla questione più scivolosa, la relazione con la Russia e il suo rapporto con Vladimir Putin. Lo «speech» di questa notte, sostitutivo del tradizionale Discorso sull’Unione, è comunque un documento interessante, perché sistematizza e mette ordine nella dottrina Trump.