La metropolitana a servizio ridotto. Gli autobus in perenne ritardo. Il boom di turisti “senza precedenti”. E i taxi a Roma? Sulla carta sono poco meno di 8mila ma nella realtà introvabili o con attese lunghissime. Una soluzione, seppur tampone, poteva essere la possibilità di permettere la doppia guida, ovvero dare la possibilità ad ogni auto di fare il doppio turno e circolare per le strade della Capitale anche 20 ore al giorno. Ma, a quanto risulta all’Adnkronos, l’esperimento procede al rilento. Almeno stando ai numeri: delle 7.672 attive a Roma hanno accolto la “doppia guida” soltanto in 60. Meno dell’1%.
Roma e il rebus taxi
La questione taxi da mesi è in cima all’agenda del Campidoglio. L’intento è quello di aumentare le licenze anche e soprattutto in vista del Giubileo. Intanto, però, con il turismo alle stelle (250mila posti letto sold out in questi giorni) le auto bianche latitano: le si riesce a trovare solo su prenotazione (parecchie ore prima) mentre per strada fermarne una è quasi impossibile.
Il risultato? Se Sex and the city fosse stato ambientato a Roma e Carrie Bradshaw avesse mantenuto la sua abitudine di spostarsi in taxi come a New York, si sarebbe sicuramente convertita alle sneakers, dovendo camminare chilometri e chilometri per una macchina o aspettare in piedi ore per una corsa.
“Non è che la doppia guida non ha funzionato. Ci vuole tempo per far sì che i tassisti aderiscano, c’è una procedura. Milano ha impiegato un anno ad arrivare al 10% spiega all’Adnkronos l’assessore capitolino alla Mobilità Eugenio Patanè – Dobbiamo aspettare il 7 ottobre, data di conversione del decreto Omnibus nel quale c’è anche l’articolo che riguarda che licenze taxi. Nel frattempo ci troviamo in un periodo di limbo nel quale non si sa esattamente quale sarà la normativa finale. Dobbiamo necessariamente aspettare la conversione del decreto”.
La caccia al taxi: i tentativi
Non solo. “Oltre alla carenza di vetture – sottolinea all’Adnkronos Giovanni Zannola (Pd), presidente commissione Mobilità Roma Capitale – c’è anche la necessità di una ottimizzazione dei turni, considerato che circa il 60% delle auto è a turno fisso”. Intanto chiunque abbia a che fare con i taxi della Capitale si scontra con un copione visto e rivisto. Abbiamo utilizzato la app, secondo molti utenti più immediata nella ricerca, per spostarci da Trastevere a Saxa Rubra alle 18.17 del 20 settembre e la risposta è la seguente: “Spiacenti. Al momento non è possibile soddisfare la sua richiesta per via della Luce 50 – Roma. La preghiamo di riprovare fra qualche minuto. Grazie”.
Non è stato meglio quaranta minuti dopo, alle 19, questa volta direzione Infernetto, alle porte di Ostia: “No taxi”, e stesso messaggio anche in questa occasione. Alle 21.38 sempre di mercoledì, spostandoci di zona, da piazza Guglielmo Marconi per via dell’Archeologia, messaggio identico: “No taxi”. E chiamando il 3570? Stesso discorso, l’attesa per una macchina sfiora i 50 minuti tra messaggi in loop di richieste di attesa e la canzone “Somewhere over the Rainbow” a ripetizione. Perché, forse, “da qualche parte sopra l’arcobaleno” i taxi arrivano quando si chiamano. “Stiamo cercando il tuo taxi, se riagganci la tua richiesta sarà annullata”. Così la mattina, il pomeriggio e la sera. E a distanza di giorni. Riprovandoci lunedì 25 settembre, alle 18.10, stesso discorso, anche in zone diverse. La ricerca in questa occasione vede come punto di partenza piazza Anco Marzio a Ostia e via di Casal Bruciato come arrivo: dopo minuti (tanti) di attesa il solito messaggio: “Spiacenti. Al momento non è stato possibile soddisfare la sua richiesta. La preghiamo di riprovare”.
“E’ avvilente – spiega all’Adnkronos Livia, una donna in attesa alla fermata di piazza Mastai – Sono venuta qui fisicamente sperando di trovare un’auto più facilmente, niente, sono in attesa da 25 minuti e sto facendo ritardo a un importante appuntamento di lavoro”. “E’ colpa del traffico – spiega il tassista appena arrivato – I lavori per il Giubileo hanno intasato le strade già al collasso e le corsie preferenziali sono poche e comunque insufficienti per risolvere il problema. Noi facciamo le corse, ma non possiamo passare sopra alle macchine ferme o parcheggiate in doppia e tripla fila”. “Nemmeno c’entra più l’orario – spiega un cliente all’Adnkronos – Sono rimasto a piedi a mezzanotte, le metro chiuse, i bus che sono un’utopia. Tutto questo nella Capitale d’Italia, dove i turisti nel tempo di un soggiorno vengono malgrado catapultati nell’incubo nel quale viviamo ogni giorno. Un tassista mi ha detto ‘Eh, ma se lei chiama all’ora di punta è normale che aspetta’. Quella sera che tornavo rassegnato a piedi, a mezzanotte, l’ho pensato intensamente”.
I taxi all’aeroporto
Non va meglio negli aeroporti, Ciampino e Fiumicino. Nel primo le file ricalcano quelle estenuanti all’uscita della ferrovia romana, nel secondo – il principale hub internazionale del paese – la ressa tra tassisti e Ncc era arrivata a tal punto da costringere la sicurezza a controlli mirati per scongiurare gli assalti da parte di molti tassisti abusivi e le resse tra concorrenti agli Arrivi. Giustamente il biglietto da visita appropriato per un turista che, appena atterrato, si trova catapultato nella giungla ‘no taxi’. Una volta in centro città, portato su un’auto bianca dove “Se paga in contanti è meglio, che oggi il bancomat non ha linea”, lo sventurato straniero si ritrova a fare i conti con spostamenti lenti, faticosi e sudati, come quelli di questa estate appena finita.
“Si fa presto a dire che non ci sono taxi. A piazza Pia, per un sottopassaggio pedonale, hanno paralizzato il centro della città – sbotta all’Adnkronos un altro tassista – I lavori bloccano le strade, tra deviazioni e chiusure, passiamo davanti alle fermate e vediamo le file lunghissime di gente in attesa e non possiamo farci nulla. E’ avvilente, a fine turno mi viene un nervoso che non si può capire. Per non parlare dei turni, l’assessore ha deciso per noi tassisti un riposo solo a settimana e dieci ore di lavoro ogni giorno. E in questo modo, secondo loro, si risolve il problema?”. L’unica cosa che cresce è il numero dei provvedimenti di sospensione stabiliti dal Comune per le irregolarità dei tassisti. Nel 2021 sono state sospese 22, l’anno successivo 89 (quasi il quadruplo). E quest’anno dopo solo 9 mesi siamo a 79.
Silvia Mancinelli