Home SCIENZE E TECNOLOGIE Quanti rifiuti urbani si producono in Unione Europea?

Quanti rifiuti urbani si producono in Unione Europea?

Nei paesi europei aumenta la produzione di rifiuti urbani ma si sta anche lavorando per gestire questi rifiuti secondo il modello di economia circolare

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L’Eurostat mette a disposizione i dati ufficiali sulla produzione e gestione dei rifiuti urbani nei Paesi membri dell’Unione Europa e di altri paesi non appartenenti all’Unione. Ispra, nel recente rapporto “Rifiuti urbani 2021”, ha analizzato la serie storica di Eurostat sulla produzione di rifiuti urbani, evidenziandone un aumento a livello europeo. I dati disonibili arrivano fino al 2019, pre Pandemia, quindi si parla di un amento rispetto al 2018 del 1,3%.

Monitorare la produzione di rifiuti urbani e le modalità di gestione nei diversi Paesi dell’UE, ma anche in altri paesi fuori dall’Unione, ci serve per comprendere in che misura ci stiamo avviando verso un modello di economia circolare, che sappiamo essere uno degli obiettivi fondamentali da raggiungre a livello comunitario.

Confrontando i dati del biennio 2018 – 2019, per ogni singolo paese, emerge che l’Estonia (-8,4%) e l’Italia (-0,5%) riducono la loro produzione di rifiuti urbani, mentre Malta e Lettonia fanno rilevare gli incrementi maggiori, rispettivamente, del 9% e del 7%. Svezia (+4,4%), Slovenia (+ 4,3%) e Danimarca (+4,1%) hanno anch’esse aumentato la loro produzione di rifiuti urbani.

Analizzando in termini quantitativi lo stesso biennio 2018 – 2019 si nota un incremento consistente per Francia (+851 mila tonnellate), Germania (+352 mila tonnellate), Polonia (+282 mila tonnellate) e Spagna (+209 mila tonnellate). In diminuzione, invece, i dati dell’Italia (-142 mila tonnellate).

Se si analizza il dato di produzione pro capite, calcolato come rapporto tra la produzione di rifiuti urbani e la popolazione media dell’anno di riferimento, che permette di svincolare l’informazione dalla popolazione residente, si osserva che, tra il 2017 e il 2018, l’andamento del valore pro capite medio dei rifiuti urbani è pressoché stabile, con 496 kg/abitante per anno, che aumenta, passando a 506 Kg/abitante per anno (+1,2%) nel 2019.

Ormai da molti anni i valori di produzione pro-capite sono caratterizzati da una notevole variabilità, con un massimo di 844 Kg/abitante per anno fatto registrare in Danimarca fino ai 280 Kg/abitante per anno della Romania.

Come indicato nel grafico sottostante, i Paesi con la maggiore produzione di rifiuti pro capite risultano essere Danimarca e Lussemburgo, entrambi si assestano e superano gli 800 Kg/anno per persona, seguite da Malta e Cipro che fanno registrare una produzione tra i 600-700 Kg/anno a persona.

L’Italia risulta in linea con la media UE27 e fa registrare un incremento dello 0,8% passando da 499 a 503 Kg/ abitante per anno.

Se è importante porre l’attezione sui quantitativi di rifiuti urbani prodotti, altrettanto interessante risulta la fotografia fornita dal Rapporto curato da Ispra sulla gestione dei rifiuti urbani. Anche in questo caso, esiste un’estrema variabilità di approccio nei diversi Stati, come evidenzia il grafico sottostante.

In alcuni Paesi, Malta in testa, seguita dalla Romania, da Cipro e dalla Grecia insieme alla Croazia si ricorre ancora molto alla discarica come destinazione finale dei rifiuti; al contrario tutti i paesi del Nord Europa ne fanno ricorso in percentuali bassissime.

Per lo più, si nota l’utilizzo di un mix di sistemi di gestione: discarica, incenerimento, recupero di energia, compostaggio e digestione aerobica e anaerobica e riciclo.

I Paesi con percentuali di rifiuti urbani avviati a compostaggio e digestione superiore al 20% del totale trattato sono: Austria (33%), Paesi Bassi (29%), Lituania (25%), Italia (23%) e Belgio (21%).

Interessante il dato sul riciclaggio, perno fondante del modello di economia circolare, 8 Paesi su 27 hanno percentuali di rifiuti urbani trattati avviati a riciclo di materia superiori al 30%, tra questi la Slovenia (52%) e la Germania (48%) sono le capofila mentre l’Italia avvia a riciclaggio il 33% dei rifiuti urbani trattati.

