Lo Stato ha guadagnato oltre un miliardo con l’aumento dei prezzi del greggio iniziati dal gennaio 2021. In Italia infatti sono aumentati negli ultimi nove mesi i consumi di carburante. Si è registrato infatti l’acquisto di oltre 5 milioni di tonnellate di benzina, 17 milioni di tonnellate di diesel e poco più di un milione di tonnellate di Gpl. Rilevanti anche i rincari dei prezzi alla pompa dei carburanti. La benzina è aumentata da 1,47 euro al litro di gennaio a 1,72 di ottobre ( +17%) Il diesel è passato invece da 1,34 a 1,58 euro al litro ( +17,9%) mentre in Gpl è passato dallo 0,63 di inizio anno agli attuali 0,79 euro( +25,4%). L’ufficio studi di Confartigianato, in considerazione del fatto che lo stato applica su base imponibile dei carburanti l’Iva al 22% più le accise, ritiene che gli italiani siano stati chiamati a pagare “ una tassa sulle tasse” da cui si è avvantaggiato il fisco a scapito però dei cittadini. La Cgia per questo motivo ritiene che l’esecutivo debba restituire il gettito extra ottenuto durante l’anno attraverso il credito di imposta sui carburanti in sede di dichiarazione dei redditi. Per la Cgia a beneficiare di questa possibilità deve essere in particolare chi utilizza quotidianamente i veicoli per motivi di lavoro e gli autotrasportatori.