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Rapporto IEA Turismo Italia 2015 – L’ Effetto Expo

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Achille Colombo Clerici Assoedilizia

Rapporto IEA Turismo Italia 2015 – L’ Effetto Expo – IEA Istituto Europa Asia
A s s o e d i l i z i a Property Owner’s Association Italy eIstituto Europa Asia IEA Europe Asia Institute

Ultima occasione per recuperare le posizioni perdute nella classifica mondiale

L’EXPO PER L’ITALIA DEL TURISMO

Le previsioni: dopo sette anni di segno meno, il 2015 anno di svolta

Turismo, tempo di bilanci e previsioni alla vigilia dell’apertura di Expo che per sei mesi – dal primo maggio al 31 ottobre – condizionerà in positivo l’afflusso di visitatori dall’Italia e dall’estero IEA Istituto Europa Asia ha elaborato dati provenienti da attendibili fonti diverse.
Ecco i risultati.
Innanzitutto, quanti saranno i nuovi arrivi dall’estero?  8 milioni di stranieri in più, che genereranno una spesa aggiuntiva stimata in 5,4 miliardi per un totale di quasi 39,6 miliardi nel 2015 (34,2 miliardi nel 2014) secondo Coldiretti e i dati di Bankitalia. Venti milioni i visitatori previsti dagli organizzatori di Expo, una previsione ottimistica E’ certo invece che l’Esposizione Universale genererà benefici per l’intero sistema turistico italiano.

Su cosa si innesta il plusvalore turistico di Expo?
Su sette anni consecutivi con segno meno. La recessione americana scoppiata nel 2007 si è fatta sentire nel 2008 in Italia che ha registrato per la prima volta una flessione percentuale, sebbene molto contenuta, nelle presenze e negli arrivi. Sarà con il 2009 che la crisi farà registrare i cali più rilevanti: -3,3% nelle presenze dei turisti stranieri e -1% dei turisti italiani. Negli anni successivi sono i turisti stranieri a contenere il segno meno, riprendendo trend di crescita di rilievo (sebbene non in linea con quelli europei); mentre si fa sempre più pesante il crollo del turismo interno, che pesa nel 2012 con un -5% di presenze. Male anche il 2013, -3,4%. Nel 2014 ancora un -1% nonostante l’incremento (+ 2,3%) delle presenze straniere.
Si discosta sempre di più il trend italiano da quello del resto del mondo. Sempre lo scorso anno, secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale del Turismo, il turismo ha segnato un incremento del 4,7%, toccando quota 1.138 milioni, una crescita robusta per il quinto anno consecutivo.  Il turismo nell’Unione europea ha toccato un nuovo picco (2,7 miliardi di notti spese in hotel nei 28 paesi UE), ma l’Italia (369,9 milioni di notti in hotel) registra un significativo calo del comparto, al punto che la Germania (366,2 milioni di notti) sta per prenderne il posto come terza potenza turistica europea, dopo Francia (402,9 milioni di notti) e Spagna (401,3 milioni di notti). Di questo passo, l’Italia farà sempre più fatica a difendere il quinto posto nella classifica mondiale (dietro a Francia, Usa, Spagna e Cina), nonostante il prodotto del made in Italy più apprezzata all’estero sia la qualità della vita: ciò fa dire alla maggior parte dei cittadini dei Paesi più avanzati del mondo che, se potessero scegliere senza problemi, vorrebbero vivere in Italia. E visitarla?

Le cause della dicotomia tra percezione dell’Italia e afflusso dei turisti stranieri? Troppa dipendenza dagli arrivi dai paesi occidentali – pericolosa nel caso di nuovi problemi economici nel Vecchio Continente –  in particolare dalla Germania che copre oltre un terzo delle presenze totali.

Troppa stagionalità, con 15 regioni che registrano oltre il 50 per cento delle presenze nei tre mesi estivi.

Troppa concentrazione nel centro nord: il Meridione, che pure avrebbe una vocazione naturalmente turistica, copre soltanto il 20 per cento del fatturato complessivo del settore.

Approccio fallimentare verso i paesi emergenti. Scarsa presenza nelle classifiche internazionali per turismo business e congressuale.

