Bisogna finirla con la demonizzazione di Malagrotta che ha risolto per anni il problema dei rifiuti a Roma e che oggi è diventata una moderna cittadella del ciclo dei rifiuti.
Dopo i vari no ai siti alternativi, individuati nei mesi scorsi, era evidente che Malagrotta sarebbe stata prorogata per evitare che i rifiuti restassero per terra e Roma facesse la stessa fine di Napoli.
La proroga di Malagrotta dunque è frutto del partito del no.
E’ stravagante che a protestare siano quegli enti, come la Regione, che avrebbero dovuto risolvere il problema e invece hanno passato il cerino al Commissario.
La regione ha varato un piano dei rifiuti, identico a quello proposto a fine della scorsa legislatura, che è solo una fotografia dell’esistente sulla carta, senza nessuna indicazione del sito alternativo a Malagrotta e senza nessuna decisione sui nuovi impianti da costruire.
Non solo, ma dei cinque impianti di TMb autorizzati nel 2008 e del gassificatore di Albano non c’è ancora traccia. Questo è il vero dramma di una regione dove forte è il partito trasversale del no e dell’irresponsabilità che ci obbliga ancora ad avere un ciclo dei rifiuti basato sulle discariche e sullo sversamento del tal quale.