Non ci saremo noi italiani al Mondiale in Qatar, e ci stiamo purtroppo facendo l’abitudine. Abbiamo vissuto altre gioie calcistiche in questi mesi; il Milan ha vinto lo scudetto, l’Inter la Coppa Italia, la Roma la Conference League e se vogliamo anche la Nazionale ha festeggiato la qualificazione alla fase finale di Nations League, anche se l’atmosfera a Coverciano non ha nulla di associabile ad una festa. Ci siamo distratti anche con altri sport e in quel caso si che è stata una festa con la nazionale di pallavolo e con Pecco Bagnaia entrambi campioni del mondo. Ora, tuttavia, la triste realtà che abbiamo cercato di dimenticare da Marzo torna prepotentemente a ricordarci che in una sera primaverile al Renzo Barbera di Palermo, un gol di Trajkovski che spesso aveva fatto esultare quello stadio con la maglia rosanero, ci ha condannato a guardare il Mondiale in Qatar dalla televisione, come avevamo visto da lontano l’edizione in Russia. L’unica differenza il periodo dell’anno: nel 2018 si giocava nella canonica stagione estiva a cavallo tra giugno e luglio, questa volta la Coppa del mondo verrà alzata al cielo di Doha a dicembre. Sarebbe stato bello vivere l’emozione di un Mondiale invernale e aspirare a portare il trofeo sotto l’albero di Natale. Come se non bastasse a farci scontrare con la triste realtà ci sarà l’assenza del campionato e quindi non ci resta che seguire questa competizione che ormai da troppo tempo non ci vede partecipi. Gli U2 nel 1987 cantavano “I can live with or without you”, ma nello stesso testo il frontman Bono Vox afferma anche “I’ll wait for you”, ed ecco che in questo periodo viene in mente la triste storia della nazionale anche ascoltando queste leggende della musica. La aspetteremo la nostra Nazionale, come la abbiamo aspettata dopo la sconfitta contro la Svezia, e lei ci ha ripagato la favola dell’Europeo. Ora dobbiamo solamente convincerci di poter tifare anche senza di lei, almeno fino al termine del Mondiale dove ognuno di noi potrà scegliere la sua preferita magari supportando i giocatori della propria squadra del cuore (Polonia, Serbia, Argentina, Portogallo, Belgio, Olanda sono le principali indiziate).
Le prime partite hanno riservato un discreto spettacolo, abbiamo assistito ad alcune enormi sorprese, e quindi per arrivare preparati ai momenti clou della manifestazione andiamo ad analizzare le 32 squadre partecipanti.
Gruppo A Qatar-Ecuador-Senegal-Olanda
I padroni di casa non hanno mai partecipato al Mondiale. Vi si affacciano per la prima volta da paese ospitante, in un girone tutto sommato non insuperabile e soprattuto con il titolo in tasca di campioni d’Asia. A guidare il Qatar c’è Felix Sanchez, le sue stelle saranno Almoez Ali, Hatem e il numero 10 Al-Haydos. Sono circa cinque mesi che son in ritiro per preparare la competizione e non vogliono assolutamente aggiungersi al club di nazioni ospitanti uscite al girone del Mondiale, un club dove attualmente è presente solo il Sudafrica.
L’Olanda è l’indiscussa favorita di questo gruppo A, allenata da Louis van Gaal, può contare su una difesa eccezionale alla quale non sarà facile fare gol: de Ligt, de Vrij, Akè, Timber e soprattuto Virgil van Dijk probabilmente il miglior difensore del mondo. Gli altri reparti sono ordinari, Frankie de Jong imposterà il centrocampo mentre in attacco molto dipenderà dalla condizione di Memphis Depay, a spingere sulla fascia destra ci sarà l’interista Denzel Dumfries. Sono stati esclusi con leggera sorpresa Cillesen, Gravenberch e Brobbey.
