IQ. 20/11/2013 – Seduta n. 121 di martedì 19 novembre 2013 – Intervento del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, Andrea Orlando, in relazione all’ evento meteorologico che ha colpito la Sardegna.
ANDREA ORLANDO, Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, signori deputati, in relazione all’eccezionale evento meteorologico che ha colpito recentemente la regione Sardegna e che ha provocato, dal report delle ore 15 della Protezione civile, 18 vittime, si rappresenta quanto segue. La regione Sardegna, nella giornata del 18 novembre, è stata investita da una perturbazione caratterizzata da precipitazioni molto intense che hanno interessato dalle prime ore della mattina prevalentemente i settori orientali e in particolare le province di Olbia, Tempio e Nuoro e successivamente le province di Oristano e Cagliari.
I valori massimi di precipitazione registrati sui settori orientali della regione sono associabili a tempi di ritorno plurisecolari. L’eccezionalità del fenomeno è confermata dal fatto che in un arco temporale di circa 12 ore sono state registrate, per la prima volta in tale area, cumulate di precipitazioni superiori a 450 millimetri, in quanto dalla serie storica delle precipitazioni si evidenzia che i valori medi annui si attestano attorno ai 1.000 millimetri. I suddetti apporti pluviometrici, pertanto, sono stati tali da giustificare la diffusa crisi del sistema idrografico sia primario che secondario, provocando esondazioni diffuse causate da sormonti e da rotture di argini.
Il quadro di riferimento del sistema di allertamento, come disciplinato dalla direttiva del Presidente del Consiglio dei ministri del 27 febbraio 2004, pone in capo al Dipartimento della Protezione civile e alle regioni l’emissioni di avvisi e bollettini. Sulla base di tali valutazioni tecniche è poi responsabilità delle regioni la predisposizione e la diffusione dei messaggi di allertamento ai fini dell’attivazione del sistema di protezione civile a livello regionale e locale. In proposito, si ricorda che l’articolo 3- bis della legge n.100 del 12 luglio 2012, integrando il disposto della legge istitutiva del servizio nazionale di Protezione civile, prevede che il sistema di allerta nazionale, ai sensi della citata direttiva per il rischio meteo-idrogeologico e idraulico, sia assicurata attraverso la rete dei centri funzionali.
In particolare, per la regione Sardegna le attività tecniche condotte in fase di previsione, monitoraggio e sorveglianza, connesse al rischio idrogeologico e idraulico, sono nella responsabilità del Dipartimento della Protezione civile fino a quando l’iter formale di attivazione dei centri funzionali regionali non sarà completato. Il settore meteo del Dipartimento della Protezione civile, sulla base delle valutazioni metereologiche, domenica 17 novembre ha emesso un avviso di avverse condizioni metereologiche, in cui a decorrere dalla prima mattinata di lunedì 18 novembre 2013 e per le successive 24-30 ore si prevedevano precipitazioni diffuse, anche a carattere di rovescio o temporale, sulla Sardegna, specie sui settori orientali e meridionali.
Sulla base di tali previsioni, il settore idrogeologico e idraulico del centro funzionale centrale del Dipartimento della Protezione civile ha predisposto le proprie valutazioni soggettive dei livelli di criticità sull’intero territorio regionale. Come risultato di tale valutazione, il 17 novembre il Dipartimento ha emesso un avviso di criticità indirizzato alla regione Sardegna, in cui, tenuto conto delle caratteristiche spazio-temporali delle precipitazioni previste e della loro intensità, congiuntamente allo stato di saturazione dei suoli e dei corsi d’acqua, ha valutato un’elevata criticità per rischio idrogeologico localizzata sui settori orientali e centro meridionali della regione, comprendente le zone di allertamento dell’Iglesiente, Campidano, bacini Montevecchio-Pischilappiu, bacini Flumendosa-Flumineddu, bacino del Tirso e Gallura e moderata criticità nella zona di Logudoro.
Si rappresenta che tale tipologia di criticità, su scala che prevede tre livelli, si colloca al livello massimo e contempla eventi meteo-idrologici diffusi, intensi e persistenti. I relativi scenari di effetti al suolo prevedono che sul territorio possano manifestarsi diffusi allegamenti ad opera dei canali e dei rii e fenomeni di rigurgito del sistema di smaltimento delle acque piovane, associati a diffusi fenomeni di inondazione, connessi al passaggio della piena, con coinvolgimento delle aree prossimali al corso d’acqua, e fenomeni di erosione, oltre che l’occlusione parziale delle sezioni di deflusso delle acque.
I possibili effetti associati a tale evento prevedono possibili perdite di vite umane e possibili diffusi danni a persone, oltre che allagamenti e danni ai locali interrati, provvisorie interruzioni della viabilità stradale e ferroviaria in zone depresse, sia prossimali che distali rispetto al corso d’acqua, e danni ad attività agricole, ai cantieri di lavoro, agli insediamenti artigianali, industriali e abitativi ubicati in aree inondabili.