Ci salviamo solo per un aspetto: siamo al primo posto nel mondo sul tema del cibo, dove superiamo Francia e Giappone nel ranking internazionale legato agli interessi enogastronomici, afferma un rapporto Touring Club – Unicredit.

L’Esposizione Internazionale è diventata l’ultima occasione utile per invertire la tendenza negativa di questi anni  ed anche per intercettare i “nuovi” turisti, i benestanti dei paesi emergenti che detteranno le tendenze. E comunque non basterà, perché occorrerà poi intervenire sui ritardi strutturali che si sono accumulati nell’ultimo periodo.

E’ indispensabile attirare i flussi in arrivo dall’Oriente, con indiani e cinesi che preferiscono orientarsi su Parigi e Berlino tra le grandi capitali europee. La Cina, che è salita al primo posto per spesa turistica complessiva nel mondo, in Italia è soltanto ottava: nell’ultimo anno gli arrivi sono saliti del 133% ma si limitano a 2,7 milioni di presenze. E c’è sempre da capire quanti siano realmente per turismo e quanti siano in visita dai parenti delle comunità locali. Senza i flussi dai paesi emergenti, il settore non potrà reggere il terzo posto in classifica per entrate dall’estero, dopo la Moda e l’Automotive.

Il turismo balneare è considerato un settore maturo. Ma ha perso la sfida con la concorrenza che preferisce altre mete, come la Spagna, la Grecia e la Turchia.

I limiti sono noti: si concentra in poche regioni (Liguria, Romagna e Veneto), è stagionale (limitato ai tre mesi estivi) e il Sud è di fatto assente. Inoltre, non c’è stato rinnovo dell’offerta alberghiera.
Ma in questo caso i ritardi sono nazionali: se negli ultimi anni è aumentata l’offerta di livello medio-alto, così non è avvenuto nella fascia medio bassa, dove non si sono create catene che sappiano offrire una ricezione standard a prezzi accessibili.
E ancora. Un terzo del turismo è rappresentato da chi viene nel nostro Paese per il suo patrimonio artistico e culturale. Non a caso, la parte più consistente la coprono gli stranieri, con il 62% delle presenze. A ciò si deve unire il primato riconosciuto nel mondo per le eccellenze legate all’enogastronomia di qualità. Questo spiega anche il successo degli agriturismi, mentre la montagna ha dovuto supplire con le nuove offerte dedicate alle attività estive (dal trekking alle arrampicate) al calo nelle stagioni invernali, dovute sia alla fine della moda delle settimane bianche, sia ai cambiamenti climatici che non sempre garantiscono abbondanti nevicate. Nonostante le nostre città d’arte siano sempre molto visitate, questo non basta ad attirare il turismo congressuale: tra le grandi città del mondo Roma è solo diciannovesima per presenze e Milano addirittura nella posizione numero 55.

Questo il bilancio. Più ottimistiche le previsioni per il 2015.
L’onda lunga delle vacanze pasquali ha fatto da traino ad una serie di appuntamenti in Italia per i quali si prevede una crescita sostenuta degli arrivi internazionali dai mercati d’oltreoceano, come India, Corea, Eau, Cina, Usa e Canada, grazie anche al potenziamento dei voli intercontinentali e dei collegamenti ferroviari ad alta velocità, che rappresentano un incentivo importante per la scelta di una destinazione.

Queste le risultanze delI’Indagine dell’Enit, effettuata su 154 tour operators stranieri presenti in 25 mercati. In Europa rispondono bene il mercato inglese, francese e spagnolo, olandese, polacco, ungherese. Trend in salita anche per gli arrivi da mercati lontani come Giappone, Australia e Argentina. Crescita più contenuta per quanto riguarda l’incoming dai Paesi di area tedesca come Germania, Austria, Svizzera e Belgio, dai mercati nordici e dal Portogallo, mentre per i flussi turistici dalla Russia le previsioni sembrano essere le peggiori dell’ultimo ventennio.

Il sentiment degli operatori intervistati è in linea di massima positivo anche in riferimento allo svolgimento di Expo, nonostante la promozione dell’evento non abbia funzionato al meglio. Le città d’arte rimangono il prodotto più venduto dai tour operators esteri, sia europei che oltreoceano, nei pacchetti che hanno come destinazione il nostro Paese e che propongono vari prodotti d’offerta. Molto gettonati risultano i laghi del Nord Italia, le località del Sud e delle Isole (buone prospettive per Sicilia, Campania e Puglia).

