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Sanremo 2024, gli ascolti dei brani in anteprima: un Festival senza tradizione e senza innovazione.

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Anche questa volta abbiamo ascoltato le canzoni in gara con il direttore artistico Amadeus che ha fatto un lavoro di ricerca per accontentare il pubblico delle radio commerciali e dei giovanissimi. Missione compiuta. Ma il Festival ha perso la sua tradizione e ha rinunciato, purtroppo, anche a qualsiasi reale forma d’innovazione. Per Sanremo 2024 il direttore artistico punta sull’attualità e la totale spensieratezza a discapito del coraggio e della qualità. La maggior parte delle canzoni sembrano scritte dalle stesse persone (in molti casi è realmente così), appaiono tutte uguali con schemi ben precisi e ripetuti che rendono l’ascolto complessivo noioso. La musica viene vista solo come pura forma d’intrattenimento e, di conseguenza, non c’è traccia di testi impegnati o di generi fuori dal circuito mainstream italiano, come ad esempio la musica rock. A comandare è la cassa in quattro, l’urban, l’amore in tutte le salse ma raccontato in modo banale, a volte triste, e mai originale. C’è qualche spruzzatina, immancabile, di accenni a pistole e sparatorie, ma rientra ormai tutto l’ordinario perché, come ha detto Amadeus sollecitato dalla domanda di un giornalista: “la canzone è come un’opera d’arte, un quadro. Non mi sognerei mai di chiedere a un artista di modificare un testo, sarebbe come chiedere a un pittore di cambiare un colore della sua opera”.  Anche la conferenza stampa di quest’anno sembra sottotono rispetto a quella dell’anno scorso. Si percepisce tensione, quasi cupezza. Alla domanda se la musica di questa edizione, definita troppo radiofonica, potrebbe spiazzare il pubblico dell’Ariston, Amadeus risponde:” Per me la radio è importante vengo da quel mondo, il successo di una canzone dipende dalle radio perchè sono il polso immediato dei gusti del pubblico”. Successivamente aggiunge:” Non scelgo a tavolino, non esiste un metodo, agisco d’istinto. Mi piace il tormentone, prediligo le canzoni con un bel ritmo, questo non significa non apprezzare le ballate, però le canzoni di maggior successo che restano nel tempo sono quelle con un buon ritmo”. Alla domanda sulla mancanza di testi con riferimento a temi sociali risponde che non è stata una sua scelta ma che non sono arrivate proposte interessanti. Lo stesso vale per i brani rock, praticamente assenti; non è arrivata nessuna proposta, non c’è stato nessun effetto Maneskin.

Nel finale, il direttore artistico annuncia che ci saranno tre celebrazioni durante il Festival: mercoledì, Giorgia per i 30 anni di E poi; giovedì, Eros Ramazzotti per i 40 anni di Terra promessa; sabato Gigliola Cinquetti per i 60anni di Non ho l’età. L’ospite internazionale sarà l’attore Russell Crowe che, in veste di musicista, porterà la sua musica blues sul palco dell’Ariston. Su Adriano Celentano, invece, non c’è niente per il momento. Era un’idea nata con Fiorello. Inutile sottolineare che ci spera molto. Per il momento nulla da fare anche per Toto Cotugno, c’è comunque la volontà di omaggiare l’artista e la sua canzone, L’italiano, in qualche modo.

Ecco le sensazioni degli ascolti dei brani.

CLARA – DIAMANTI GREZZI

Brano molto pompato, specie nel ritornello, Pop radiofonico dal ritmo dance tirato. Si balla e canta senza entrare in profondità. Niente di speciale per la vincitrice di Sanremo Giovani.

Voto 5

DIODATO – TI MUOVI

Si parte con pianoforte, batteria e voce. Atmosfera romantica, con cori dal sapore british. Poi cresce d’intensità e diventa la tipica ballatona alla Diodato. È la sua zona di comfort, senza grandi sorprese.

Voto 6

MAHMOOD – TUTA GOLD

Brano dal tipico stampo della premiata ditta Mahmood. Super produzione urban, storia di periferia, frasi ad effetto in un linguaggio che padroneggia magistralmente e che piace al suo pubblico (enorme). Inno di rivincita sociale tra la perdizione di mondi sotterranei.

Voto 6

SANGIOVANNI – FINISCIMI

Ballad senza mordente. Struggente a suo modo, ma non colpisce. Testo banale, melodia artificiale.