Il Senegal è leggermente favorito sull’Ecuador ma l’assenza di Manè ridimensiona molto i Leoni della Teranga che dovranno affidarsi a Dia, della Salernitana e all’ex PSG Gueye. Anche loro metteranno in campo una difesa di tutto rispetto, guidata immancabilmente da Kalidou Koulibaly davanti al portiere del Chelsea Edouard Mendy. Gli ottavi sono ampiamente alla portata.
I sudamericani dell’Ecuador possono stupire grazie alla colonia proveniente dalla Premier ed in particolare dal Brighton: Moises Caicedo, Estupinan e Sarmiento. Enner Valencia guiderà l’attacco cercando di conquistare il ruolo di trascinatore della Tricolor. Al Mondiale Under-20 del 2019 raggiunsero il terzo posto e Gonzalo Plata fu protagonista di quella cavalcata, sarà lui uno dei giocatori da tenere d’occhio.
Gruppo B Inghilterra-Iran-Stati Uniti-Galles
Sicuramente è un girone interessante dal punto di vista diplomatico, forse meno dal punto di vista calcistico. L’Inghilterra ha i favori del pronostico, e non dovrebbe trovare nessuna difficoltà contro le altre tre squadre. Southgate ha grandissime aspettative su questo Mondiale soprattuto dopo la sconfitta nella finale europea di Wembley. La rosa può puntare in alto, Harry Kane è uno dei migliori giocatori al mondo ed è affiancato da Phil Foden ormai un fuoriclasse nato nel 2000. Il Mondiale dovrebbe sancire la consacrazione definitiva di Jude Bellingham, classe 2003, che sarà titolare con un ruolo di protagonista nel centrocampo dei Tre Leoni, insieme a Declan Rice, classe 1999. Alle spalle dell’Inghilterra sarà battaglia aperta per accedere agli ottavi. Gli Stati Uniti sono più deboli delle edizioni precedenti, ma questa volta sono qualificati considerando che in Russia non ci arrivarono neanche. È una nazionale giovane con tanti talenti in procinto di esplodere, lo stesso leader, Christian Pulisic, è un classe 1998 coetaneo dell’altro “veterano” Weston McKennie. Il nome Weah attira senza dubbio l’attenzione, Timothy ha raggiunto il Mondiale a differenza del padre George che con la Liberia non raggiunse mai la fase finale.
Il Galles, probabilmente all’ultima apparizione con questo nome poiché ha avviato le pratiche per utilizzare il nome gaelico Cymru, giocherà tutte le sue carte su Bale che non è più il giocatore padrone della fascia del Real Madrid. L
’Iran attende l’esplosione in nazionale di Serdar Azmoun e Mehdi Taremi. Sono lontani i tempi del record man Ali Daei, le speranze di passare il turno sarebbero quasi nulle in parte degli altri gironi, con USA e Galles invece possono aspirare ad una piccola impresa.
Gruppo C Argentina-Arabia Saudita-Messico-Polonia
L’epoca calcistica in cui viviamo è caratterizzata dal dominio di due campioni senza tempo: Cristiano Ronaldo e Lionel Messi, per lui si sono spesi paragoni importantissimi con i più grandi della storia, uno su tutti Diego Armando Maradona. Caratteristiche tecniche simili, entrambi argentini, entrambi capaci di portare in campo l’arte del calcio. Il paragone tra i due è iniziato a seguito di una semifinale di Coppa del Re tra Barcellona e Getafe, quando un giovane Messi segnava una marcatura identica al gol del secolo di Diego nel quarto di finale di Messico 1986. Tuttavia, ecco proprio qui la differenza tra i due: il Mondiale. Diego nel 1986 alzò al cielo la Coppa del Mondo, quello stesso trofeo che Leo ha solamente sfiorato nel 2014 in Brasile. Nell’estate 2021 ha vinto il primo titolo con la maglia dell’albiceleste trionfando in Copa America. È in Qatar per disputare l’ultimo Mondiale della sua carriera e quindi avrà un’ultima occasione per raggiungere e forse superare Maradona. L’Argentina non è composta dal solo Messi: l’attacco è stellare con Julian Alvarez, Angel Di Maria, Paulo Dybala e Lautaro Martinez. Paredes gestirà il centrocampo, mentre la difesa potrebbe essere il punto debole della squadra.
