L’Editoriale del Sociologo Vladimiro Modolo.
E’ finita in guerriglia la prima giornata transnazionale di protesta contro le politiche dell’austerità imposte dai gioverni europei per far fronte alla crisi economica.
Centinaia di migliaia di persone hanno manifestato contro i tagli alla spesa pubblica, le politiche d’austerità e le gravose misure fiscali applicate ai cittadini dei paesi PIGS(Portogallo-Italia-Grecia-Spagna), quelli cioè maggiormente colpiti dalla recessione.
In Italia, oltre a CGIL FIOM e COBAS, è sceso in piazza anche il movimento degli studenti contro i tagli alla scuola pubblica. Iniziative e manifestazioni in 80 città hanno caratterizzato la giornata di mobilitazione con blitz e cortei. A Torino dove sono stati bruciati documenti davanti all’agenzia delle entrate e dove c’è stata l’irruzione al palazzo della provincia da parte dei No Tav, a Trieste dove la Polizia ha fermato un tentativo di irruzione alla Prefettura a Napoli dove sono stati occupati i binari della stazione centrale fin poi a Roma dove uova e vernice sono stati lanciati in una sede della Cisl.
Scontri e tensioni quasi ovunque dove la Polizia è intervenuta per disperdere cortei spontanei o sit-in.
In cinquantamila hanno sfilato a Roma per le vie del centro. La manifestazione, inizialmente pacifica, è poi degenerata verso le 14 quando nei pressi di Ponte Sisto, un gruppo di studenti con indosso caschi e scudi di protezione si è avvicinato alle forze dell’ordine, subendo una serie di cariche durate diversi minuti e proseguite fin dentro le vie più interne, che hanno provocato diversi feriti.
140 identificati, 50 fermi ed una decina di studenti arrestati. Feriti anche tra le forze dell’ordine per via di sassi e petardi lanciati da alcuni manifestanti. Solite reazioni di condanna dal mondo politico di destra e di sinistra, che hanno finito col far scivolare in secondo piano le ragioni della protesta. Uniche voci fuori da coro quelle di Grillo e Saviano, il primo che in un post ha invitato le forze dell’ordine a sottrarsi “dal difendere l’indifendibile” ed il secondo, che, con toni più pacati, oltre a sognare cortei di agenti e studenti ha evidenziato in modo negativo la tendenza alla spettacolarizzazione mediatica senza attenzione ai contenuti.
La ministra Cancellieri ha difeso l’operato delle forze dell’ordine parlando di immagini che non mostrano i fatti per intero.
Immagini che mostrano pestaggi in molti casi ingiustificati ai danni di ragazzini, lacrimogeni che piovono dal palazzo del ministero della giustizia, madri che implorano i poliziotti di smettere di manganellare i propri figli, ma soprattutto immagini di una città, un paese ed un intero continente ridotti allo stremo da una crisi di cui di fatica ad intravedere la fine. Giovani, ventenni, trentenni e quarantenni senza un lavoro stabile ed una prospettiva ma che il 14 Novembre hanno scelto di scendere in piazza per provare a riprendersi il proprio futuro.
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