Voto 5 –

LOREDANA BERTE’ – PAZZA

Parte forte, ritmo sostenuto, quasi post rock targato USA, ma italianizzato. Tipico di Loredana il testo, la carica e l’atmosfera generale. Si riprende il passato di Dedicato. Rivendicazione e orgoglio di essere originali, che porta ad essere giudicati dalla pubblica opinione inizialmente come dei pazzi per poi finire santificati.

Voto 6,5

BNKR 44 – GOVERNO PUNK

Dal titolo ci si aspetta qualcosa di punk, o rock, comunque qualcosa di rottura. Ma è tutta imitazione pop. Ritmo sostenuto, suoni plastificati e radiofonici. Si tratta dello spettro di un passato che non c’è più, nel testo, nella musica e nell’immagine.

Voto 5

ALESSANDRA AMOROSO – FINO A QUI

Si parte intimamente con voce e piano. Poi si cresce alla Amoroso. Ballata classica con tutti gli ingredienti che ci si aspetta dalla cantante. Cadute, risalite, tempo di bilanci. La sua vita, fino a qui. Un po’ come la vita di Sally, in bilico. E fino a qui, tutto bene. Tutto secondo i piani. Niente da aggiungere.

Voto 6-

FRED DE PALMA – IL CIELO NON CI VUOLE

Pop scontato, contemporaneo, dove si balla. Anonimo, potrebbe essere chiunque del suo genere. Radiofonico che più non si può. Nel testo si dice che cerca di rincorrere ancora il brivido, di morire di nuovo per lei. Plastificato.

Voto 5-

FIORELLA MANNOIA – MARIPOSA

Atmosfera latina, brano insolito per la Mannoia. Ma operazione astuta. Rivendicazione di libertà, con una identità multiforme orgogliosa e ribelle. Ritmo e melodia, tutto sommato si tratta di una canzone piacevole. Ma non è abbastanza. Non per lei.

Voto 6-

THE KOLORS – UN RAGAZZO, UNA RAGAZZA

Puro pop ballabile e radiofonico alla Italodisco. Ha le carte in regola per far bene a Sanremo e fuori. Un piatto cucinato giusto per l’occasione da chi sa cosa utilizzare come ingredienti. Probabilmente funzionerà, ma se si è alla ricerca di contenuti, bisogna andare altrove.

Voto 6

EMMA – APNEA

La melodia e il ritmo ricordano gli anni 80, in certi momenti anche un brano specifico. Si balla e si canta anche qui, senza grandi sorprese. Tutto mirato al carattere di Emma, al suo stile. Forte e romantica, ritmata e melodica. Sembra promettere qualcosa di grande ma si resta con un sapore amaro per l’inconsistenza generale. Produzione furba dedicata a un pubblico studiato. Testo senz’anima, condito da frasi ad effetto, forti. ma sostanzialmente innocue.

Voto 6-

SANTI FRANCESI – L’AMORE IN BOCCA

L’amore rimane in bocca perché lei è andata via. In sostanza, il contenuto del testo è tutto nel titolo, o quasi. Ritmo marcato, melodia gradevole, sentimentalismo da ballare e cantare. Radiofonico anche questo. Tutto qui, come ormai troppe canzoni di questa edizione dl Festival.

Voto 5,5

ROSE VILLAIN – CLICK BOOM!

Il tormentone boom boom del ritornello sicuramente farà sentire i suoi effetti per almeno un mese nelle radio. Inizio cupo, poi arriva il ritmo, la melodia e anche questa sembra scritta dalla stessa persona che sembra aver scritto molti dei brani di questo Festival. Qualche frase che vuole colpire come “l’amore come un proiettile” oppure “ sai che dentro ho un mare nero che s’illumina?”

Voto 5

NEGRAMARO – RICOMINCIAMO TUTTO

Inizio tipico alla Negramaro, piano e voce graffiante. Poi cresce ed esplode in una ballata emozionante. Ricominciare lontano dalla gente, dai sogni dalle aspettative, da tutto, perché l’importante è ricominciare insieme e basta.

Dici che poi ti trovo in un cassetto/ intatto come quel sogno mai fatto? / scendi, che ti aspetto/ Ricominciamo tutto!

Voto 6+

BIG MAMA – LA RABBIA NON TI BASTA

Ritmo, giochi di parole di genere. Buono da ballare. Andare oltre la rabbia, superare problemi esistenziali. Un mix poco originale e pieno di cliché. Non basta.