La Polonia è un’avversaria intrigante, dotata forse del miglior numero 9 del mondo, o almeno del Mondiale (Erling Haaland non è qualificato) Robert Lewandowski che farà coppia con Arkadiusz Milik, un tandem d’attacco invidiabile al quale si aggiungono in altri reparti giocatori interessanti che rispondono ai nomi di Zielinski, Zalewski, Krychowiak, Kiwior e Szczesny.
Il Messico ha sempre ben figurato ai Mondiali, quest’anno deve sperare nel passo falso polacco per accedere agli ottavi ma ha dei giocatori che sanno esaltarsi nella massima competizione iridata, primo fra tutti il portiere Guillermo Ochoa, tuttavia sembra qualche passo indietro rispetto ad altre nazionali. La squadra dipende da Hirving Lozano, al Napoli è parte del turnover, in Qatar dimostrerà di cosa è capace con indosso le vesti del protagonista.
L’Arabia Saudita, sulla carta il fanalino di coda del girone, non ha grandi individualità, ma la loro forza risiede nell’allenatore: Hervè Renard, tecnico francese che ha scelto di intraprendere questa nuova avventura asiatica dopo aver vinto due volte la Coppa d’Africa alla guida di Zambia e Costa d’Avorio.
Gruppo D Francia-Australia-Danimarca-Tunisia
Una favorita incontrastata per il girone e per il Mondiale, basta guardare velocemente l’organico per capire che ci si trova davanti a una squadra di campioni, eppure questo status di favorita indiscussa è messo in serio dubbio. Maignan, Kimpembe, Mendy, Pogba, Kantè, Tolisso, Nkunku, Diaby, Benzema: come abbiamo detto uno sguardo veloce a questi giocatori e si capisce che siamo di fronte alla favorita, ma se lo sguardo diventa più attento ci si rende conto che questi non sono i convocati di Deschamps bensì l’elenco di infortunati francesi che non potranno prendere parte al Mondiale. Indubbiamente i campioni in carica sono ridimensionati, non dovrebbero esserci dubbi sulla qualificazione agli ottavi, dalla fase ad eliminazione diretta si vedrà. La Danimarca, semifinalista all’Europeo, è sicuramente l’avversario più ostico con un Eriksen tornato in ottima forma dopo la tragedia sfiorata al Parken durante l’Europeo, e con la crescita considerevole di molti altri giocatori soprattuto Hojbjerg e Skov Olsen. L’unica pecca è l’incertezza sul ruolo della punta che sarà conteso tra Dolberg, Braithwaite e Cornelius.
Tra il livello di queste due e quello di Tunisia e Australia apparentemente c’è un abisso, ma potrebbe essere difficile segnare alla squadra africana che in quel caso farebbe saltare i pronostici del girone, il Mondiale ha sempre messo in luce giocatori sconosciuti e gli ha permesso di lanciarsi nel panorama calcistico internazionale e attualmente alle due squadre non europee manca la stella.
Gruppo E Spagna-Germania-Costa Rica-Giappone
Se si dovesse scegliere un gruppo di ferro sarebbe questo. Nella partita tra Spagna e Germania ci saranno in campo 5 titoli mondiali. Le Furie Rosse sono favorite, forse leggermente più indietro nei pronostici rispetto a Brasile, Francia e Argentina, ma una vittoria finale iberica non è uno scenario così improbabile. Luis Enrique avrà il centrocampo del futuro con Pedri e Gavi, già ad ora sono due nomi all’altezza della coppa, tra 4 anni potrebbero essere dominanti. L’attacco con Morata sta dando più certezze rispetto al passato, hanno tutte le carte in regola per vincere.
