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Salutiamo Pechino 2022.

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Salutiamo le Olimpiadi di Pechino con una cerimonia di chiusura in grande stile e con tanta attesa per i prossimi giochi invernali di Milano-Cortina 2026. L’ultima settimana di gare ha portato a importanti medaglie italiane e ad alcune caratteristiche storie olimpiche analizzate di seguito!

Sci Alpino È mancata la medaglia d’oro nello sci alpino dell’Italia, si sono aggiunte numerose delusioni e delle piacevoli conferme. Luca De Aliprandini, medaglia di argento ai mondiali di Cortina, aveva un ritardo ragionevole dopo la prima manche dello slalom gigante ma la eccessiva veemenza con la quale ha affrontato la seconda discesa lo ha portato ad inforcare dopo poche porte; Marco Odermatt ha vinto meritatamente la medaglia d’oro.

Lo slalom speciale maschile era invece una competizione dai mille favoriti, in coppa del mondo ci sono stati sei vincitori diversi in altrettante gare, e i nostri tre italiani avevano la possibilità di riservarsi un posto sul podio olimpico. Tuttavia, nessuno dei tre è riuscito a realizzare due buone manche; Alex Vinatzer inforca nella seconda manche mentre stava realizzando degli ottimi intertempi, Tommaso Sala precipita in classifica, e il risultato migliore per l’Italia lo ottiene sempre Giuliano Razzoli, 12 anni dopo la medaglia d’oro indimenticabile di Vancouver 2010, ha chiuso la gara con soli 26 centesimi di ritardo dal bronzo. Clement Noel vince la medaglia d’oro.

Le soddisfazioni per l’Italia giungono dalle competizioni femminili. In combinata alpina, la disciplina dimenticata dello sci, erano inarrivabili le prime due posizioni andate alle svizzere Gisin e Holdener, l’Italia schierava quattro atlete, tra queste Bassino, Delago e Curtoni non sono riuscite a finire la gara. Federica Brignone è fantastica, vince la medaglia di bronzo difendendo la posizione nello slalom, la specialità che non le appartiene. Il bronzo di Brignone è stato anche favorito dalla grande delusione di Shiffrin. La Regina delle nevi, 73 vittorie in coppa del mondo di cui 47 in slalom, ha concluso un’Olimpiade disastrosa nella quale ha preso parte a tutte le 6 competizioni dello sci senza collezionare podi. In combinata aveva la gara in mano ma anche nella manche di slalom tracciata dal suo allenatore ha inforcato. Lei rimane tra le sciatrici più grandi di sempre (forse battuta solo da Lindsay Vonn), ma è arrivata a Pechino nella condizione mentale non adeguata. Ha bisogno di ritrovare la motivazione e l’affetto del pubblico per tornare a dominare il palcoscenico del circo bianco.

C’era una giornata particolarmente attesa per il movimento olimpico italiano, il giorno della discesa libera femminile. Sofia Goggia stava dominando la coppa del mondo quando il 23 gennaio è stata protagonista di una bruttissima caduta sull’Olimpia delle Tofane di Cortina. Tre settimane dopo torna in gara alle Olimpiadi grazie ad un recupero da record. Le italiane in questa gara sono da sogno, per un momento abbiamo anche sognato la tripletta perché Goggia aveva stabilito il miglior tempo davanti a Nadia Delago ed Elena Curtoni. A rovinare i sogni italiani è stata la svizzera Corinne Suter che per tutta la discesa resta in luce verde, perde alcuni decimi verso metà del tracciato ma una linea diversa all’entrata del “Canyon” (il tratto finale della pista “Rock” di Pechino), molto simile a quella tenuta da Feuz nella gara maschile, le garantisce quel decisivo vantaggio di 16 centesimi sulla nostra azzurra comunque ampiamente soddisfatta della sua medaglia d’argento. È ancora più grande la gioia di Nadia Delago, il suo abbraccio con la sorella Nicol, dopo aver vinto il bronzo, è l’immagine di copertina dello sci italiano a Pechino 2022.