La dichiarazione dei livelli di criticità delle singole zone d’allerta e la conseguente necessità di attivazione dello stato di allerta sulle medesime aree sono state rappresentate in forma sintetica nei bollettini di criticità nazionale emessi quotidianamente dal Dipartimento.
Sulla base di tali previsioni, il servizio di protezione civile della regione Sardegna ha predisposto e diffuso il relativo messaggio di allertamento ai fini dell’attivazione del sistema di protezione civile a livello regionale e locale.
Nella giornata del 18 novembre 2013 l’approfondimento di un vasto vortice sul Mediterraneo occidentale ha convogliato un intenso flusso di correnti dai quadranti meridionali, molto umide e fortemente instabili, sulla Sardegna, ove venti di scirocco ad intensità di burrasca nei bassi strati hanno determinato una tipica situazione di forte instabilità in posizione quasi stazionaria, responsabile dell’innesco di strutture temporalesche con accentuate caratteristiche sia di intensità che di persistenza dei fenomeni, oltre che di diffusione dei medesimi, dando luogo al ripetersi, sulle stesse località, per più ore consecutive, di piogge torrenziali capaci di cumulare al suolo, nella loro persistenza, ingenti quantitativi d’acqua. La zona dell’isola interessata dalle cumulate più elevate si estende lungo gran parte della fascia orientale della regione, specie lungo l’orografia dell’immediato entroterra, a ridosso della quale le intense correnti sciroccali hanno convogliato un persistente afflusso di aria caldo-umida, fornendo uno spiccato contributo all’alimentazione ed alla rigenerazione delle strutture temporalesche.
Dalla mappa delle precipitazioni registrate dalla rete pluviometrica, oltre che dalla rete radar nazionale, si può evincere che il fenomeno, che ha interessato prevalentemente i settori orientali dell’isola, risulta essere stato, oltre che particolarmente intenso, anche continuo e persistente. Le cumulate di pioggia più significative si sono verificate in provincia di Nuoro, in particolare nel comune di Orgosolo: la stazione pluviometrica ha registrato una cumulata di pioggia massima di 467 millimetri in 12-15 ore, con punte di 257 in sei ore, 220 mm in 3 ore e 100 millimetri in un’ora, associabili a tempi di ritorno plurisecolari. Sempre in provincia di Nuoro, nel comune di Lula, il valore massimo registrato è stato superiore ai 220, mentre la stazione di Onanì ha registrato una cumulata massima di 287 millimetri. Valori di precipitazioni a carattere eccezionale sono stati registrati anche nei comuni di Villagrande Strisaili, con una cumulata pari a circa 350, e nel comune di Escaplano, con un valore massimo registrato pari a 215 in 12 ore.
L’eccezionalità del fenomeno è confermata anche considerando gli eventi alluvionali più significativi che hanno colpito l’isola nell’ultimo decennio, in particolare l’evento dell’ottobre 2008, che interessò principalmente il territorio di Capoterra, in cui si registrò una cumulata di pioggia pari a 370 mm, e l’evento del dicembre 2004, in cui la stazione di Oliena registrò una cumulata massima di 254.
I suddetti rapporti pluviometrici sono stati tali da giustificare la diffusa crisi del sistema idrografico sia primario che secondario, provocando numerose esondazioni causate sia da sormonti che da rotte arginali. I livelli idrometrici massimi registrati durante l’evento di piena evidenziano come il fenomeno abbia interessato i bacini idrografici del Flumendosa, del Fluminimanno, del Cedrino e Posada.
A seguito delle avversità meteorologiche sopra descritte, costantemente monitorate in relazione all’aggravarsi della situazione, dalle ore 22 del 18 novembre 2013 il capo dipartimento della protezione civile ha riunito in seduta permanente il comitato operativo, organo collegiale che assicura la direzione unitaria ed il coordinamento delle attività di emergenza, per coordinare il concorso delle risorse del Servizio Nazionale e della protezione civile. La regione Sardegna e la regione Friuli Venezia Giulia, in rappresentanza di tutti gli altri sistemi regionali di protezione civile, sono stati collegati con la sede del dipartimento.
Il Comitato operativo è composto da rappresentanti dei componenti delle strutture operative del sistema nazionale di protezione civile: dipartimento della protezione civile e Vigili del fuoco, Forze armate, Forze di polizia, Corpo forestale dello Stato, Croce Rossa, strutture del Servizio Sanitario Nazionale, organizzazioni nazionali di volontariato, Corpo nazionale del soccorso alpino e speleologico, Capitanerie di porto, ISPRA, Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Consiglio Nazionale delle Ricerche, ENEA, Conferenza unificata; partecipano inoltre rappresentanti di società di servizi ed aziende, ad esempio Autostrade per l’Italia, Ferrovie dello Stato, Enel.
Le province maggiormente interessate dalle forti precipitazioni sono Olbia e Nuoro, con allagamenti diffusi ed interruzioni di strade.