Contro il Benfica la Juve va subito sotto, ma gioca una gara matura, aspettando il momento giusto per colpire e tutto avrebbe meritato tranne che di uscire battuta dal Da Luz. La rete di Lima, bella quanto improvvisa, la costringe ad incassare una sconfitta amara.
Il tecnico alla vigilia aveva descritto il Benfica come una salita impegnativa da affrontare. E la salita si fa subito ripidissima: dopo neanche due minuti il corner di Sulejmani pesca Garay a centro area libero di staccare e di angolare il colpo di testa che Buffon arriva a solo toccare.
La Juve incassa il colpo e cerca di mantenere la calma, ma quando attacca con foga eccessiva rischia di scoprire il fianco al contropiede. Quello condotto da Markovic all’11 è rapidissimo ed è una fortuna che si concluda con un sinistro sbilenco di Sulejmani sull’esterno della rete.
I bianconeri iniziano a lavorare l’avversario ai fianchi, ma di sbocchi se ne trovano pochi. Prova allora Tevez a dare una scossa, con una caparbia azione personale che parte ben prima della linea di metà campo e termina nell’area piccola, fermata dalla chiusura di Perez e dall’uscita di Artur.
La densità creata dagli uomini di Jorge Jesus nella propria tre quarti campo limita gli inserimenti dei centrocampisti di Conte e la manovra risulta sterile. Non che il Benfica crei di più, anzi. A parte qualche improvvisa accelerazione di Markovic i padroni di casa combinano ben poco, basti dire che quello del gol è l’unico tiro nello specchio della porta che riescono a piazzare nel primo tempo. Il risultato è una gara bloccata che si trascina fino all’intervallo senza particolari emozioni.
La ripresa è più vivace. Vucinic al 10′ imbecca Marchisio in area. Il centrocampista si allarga per evitare l’uscita di Artur e pennella per Pogba che schiaccia di testa e costringe il portiere al tuffo per deviare in angolo. Al 20′ Conte cambia Vucinic con Giovinco e il nuovo entrato per poco non arriva sul traversone basso di Lichtsteiner, liberato sulla destra da un ottimo filtrante di Pogba. Il pallone potrebbe arrivare a Marchisio, solo davanti alla porta vuota, ma l’anticipo di Maxi Pereira salva il Benfica.
Le fasce sono l’arma in più dei bianconeri e dalla sinistra arriva il sacrosanto premio per gli sforzi profusi: Marchisio trova il corridoio giusto per lanciare Asamoah e il ghanese tocca in mezzo per Tevez. L’Apache è in piena velocità, ma riesce a controllare, a saltare Luisao in un fazzoletto e a battere finalmente Artur. Non segnava in Europa dal 7 aprile 2009, ma per una perla del genere valeva la pena aspettare tanto.
Dieci minuti dopo l’argentino lascia il posto a Osvaldo, ma non c’è il tempo di vedere gli effetti del cambio che il Benfica passa di nuovo: Perez tocca verso l’area e la finta di Cavaleiro favorisce l’inserimento di Lima che spara un destro sotto l’incrocio imprendibile per Buffon.
Il gol rivitalizza il pubblico del Da Luz e il diagonale di Markovic crea qualche apprensione. La Juve non sta a guardare e Artur compie un vero miracolo, deviando d’istinto il destro a botta sicura di Marchisio. E’ un finale al cardiopalma: la Juve si getta in avanti alla ricerca del pareggio e il Benfica che sfiora il terzo gol in contropiede, evitato grazie alla provvidenziale deviazione di Caceres, proprio all’ultimo secondo. Finisce 2-1 e il primo round va ai portoghesi, ma la qualificazione resta apertissima.