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Savona, Teatro Chiabrera – Madama Butterfly.

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Photo: Luigi Cerati.

Il Teatro Chiabrera di Savona, per la stagione lirica autunnale dell’Opera Giocosa, rende omaggio a Giacomo Puccini per il centenario della sua morte, ma soprattutto, a Renata Scotto. A un anno dalla scomparsa del grande soprano, il teatro della città che le diede i natali e vide giovanissima il suo debutto sulle scene, affida infatti a Renato Bonajuto una ripresa della regia di Madama Butterfly che il grande soprano curò nel 2019 per la stagione estiva savonese. Allora, come oggi, protagonista fu Clarissa Costanzo e la regia vuole in qualche modo essere un segnale di stima, di amicizia e collaborazione sulle scene descritta con parole commosse e sincere da Bonajuto nel programma di sala. Le sue non sono note di regia, ma appunto un omaggio a una donna che ha dedicato tutta la vita al palcoscenico con un amore e una passione per la parola – come ben scrive Bonauto – “scandita e pronunciata limpidamente”, nella quale “Renata trovava la chiave per entrare nell’anima del personaggio. Per onorare la parola occorre certamente studio ma, soprattutto, serve un’intelligenza artistica che pochi altri hanno avuto nella stessa misura di Renata Scotto”.

Photo: Luigi Cerati.

Per riprendere la fila di una regia che rimanda al pensiero che di quest’opera aveva Renata Scotto, contestualizzato all’interno di un contenitore scenico che proviene dal Teatro Coccia di Novara, con la casa nipponica a soffietto costruita su praticabili lignei con pannelli finemente decorati a motivi floreali dipinti su fondi dorati e di color ocra e con costumi raffinatamente eleganti di Artemio Cabassi, Bonajuto cerca di cogliere l’emozione straziante dell’abbandono. Non concepisce l’opera come un racconto di turismo sessuale, bensì come la storia di una donna chiusa pertinacemente nell’idea di essere amata da un uomo che l’abbandona, ma che lei non vuole vedere come tale fino al momento in cui il suo sogno crolla dinanzi all’evidenza dei fatti. Paga la sua ingenuità a caro prezzo, con il crollo delle sue illusioni e affronta l’onda d’urto del dramma con commosso intimismo. La regia costruisce assai bene questa idea all’interno di un contesto visivo d’impronta tradizionale, con luci poeticamente evocative e una cura dei particolari che ricorda la limpida analisi che la Scotto stessa metteva nelle sue regie, ponendo l’esperienza di interprete al servizio della drammaturgia e concentrandola sull’essenza del testo in rapporto alla musica.

Fortuna vuole che questo spettacolo sia sostenuto da una direzione d’orchestra, quella del giovane e talentuosissimo Cesare Della Sciucca, alla testa dell’Orchestra Sinfonica di Savona, che procede verso questo stesso indirizzo, perché è asciutta e attenta al dipanarsi del racconto cogliendo quell’intimo dolore che trova modo di caricarsi di una forza interiore sempre teatralissima nel modo di condurlo in musica, con dinamiche e colori che si fanno intensi tanto più il dramma dell’abbandono trova modo di esprimersi con umanissimo coinvolgimento senza perdersi in inutili estetismi nel primo atto, badando sempre al concreto con un controllo attentissimo del palcoscenico.

Photo: Luigi Cerati.

Peccato notare che Clarissa Costanzo, cantante dai molti meriti, fra i quali vanno citati la bellezza del timbro, intenso, rigogliosissimo e dalle screziature brunite, fatichi non poco e rendere uniforme un’emissione spesso disomogenea e con tendenza a fissità in acuto poco controllate. Il disagio si percepisce soprattutto nel primo atto, dove le manca la commossa e ingenua tenerezza richiesta, oltre che il gioco di un fraseggio delicato e lezioso. Quando la temperatura drammatica cresce nel corso dell’opera, la cantante riesce a offrire un’interpretazione di bella intensità, con “Un bel dì vedremo” ben attaccato ma espressivamente non sempre persuasivo. Nel finale accentua il pedale dello slancio e della concitazione emotiva anche se vocalmente, a onta dell’indubbia espansione sonora, appare troppo disordinata. Una prova, insomma, alterna.
Va invece lodato il tenore David Esteban, Pinkerton scenicamente risolto senza accentuarne troppo la sfottente spregiudicatezza. Sfoggia da subito, nel primo atto, un bel timbro e, in “Amore o grillo” e in “Bimba dagli occhi pieni di malia”, si impone per la bella e facile linea di canto, oltre che per una sincera accuratezza espressiva. Sale in acuto con sicurezza in “Addio fiorito asil”, dove svela per di più una commozione così coinvolgente da rendere il suo rimorso, per i pochi istanti dell’aria, quasi sincero, senza mai eccedere in una inopportuna foga spavalda.
Ottimo anche Paolo Ingrasciotta, baritono solitamente impegnato in parti comiche e qui al suo felice debutto come Sharpless, al quale dona una presenza scenica elegante, addirittura nobile, e una linea di canto composta, raffinatamente commisurata all’idea di concepire il personaggio con venature profondamente umane che rendono la sua interpretazione sicuramente singolare e ben definita nel rapporto di sincera e compassionevole vicinanza al dolore di Cio-Cio-San.
Buone anche le prove di Carlotta Vichi, una Suzuki timidamente interiorizzata nell’accompagnare con cura fedele la sua padrona, e di Raffaele Feo, un Goro scenicamente ben caratterizzato e dalla voce sonora e incisiva. Completano più che degnamente la locandina degli interpreti Yongheng Dong (Lo Zio Bonzo), Wooseok Choi (Il principe Yamadori), Valentina Dell’Aversana (Kate Pinkerton), Rza Khosrovzade (Il Commissario Imperiale), Riccardo Montemezzi (L’Ufficiale del Registro) e Camilla Alessi (Dolore).
Dopo l’omaggio a Puccini di questa Madama Butterfly, accolta con vivo successo e con la presenza in sala di Laura Anselmi, figlia della Scotto, la stagione lirica autunnale dell’Opera Giocosa prepara la prima assoluta, prevista il prossimo 9 novembre, dell’opera Il caso Pertini di Giovanni D’Aquila.

Teatro Chiabrera Savona – Stagione Lirica Autunnale 2024
MADAMA BUTTERFLY
Opera in tre atti
Libretto di Giuseppe Giacosa Luigi Illica
Musica di Giacomo Puccini
Cio-Cio-San Clarissa Costanzo
Pinkerton David Esteban
Sharpless Paolo Ingrasciotta
Goro Raffaele Feo
Suzuki Carlotta Vichi
Lo zio Bonzo Yongheng Dong
Il principe Yamadori Wooseok Choi
Kate Pinkerton Valentina Dell’Aversana
Il Commissario Imperiale Rza Khosrovzade
L’Ufficiale del Registro Riccardo Montemezzi
Dolore Camilla Alessi
Orchestra Sinfonica di Savona
Coro del Teatro dell’Opera Giocosa
Direttore Cesare Della Sciucca
Maestro de coro Gianluca Ascheri
Regia Renata Scotto
Ripresa da Renato Bonajuto
Aiuto regia Siria Colella
Scene Teatro Coccia di Novara
Costumi Artemio Cabassi
Coproduzione con la Fondazione Teatro delle Muse di Ancona
e con la Fondazione Rete Lirica delle Marche
Savona, 18 ottobre 2024

Alessandro Mormile

Fonte: connessiallopera.it

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