Discorso diverso per la Germania, la qualità è altissima, ma ci sono anche importanti assenze: manca Florian Wirtz, diciannovenne del Leverkusen che da marzo è fermo per la rottura del crociato, manca Marco Reus, sfortunatissimo, rinuncia al Mondiale per un problema alla caviglia, e per lo stesso motivo manca Timo Werner. La colonia del Bayern Monaco è il punto forte della squadra, si cerca un leader in attacco, è atteso l’exploit di uno tra Adeyemi, Fulkrug e il giovanissimo Moukoko, classe 2004.
Il Giappone è una squadra da non sottovalutare, è la prima pronta ad approfittare di un passo falso delle due grandi. Ci sono molti giocatori che conosciamo bene perché per anni hanno militato nel campionato italiano: Tomyasu, Yoshida, Nagatomo. A loro se ne aggiungono altri con esperienze in Europa ad alto livello, in particolare Takefusa Kubo, giovane in ascesa ex del Real Madrid.
La Costa Rica sembra innocua nonostante Keylor Navas sia uno dei migliori portieri al mondo. Quanto fatto nel 2014 in un girone con Italia, Inghilterra e Uruguay sembra un’impresa irripetibile.
Gruppo F Belgio-Canada-Marocco-Croazia
Nella sfida tra Belgio e Croazia ci saranno i migliori centrocampisti del mondo: Luka Modric e Kevin De Bruyne. Il belga gioca più avanzato rispetto al pallone d’oro ma le sorti di questo girone non saranno decise dagli attaccanti. I Diavoli Rossi erano giunti terzi in Russia, stanno vivendo una generazione d’oro che si sta esaurendo e un cambio generazionale all’orizzonte non si vede. Sono riposte tante speranze in Charles De Ketelaere, ma anche il Milan confida sul suo talento e fino a questo momento è rimasto deluso. Se dovesse recuperare Lukaku la squadra sarebbe completa e forse avrà un’ultima occasione per vincere il titolo, o replicare il cammino della Croazia avuto in Russia.
Proprio i balcanici raggiunsero il secondo posto nel 2018, e Modric vinse il pallone d’oro anche in virtù di quel risultato. I finalisti di Mosca però hanno ormai superato l’età d’oro, potrebbe essere una squadra da rivalutare rispetto alle altre nel girone, in più manca una vera punta di peso. Come il Belgio dovrà valutare le condizioni di Lukaku, anche la Croazia dipenderà dalla condizioni dell’altro interista Marcelo Brozovic.
Marocco e Canada sarebbero due grandi sorprese, ma in realtà i nordamericani stanno ponendo le basi per un grande percorso nel 2026 al Mondiale di casa. Alphonso Davis ha le caratteristiche e il talento per cambiare le partite da solo, e lo si è visto nelle qualificazioni in cui hanno scavalcato sia Stati Uniti che Messico.
Infine la squadra africana del girone ha caratteristiche simili alla Tunisia ma con delle individualità di maggior talento, molto conosciuti nel campionato italiano: Hakimi, Amrabat, Sabiri e Cheddira, ai quali si aggiunge Ziyech, non va sottovaluta ma serve un passo falso delle prime due.
Gruppo G Brasile-Serbia-Svizzera-Camerun
Il Brasile è il Brasile e quindi favorita alla vittoria finale di diritto ma non solo, anche per qualità ed organico. Dopo di loro nel girone regna l’equilibrio, come è stato nel 2018 in un gruppo identico a questo tranne che per il Camerun che in quell’occasione era sostituito dalla Costa Rica. Anzi la presenza dei Leoni indomabili trasforma questo girone nel più incerto della manifestazione.