Voto 5 –

RENGA/NEK – PAZZO DI TE

Scontata ballata chitarristica del duo esperto in questioni di romanticismo, melodia, e acuti. Nessun particolare spunto, zero sorprese. Si trova ciò che ci si aspetta dalla lettura dei nomi. Eppure, la carriera lunga di entrambi poteva far sperare in una voglia di sperimentare, di mettersi in gioco Buoni sentimenti, va bene così.

Voto 5

GHALI – CASA MIA

Un altro urban studiato per un pubblico specifico e per l’occasione. Anche qui si balla, c’è ritmo, suoni bassi potenti, parole leggere e a tratti imbarazzanti. Ma funzionerà nelle radio e dove si balla.

Voto 5-

IRAMA – TU NO

Voce potente, praticamente un urlo selvaggio. Un piano ipnotico e ballata sulla falsa riga di quella presentata nel suo precedente Sanremo. Testo triste/romantico: “solo una stupida canzone per riuscire a riportarti da me/ soltanto un’ultima canzone per riuscire a ricordarmi di te”

Voto 5+

ANGELINA MANGO – LA NOIA

Madame scrive per Angelina, e si sente. Ritmo, melodia che gioca sulle parole in puro stile Madame. Testo interessante: “La noia/la noia/ la noia/ Muoio senza morire/ in questi giorni usati/ vivo senza soffrire”

Voto 6+

GEOLIER – I P’ME, TU P’ TE

Urban, dal testo praticamente incomprensibile e da tradurre per chi non conosce il dialetto. Autotune a go go, si balla ancora una volta, Tutto da copione come vuole l’attualità musicale e televisiva del periodo. Nessuna scossa.

Voto 5

MANINNI – SPETTACOLARE

Canzone scontata, una ballata pop sentimentale senza soluzioni originali. Niente da aggiungere. Dedicata a un pubblico studiato. Niente di spettacolare.

Voto 5 –

LA SAD – AUTODISTRUTTIVO

Ritmo sostenuto, parole e musica volano insieme e s’intrecciano in acrobazie spericolate. Sembra rock, ma non lo è. Sembra dire molte cose interessanti, ma non lo fa fino in fondo. Sembra un tentativo, ma per capire se riuscito o meno si dovrà attendere ulteriori ascolti. Per ora non sembra. Ma funzionerà nelle radio.

Voto 6 –

GAZZELLE – TUTTO QUI

Ballata brit senza cuore. Tutto già vissuto. Sentimentalismi a catinelle ma zero idee.

Voto 5 –

ANNALISA – SINCERAMENTE

Frittura mista dei brani precedenti di Annalisa. Strategia astuta ma senza anima. Radiofonica a più non posso. Un nuovo tormentone sulla parola “quando” è servito. Sinceramente furba.

Voto 5

ALFA – VAI!

Tra riff di chitarra acustica ipnotico, battimani, fischi e uh uh si va da Morricone, agli Oasis, passando per Florence and the machine. Ma senza verve.

Voto 5 –

IL VOLO – CAPOLAVORO

Ballata super classica. Testo da dimenticare. Ma c’è melodia, bel canto, buoni sentimenti. Non un capolavoro, ma per gli amanti del genere c’è quanto basta.

Voto 5 –

DARGEN D’AMICO – ONDA ALTA

Ci si scatena anche qui con ritmo come fossimo in discoteca, Testo apparentemente leggero, ma che rivela una seconda lettura più rilevante. I toni sono a tratti forti.

Voto 5,5

IL TRE – FRAGILI

“tu sei libera ah/ sei come un’isola eh/ nessuno ti abita/ mi rubi l’anima”. Testo senza contenuti. In certi momenti ricorda Cenere di Lazza, per il resto tutto fila via senza scossoni di alcun tipo. Si balla, si canta. Ancora una volta.

Voto 5 –

MR.RAIN – DUE ALTALENE

Puro stile Mr.Rain. Canzone pop che cerca di riproporre un successo stile Supereroi. C’è metodo, semplicità e buoni sentimenti. Funzionerà con gli amanti del genere e con un pubblico generalista.

Voto 6 –

RICCHI E POVERI – MA NON TUTTA LA VITA

Questa canzone, durante gli ascolti in anteprima, ha suscitato evidenti reazioni ironiche e di critica tra gli addetti stampa e non solo. Farà sicuramente discutere. I Ricchi e Poveri si presentano con un brano completamente contemporaneo, in tutti i suoi elementi. Il brano in sé è in linea con molti altri di questa edizione, ma se lo rapportiamo alla carriera del gruppo musicale italiano… allora i parametri cambiano totalmente.

Voto 5

Ivano Faraci

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