Per Eurostat la cessione dei crediti fiscali senza limiti e’ debito pubblico.
Continuano le complicazioni sul Superbonus. Una parte consistente dei crediti fiscali generati dal 110% e dalle altre agevolazioni edilizia potrebbe ricadere sotto la voce spese per lo Stato. E in prospettiva avere effetti sull’indebitamento, anche se gli impatti non sono sicuri. Molto dipenderà da come sarà letta l’interpretazione estensiva di crediti pagabili che Eurostat dà nell’ultima edizione del Manuale sul debito e il deficit.
Da tempo, scrive MF-Milano Finanza, il trattamento contabile dei crediti fiscali è oggetto di discussioni nell’ambito del gruppo di lavoro sulle questioni metodologiche delle statistiche sulle procedure per deficit eccessivo. Come spiegato dalla sottosegretaria all’Economia, Lucia Albano, in risposta a una interrogazione alla Camera in base alle regole comunitarie, «i crediti pagabili sono quelli di cui si può prevedere con ragionevole certezza che saranno integralmente fruiti dal beneficiario indipendentemente dalla dimensione del debito fiscale di quest’ultimo al momento della maturazione degli stessi».
Il manuale aggiornato, pubblicato il primo febbraio sul sito dell’istituto europeo di statistica, precisa che tale definizione deve essere intesa nel modo più ampio possibile. Un cambio di rotta che per l’Italia potrebbe tradursi in maggiore indebitamento. I crediti devono essere considerati “pagabili” se c’è un’alta possibilità che questi non vadano persi. Il punto centrale è se il credito sarà utilizzato a un certo punto dal beneficiario iniziale o da terzi. Rientrano quindi nella categoria anche i crediti trasferibili, quelli differibili nel tempo, senza limiti, o quelli che permettono di compensare un debito fiscale totale piuttosto che una tassa specifica. Un cambio di rotta per la classificazione del Superbonus, considerato a giugno 2021 come “non pagabile”, anche se soltanto in via temporanea, in attesa di approfondimenti metodologici, in particolare sugli aspetti della cedibilità.
Sempre nella risposta preparata dagli uffici del ministero dell’Economia e delle Finanze, la sottosegretaria Albano ricordava a metà gennaio i tre criteri secondo i quali il manuale considera pagabili i crediti: cedibilità, differibilità dell’utilizzo ad anni successivi, possibilità di compensare i crediti con qualunque tipo di imposta o contributo sociale.
«Tali caratteristiche del credito, aumentando la probabilità di effettivo utilizzo del beneficio fiscale, determinano la sua classificazione come pagabile», sottolineava la sottosegretaria. Secondo i dati forniti in Parlamento dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, l’ammontare dei crediti relativi al periodo ottobre 2020-novembre 2022 si aggirava attorno a 99,4 miliardi di euro. Fonti vicine al dossier spiegano comunque che sulla classificazione ci può essere spazio di manovra. Il manuale è corposo, conta quasi 500 pagine, e si prevede un lungo lavoro di interpretazioni. Sono quindi in programma nuovi incontro tra Eurostat, Istat e Ragionerie dello Stato.