I verdeoro ormai dal 2002 vivono con l’ossessione di diventare Hexacampeao, sono fermi a 5 titoli eppure la rosa per assaltare la sesta corona mondiale non manca. Un portiere eccezionale, a tratti insuperabile che risponde al nome di Alisson. La difesa è affidata all’esperienza: Daniel Alves, Thiago Silva, e alla colonia juventina composta da Bremer, Danilo e Alex Sandro. Il centrocampo sembra il reparto più “debole”, ma quando è composto da Casemiro e Fabinho il virgolettato sulla parola debole è d’obbligo. L’attacco è stellare, come d’altronde quello dell’Argentina; Tite si è concesso il lusso di lasciare a casa Bobby Firmino e scegliere Pedro al suo posto, comparsa nel campionato italiano e poi protagonista in Sudamerica. A Gabriel Jesus, Raphina, Antony, Martinelli, Rodrygo, Richarlison e Vinicius Jr (e potrebbe bastare), si aggiunge un certo Neymar. Le Aspettative sono altissime per questa formazione.
Come detto tra le altre tre vige un estremo equilibrio: Il Camerun ha dalla sua parte la storia del calcio africano, sono lontani i tempi di Roger Milla ed Eto’o, è impossibile competere con il Brasile ma il passaggio del turno sarebbe una sorpresa non troppo clamorosa.
La Svizzera ha eliminato l’Italia dal Mondiale ancor prima del suo inizio, attendono l’esplosione di Noah Okafor, un possibile top player del futuro, ma qualora non fosse ancora arrivato il suo momento sarà Embolo a cercare la terza impresa dei rossocrociati dopo quelle con la Francia agli Europei e con l’Italia nelle qualificazioni.
La Serbia, da molti è considerata la possibile sorpresa, un eventualità che non farebbe male al calcio italiano considerando l’enorme ed ingombrante presenza della Serie A nella formazione titolare: Milenkovic, Lukic, Kostic, Ilic, Lazovic, Radonjic, Jovic e soprattuto i pilastri di Stojkovic saranno Dusan Vlhaovic e Sergej Milinkovic Savic. È un girone da seguire con estrema attenzione.
Gruppo H Portogallo-Ghana-Uruguay-Corea del Sud
La Favorita indiscussa di questo girone è il Portogallo, ma quanto è effettivamente indiscussa? Cristiano Ronaldo è all’ultimo Mondiale e non sta attraversando un periodo all’altezza della sua carriera. Un erede ancora non c’è, o meglio sicuramente ci sono dei giocatori che diventeranno titolari indiscussi della nazionale portoghese, ma raggiungere il livello di CR7 è attualmente impensabile. Leao, Joao Felix, Joao Mario, Bruno Fernandes saranno colleghi di lusso di Cristiano.
L’Uruguay è l’avversaria più temibile, ma la loro prestazione dipenderà molto dalla condizione dei suoi veterani, perché di veterani si tratta. Senza dubbio non manca l’esperienza ai sempre presenti Luis Suarez, Diego Godin, Edinson Cavani e Martin Caceres; avranno il compito di prendere per mano e aprire la strada a vari giovani che, eccezion fatta per Valverde e Nunez, devono ancora sprigionare il loro potenziale. Per citarne alcuni vengono in mente Manuel Ugarte, Facundo Torres, e soprattutto Facundo Pellistri.
Il Ghana anche ha una formazione giovane pronta ad essere trascinata dai senatori come i fratelli Ayew. C’è tanta curiosità di vedere Inaki Williams, basco dell’Athletic Bilbao che ha scelto la nazionale ghanese a differenza del fratello, in campo in Qatar con la nazionale spagnola.
Infine la Corea conterà sicuramente su due fuoriclasse assoluti del calcio asiatico come Heung Min Son e la rivelazione del Napoli Min Jae Kim. Per passare il turno forse è poco, ma Kang in-Lee dovrebbe diventare il terzo asso nella manica del CT portoghese Paulo Bento.