Verso le 19.00 si sono rotte le acque ed è iniziato il travaglio del parto, ma è stata una cosa lunga che mi ha tenuta in piedi fino alle quattro della mattina, quando finalmente, dopo che il dottore aveva fatto preparare la sala parto per un taglio cesareo, improvvisamente e con la spinta giusta Gaia ha visto la luce….ma questa volta non ero in sala parto con mia figlia, il dottore ha voluto che restasse suo marito Luca.
Devo dire che l’altra volta, per la nascita di Lauretta è stata una cosa totalmente diversa, il padre di mia nipote mi aveva ceduto il posto gia durante il travaglio e al momento della nascita, in sala parto c’eravamo solo io, mia figlia e l’ostetrica, pertanto ho avuto l’onore di tagliare il cordone ombelicale della bimba, una sensazione indescrivibile amici miei, non so a quante di voi nonne che state leggendo è capitato, ma io se chiudo gli occhi, ricordo ancora perfettamente le forbici che stringevo tra le mani e……tutto il resto.
Diciamo che divenire nonni la prima volta è un’esperienza unica come diventare genitori, ci si trova in situazioni nuove ogni volta, ma questo non toglie la felicità che ho provato anche alla nascita di Gaia, anche perchè lei è una bimba dolcissima con uno sguardo tenero e poi gia dice una marea di paroline in “bambinese” e si fa capire benissimo, insomma buon sangue non mente, certo le mie nipotine non hanno molta somiglianza con me, però a lingua stanno messe bene entrambe, quelli sono i geni di “nonna ciona” e chi mi conosce tra voi sa bene che difficilmente sto zitta.
Eppure cari dolcissimi colleghi nonni potete credermi se vi scrivo che insegno ogni giorno una cosa fondamentale alle mie due nipotine: SAPER ASCOLTARE.
Molte volte devo ammettere che parlo troppo e, come dico sempre io, mi do fastidio da sola…..ma da piccola le mie nonne mi ripetevano spesso che dovevo imparare prima di tutto ad ascoltare, io ricordo che lo facevo, anzi ero incantata dai loro racconti o dalle loro fiabe, poi però crescendo ho iniziato a parlare sempre di più……riconosco che qualche volta potrei e dovrei stare zitta, ma non ci riesco e poi, ogni volta che lo faccio sapete cosa mi succede? Il mio interlocutore mi chiede come mai non parlo e si preoccupa per la mia salute, pensando che sto male, eh si perchè secondo gli altri, si sta zitti solo se si è malati…
Ma non è cosi, a volte stiamo zitti per evitare di creare confusione, magari durante una discussione con i toni forti, oppure lo facciamo per non disturbare chi sta dormendo, io però sto zitta mentre scrivo, su questo non ci sono dubbi anzi, ora vi lascio al vostro lavoro altrimenti faccio arrabbiare anche il capo….che ieri si è completamente dimenticato di pubblicare la mia rubrica…..maschilista!
Scherzo cari colleghi nonni, il nostro direttore sa farsi perdonare (anche se non vorrei essere al<posto della moglie, sempre maschilista rimane) vado a preparare le torte che mi sono state richieste per il compleanno di Gaia.
Tanti auguri mio piccolo grande amore.
nonna ciona