Biathlon Il leitmotiv del biathlon italiano sono stati gli errori dei nostri atleti senza i quali sarebbero arrivate più di una medaglia. Nell’inseguimento femminile Dorothea Wierer partiva in terza posizione, mentre la gara viene dominata da Marte Roeiseland, (3 ori e due bronzi in queste olimpiadi), Dorothea si è mantenuta vicina alle posizioni di testa per tutta la competizione consolidando la possibilità di vincere una medaglia. Tuttavia, all’ultimo poligono commette due pesantissimi errori che permettono ad Elvira Oeberg e alla norvegese Eckhoff di raggiungere il podio. Wierer ha raggiunto solo il sesto posto ma con un errore in meno avrebbe lottato fino agli ultimi metri con Eckhoff. Stessa dinamica nell’inseguimento maschile, a seguito di una serie di fortunate circostanze Lukas Hofer era in piena lotta per le medaglie. Non si può criticare Lukas per la prestazione al tiro poiché ha centrato 20 bersagli su 20. Al momento del triplo errore di Johannes Bo era realizzabile ogni scenario, e purtroppo si è realizzato quello peggiore per l’Italia, un quarto posto di Hofer alle spalle di Latypov. Medaglia d’oro a Quentin Fillon Maillet.

La staffetta femminile italiana è stata eccezionale. Vittozzi e Wierer nelle prime due frazioni sono dominanti e la prestazione italiana raggiunge il massimo splendore quando Comola si era trovata al comando della gara, poi la superiorità delle altre nazionali sugli sci ci ha lentamente fatto perdere posizioni e i pochi errori sugli ultimi poligoni ci hanno chiuso le porte del podio, anche in questa occasione con poche sbavature in meno avremmo potuto raccontare un’altra storia.

Vale lo stesso discorso per la mass start maschile. Windisch manca alcuni bersagli in avvio di gara, avendo trovato un ultimo poligono pulito ha recuperato numerose posizioni e al traguardo è quinto. La Mass Start femminile e la staffetta maschile sono gare abbastanza anonime per noi, anche se la staffetta verrà a lungo ricordata per l’assurda vittoria norvegese favorita dalla debacle di Latypov all’ultimo poligono, quando la Russia aveva in pugno la medaglia d’oro.

Short Track Era dall’inizio dell’Olimpiade che si attendeva un risultato di valore da parte di Pietro Sighel. Un primo acuto arriva nei 500 metri in cui, approfittando di alcune illustri eliminazioni nei turni preliminari, raggiunge la finale olimpica dove purtroppo cade nel tentativo di sorpassare Dubois al terzo posto. Ma la delusione di quel sorpasso fallito viene riassorbita quando nell’ultimo giorno di gara Pietro riesce a trascinare la staffetta alla medaglia di bronzo, insperata fino alla caduta della squadra cinese e alla conseguente volata contro la Russia per il terzo gradino del podio con ancora una volta Sighel vincitore al photo finish.

La protagonista incontrastata di questo sport è senza dubbio Arianna Fontana. Nei 1500 metri, dopo un brivido nei quarti quando un’atleta le cade davanti e rischia di travolgerla, Arianna raggiunge la finale nella quale attua una strategia vincente per restare tra le prime tre posizioni all’ultimo giro. La Coreana Choi a quel punto ha lo spunto migliore e vince la medaglia d’oro ma l’italiana vince l’argento al photo finish. Nel giorno del compleanno di un altro grande campione italiano come Valentino Rossi, lei vince l’undicesima medaglia olimpica completando una carriera iniziata a Torino 2006, dove vinse il bronzo nella staffetta quando aveva solo 16 anni. Dopo quel primo podio sono arrivate altre 10 medaglie tra le quali i due ori nei 500 metri a Pyeongchang e a Pechino. Potrebbe diventare l’unica atleta a partecipare a due edizioni dei giochi olimpici nel proprio Paese se dovesse esserci a Milano-Cortina, intanto è diventata l’atleta italiana più vincente delle Olimpiadi invernali.

