Eleonora Cantamessa, 44 anni, lavorava come ginecologa alla Clinica Sant’Anna di Brescia, ma aveva anche uno studio privato nel centro di Trescore Balneario, il paese della Bergamasca dove viveva. A Trescore la conoscevano tutti proprio per la sua attività di ginecologa, ed era molto stimata: aveva fatto nascere parecchi bambini. Eleonora Cantamessa lascia i genitori e un fratello di 35 anni, Luigi, ingegnere e recentemente nominato direttore generale della Fondazione Ferrovie dello Stato. Dopo la specializzazione in ginecologia ed ostetricia conseguita a Brescia, la dottoressa Eleonora Cantamessa, investita e uccisa la scorsa notte a Chiuduno mentre soccorreva uno straniero ferito a morte in una rissa, aveva cominciato quasi subito a lavorare alla Clinica Sant’Anna di Brescia, dove la stimavano tutti. ”Lavorava con noi da tredici, quattordici anni – ricorda il direttore sanitario della Clinica, Giorgio Taglietti – Era una dottoressa molto brava, sempre dolce, disponibile e generosa. Quello che è successo ne è la dimostrazione. Eravamo molto legati a lei, era molto stimata. Ha fatto nascere anche mia figlia”. La Clinica sta pensando a come ricordare il prezioso lavoro della dottoressa Cantamessa: ”Sicuramente qualcosa sarà fatto – assicura Taglietti – Sto solo aspettando di parlare con l’amministrazione per decidere come muoverci”
Mamma vittima, ‘sempre altruista’ – ”Eleonora non poteva non fermarsi: era fatta così, ha sempre fatto di tutto per gli altri”. Mariella Cantamessa, la mamma di Eleonora – la dottoressa di 44 anni morta investita ieri sera mentre soccorreva un indiano coinvolto in una rissa, anche lui deceduto nell’investimento – è stata tra le prime persone giunte sul luogo della tragedia a Chiuduno. La mamma della ginecologa, straziata dal dolore, ha voluto evidenziare lo spirito altruista di Eleonora. ”Qui a Trescore aveva fatto nascere tantissimi bambini – ricordano alcuni residenti -. Il suo ambulatorio era sempre pieno di mamme, italiane e straniere, senza nessuna differenza”. ”Dopo aver ricevuto le mamme per la visita – aggiunge Mariella Cantamessa -, il suo ambulatorio spesso rimaneva aperto anche per le ragazze straniere che visitava gratuitamente e che avevano bisogno di un consulto. Non ha mai chiuso la porta in faccia a nessuno”
(Fonte Ansa)