Trend in salita per il turismo religioso che coinvolge anche le località di quell’Italia nascosta della provincia, che offre gioielli artistici meno conosciuti perché fuori dai consueti percorsi turistici. Sta conquistando sempre più punti nella graduatoria dei luoghi più visitati dai turisti stranieri. A favore gioca inoltre la favorevole situazione dei cambi rispetto all’euro.

Secondo la ricerca Visit Expo – Italy & More, realizzata dalla società specializzata in indagini sul turismo Jfc di Faenza con la collaborazione scientifica dell’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, coloro che giungeranno in Italia per l’Expo dedicheranno il 67% del loro tempo per visitare “altro”, oltre all’Expo, e manifestano chiaro interesse per percorsi e visite in Toscana, Lombardia, Lazio, Veneto ed Emilia Romagna.

Il Canton Ticino della confinante Svizzera – che porterà a sua volta ad Expo da 300.000 a un milione di visitatori – viene percepito come una estensione della Lombardia, anche da un punto di vista logistico (le strutture ricettive di Lugano). Per far fonte all’aumento della domanda le Ferrovie Svizzere offrono treni supplementari sia nel traffico internazionale che in quello regionale Tilo, oltre che titoli di trasporto a prezzi attrattivi per i viaggi in direzione dell’Expo e la possibilità di acquistare il biglietto d’entrata alla manifestazione nelle stazioni o nel sito www.ffs.ch/expo2015. Le Ffs intendono infine riattivare uno stand informativo per l’utenza in arrivo e partenza dalla stazione nel periodo estivo. L’Etl ha programmato delle offerte speciali dedicate a Expo 2015. Ad esempio un flyer intitolato «Lugano, il Giardino di Expo», mentre per il flusso di turisti da nord verso sud sono previsti vantaggiosi pacchetti di pernottamento e visita dell’evento, prenotabili direttamente nel sito dell’Ente. Anche per la clientela da sud vi saranno offerte mirate. Maggiori informazioni:luganoturismo/expo2015.

Sempre secondo Visit Expo-Italy & More, il 72,7% dei visitatori sceglierà un periodo variabile tra le 3 e le 7 notti. Tra i fattori indicati come positivi, emerge soprattutto la tematica scelta per l’Esposizione (nutrizione, cultura enogastronomica, produzioni sostenibili, etc.), la collocazione (Milano cuore di moda e shopping) e il “lifestyle” italiano mentre vengono indicati il Duomo di Milano e la Ferrari quali simboli per la valorizzazione nel mondo.

Negli ultimi anni il turismo enogastronomico, che permette di valorizzare in modo sostenibile i percorsi di strade secondarie e abbandonate, creandogreenways, ha evidenziato un trend positivo, come è testimoniato dalla crescita costante su base annua di circa il 12%.

Analizzando le produzioni italiane è innegabile come siano quelle che possono garantire un’esperienza emozionale ad avere appeal turistico. Vino, formaggi ed olio di oliva (che insieme raccolgono il 44,9% degli interessi potenziali sul segmento dei viaggi culinari), se poi collocati all’interno di una proposta che contempli anche i simboli del Made in Italy – ad esempio moda, auto, design – hanno una forza attrattiva straordinaria.

Emerge anche che un quarto dei referenti internazionali vede l’Expo come un’opportunità anche per le altre zone d’Italia oltre alla Lombardia, mentre per il 22,7% si tratterà di un’opportunità soprattutto per quei territori che sapranno proporre soggiorni e percorsi di Culinary Travel. Il 12,9% indica questo evento come un’opportunità per le altre famose città italiane, come Roma, Venezia e Firenze, oltre a Milano e il 9% come un’occasione che l’Italia ha per dimostrare di poter competere sulla scena mondiale.
Interessante anche la risposta su quale occasione può rappresentare l’Expo: per il 50% può garantire una maggiore visibilità a livello mondiale e la possibilità di recuperare credibilità a livello internazionale. Un 20% lo ritiene un’opportunità per creare flussi turistici verso l’Italia, anche e soprattutto nel post evento. Per un 10,6% è l’occasione per creare flussi turistici.

Il Presidente Assoedilizia Clerici
Il Presidente Assoedilizia Clerici

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