Secondo i sindacati l’adesione è del 75%. Ripresentato un emendamento alla Stabilità che prevede un concorso straordinario per consentire agli ospedali di rispettare la nuova legge che limita la lunghezza dei turni di lavoro. Ma le risorse dovrebbero trovarle le Regioni, risparmiando su posti letto e prestazioni “superflue”. E se ne parla solo nel 2017: nel frattempo solo contratti a termine. L’ennesimo dietrofront del governo, che lunedì notte ha ripresentato un emendamento alla legge di Stabilità con cui dà il via libera a un concorso straordinario per medici e infermieri, non è bastato. I camici bianchi, come annunciato già all’inizio di novembre, sono in sciopero per 24 ore in segno di protesta contro la riduzione dei fondi per la sanità pubblica e un piano di assunzioni che considerano ancora troppo fumoso e lontano nel tempo. L’adesione, secondo i sindacati di categoria, è del 75%, e sono a rischio 2 milioni di prestazioni ospedaliere e ambulatoriali tra cui 250mila visite pediatriche. Questo mentre il Servizio sanitario nazionale è alle corde a causa dell’entrata in vigore delle nuove norme sui turni di lavoro e i riposi obbligatori: è di ieri la notizia che in un ospedale sardo sono saltati dei trapianti di reni perché i chirurghi avevano superato le 13 ore di lavoro e hanno dovuto posare il bisturi. Un caos che dura da quasi un mese e che l’emendamento governativo non risolve in modo definitivo, oltre al fatto che non mette nero su bianco il numero degli ingressi in organico. Nonostante il ministro della Salute Beatrice Lorenzin avesse parlato di un fabbisogno “indicativo” di 6mila persone.