Smaltimento in discarica

Nel triennio 2017 – 2019 le quantità smaltite in discarica diminuiscono dello 0,6% (circa 300 mila tonnellate) ma in 13 paesi si registra un incremento delle quantità smaltite in discarica, è il caso della Spagna (+853 mila tonnellate; +7,6%) e della  Polonia (+487 mila tonnellate; +9,7%).

Tra i Paesi che registrano i principali decrementi a livello di quantitativi di rifiuti avviati a discarica ed altre operazioni di smaltimento troviamo l’Italia (-644 mila tonnellate; -9,3%) e la Francia (-470 mila tonnellate; -6,1%).

Recupero energetico

Nel triennio 2017 – 2019 le quantità avviate a recupero energetico aumentano dell’1,2% (677 mila tonnellate) anche se ci sono paesi in Europa, Malta e la Croazia, dove non vengono avviati rifiuti urbani a recupero energetico. In 16 Paesi si assiste ad un incremento delle quantità avviate a recupero energetico, sia tratta del nostro Paese (+333 mila tonnellate; +6,2%) e della Francia (+266 mila tonnellate; +2,2%).

Riduzioni nelle quantità trattate si registrano, invece, per la Spagna ( -271 mila tonnellate; -9,7%) e i Paesi Bassi (-198 mila  tonnellate; -5,2%). Tra i Paesi che avviano a recupero energetico il maggior quantitativo di rifiuti urbani si segnalano la Germania con quasi 16 milioni di tonnellate (+0,2%) e la Francia con 12,4 milioni di tonnellate (+2,2%).

Riciclaggio

Nel 2019, il riciclaggio complessivo interessa circa 107 milioni di tonnellate di rifiuti urbani ovvero circa 2,5 milioni di tonnellate in più rispetto al 2018 (+2,4%) e circa 3,3 milioni di tonnellate in più rispetto al 2017 (+3,2%).

Nel triennio, i maggiori incrementi, in termini quantitativi, riguardano l’Italia (+1,3 milioni di tonnellate; +9,3%) e la Francia (+1,2 milioni di tonnellate; +7,7%), mentre in termini percentuali riguardano la Lettonia (+73,7%; +146 mila tonnellate), la Slovacchia (+44,1%; +271 mila tonnellate) e la Croazia (+35,1%; +142 mila tonnellate).

Decrementi si registrano in Romania (-16,5%, pari a -123 mila tonnellate) e in Germania (-1 milione di tonnellate; -3%,).

Nel 2019 il riciclaggio dei rifiuti urbani interessa circa 68 milioni di tonnellate con un incremento del 3,2% rispetto al 2017 (+ 2,1 milioni di tonnellate ). Francia e Italia evidenziano, nel triennio , gli incrementi maggiori in termini quantitativi; per la Francia 900 mila tonnellate (+10,3%) e per l’Italia 830 mila tonnellate (+10,1%).

In termini percentuali, invece, gli incrementi maggiori si sono registrati per la Lettonia, che ha più che raddoppiato la quota di rifiuti destinata a riciclo di materia nel triennio (+114,2%; +161 mila tonnellate), per la Slovacchia (+42,3%; +183 mila tonnellate) e per la Croazia ( +32,2%; +118 mila tonnellate). La Germania registra l’unico decremento rilevante con -1 milione di tonnellate circa, pari al 4,2%.

Compostaggio e digestione anaerobica

Nel 2019 circa 38,9 milioni di tonnellate di rifiuti urbani sono stati avviati a compostaggio e digestione anaerobica, con un aumento del 3,2% rispetto al 2017, (+ 1,2 milioni di tonnellate).

Italia, Francia e Polonia fanno rilevare nel triennio gli incrementi quantitativamente maggiori.

Analizzando il dato relativo alle variazioni percentuali, gli incrementi maggiori si sono registrati in Croazia (+61,5%; +24 mila tonnellate), in Slovacchia (+4 8,6%; +88 mila tonnellate) ed in Polonia. Solo Spagna e Romania fanno registrare decrementi rilevanti, rispettivamente di -167 mila tonnellate (-4,3%) e -114 mila tonnellate (-32,3%).

Approfondisci, leggi il rapporto Ispra Rifiuti urbani 2021

 

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Fonte ( http://www.arpat.toscana.it/notizie/arpatnews/2022/009-22/quanti-rifiuti-urbani-si-producono-in-unione-europea

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