Pattinaggio di figura Non sono arrivate medaglie italiane in questo sport, ma è rimasto uno degli eventi dei giochi invernali con il maggior seguito. La coppia della danza sul ghiaccio italiana Guignard/Fabbri ottiene il quinto posto finale. In questa specialità solo la loro allenatrice, Barbara Fusar Poli. aveva raggiunto un risultato migliore per l’Italia vincendo il bronzo a Salt Lake City. Gli straordinari francesi Papadakis/Cizeron vincono l’oro stabilendo il record del mondo nella rhythm dance, e soprattutto riscattando la sconfitta di quattro anni fa quando per un incidente occorso al vestito della Papadakis persero il titolo olimpico.

Una delle gare che ha avuto la maggior risonanza mediatica dell’intera Olimpiade è stata la prova del singolo femminile. A seguito dell’emergere del “Valieva Gate” era stata presa la decisione di far gareggiare la quindicenne, ma se fosse arrivata sul podio non sarebbero state assegnate le medaglie in attesa di una decisione ufficiale. In gara la russa vince il programma corto, ma poi nella seconda parte di gara si consuma un dramma sportivo. Valieva, carica di tensione, nel programma libero non riesce a completare nessun salto. Il pattinaggio, come lo sci, il biathlon e il tennis, è uno sport in cui la condizione psicologica ha la stessa importanza della condizione fisica. La gara della quindicenne finisce con lei in lacrime. La medaglia d’oro viene conquistata da Anna Scherbakova. La “Principessa”, come è ormai stata soprannominata, ha realizzato due quadrupli filp, e ha vinto la medaglia che da principessa la trasforma in regina del pattinaggio avendo accumulato in 12 mesi il titolo mondiale e quello olimpico. Una “Tiny Dancer”, come canterebbe Sir Elton John, della quale è impossibile non innamorarsene sportivamente e non diventare suoi fan. Ha sconfitto un’eccezionale Alexandra Trusova, la pattinatrice dai capelli rossi e dagli occhi azzurri tendenti quasi al bianco per quanto sono chiari che dopo un deludente programma corto, sulle note di Florence+The Machine mette a segno un programma libero stratosferico avvicinandosi al punteggio tecnico più alto di sempre, con sei salti quadrupli nello stesso programma che le consentono di vincere l’argento.

Sci Freestyle Simone Deromedis ha 21 anni ed è una delle più grandi giovani promesse degli sport invernali italiani. A Pechino non ha vinto nessuna medaglia, ma ha comandato la semifinale dello ski cross a lungo prima di essere superato da avversari che poi hanno vinto la medaglia. Il risultato finale è un quinto posto ottenuto vincendo la small final, nella quale ha realizzato una spaccata in aria sull’ultimo salto richiamando Kristian Ghedina.

Pattinaggio di velocità

Sono stati i giochi del record del mondo di Nils Van Der Poel, della sesta medaglia d’oro di Wust e della consacrazione di Irene Schouten. L’olandese Jutta Leerdam ha vinto la medaglia d’argento nei 1000 metri, una medaglia importante per l’atleta con il maggior seguito social di tutta la manifestazione olimpica, amatissima dai suoi 2 milioni e mezzo di follower su Instagram.

Nella mass start, una gara simile a molte discipline del ciclismo su pista, Francesca Lollobrigida conquista un bronzo emozionante. Per tutta la gara è rimasta incollata ai pattini di Schouten beneficiando del gioco di squadra che la vincitrice dell’oro ha ricevuto dalla connazionale Groenewoud. Al momento della volata rimangono soltanto in tre e mentre Schouten vince l’oro, la “Lollo” è di bronzo. È stata la prima e l’ultima medaglia italiana di queste Olimpiadi e meritatamente le è stato assegnato il tricolore da sventolare con orgoglio durante la cerimonia di chiusura al Bird’s Nest.

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