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A cosa serve la rabbia?

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L’Angolo della Psicologa con la Dott.ssa Marisa Nicolini

A cosa serve la rabbia?

Considerata una delle emozioni fondamentali, la rabbia ha un indubbio significato nella nostra esperienza di vita… ma quale?

Non c’è persona al mondo che non abbia sperimentato, di quando in quando, quel sentimento a volte devastante che è la rabbia. Questa emozione, solitamente considerata negativa, da evitare, in effetti diventa negativa, e persino distruttiva, quando non viene riconosciuta da chi la prova e non viene in qualche modo espressa nel momento in cui si presenta, ossia quando viene repressa.

Il problema è che fin dalla più tenera età ci viene insegnato che è brutto e sbagliato esprimere la collera. Ancora oggi questa emozione viene considerata inopportuna, irragionevole, associata all’aggressività e al “nervoso”.

La gente è spesso spaventata dalla propria rabbia. Si teme, infatti, che essa possa spingere  a compiere qualche azione dannosa e, di conseguenza, ci si rifiuta di prestare attenzione alla collera degli altri e si esita ad esprimere la propria rabbia, arrivando a inibirla il più possibile.

Reprimendola, però, è più probabile che la rabbia esploda in momenti inopportuni e soprattutto verso persone e situazioni che hanno poco a che fare con la causa originale della rabbia che si scatena dentro di noi, ed è anche più probabile che tentiamo di prendercela con chi crediamo sia più debole di noi, magari per mantenere un senso di potere. Ma la rabbia repressa si ritorce contro noi stessi con attacchi depressivi e alimenta un sentimento di inferiorità; inoltre, quando la mente non riesce più a gestire i conflitti, il corpo ne soffre. Numerose affezioni psicosomatiche come mal di schiena, ulcere, psoriasi possono essere legate all’inibizione della rabbia.

E’ fondamentale dunque, per la nostra salute psico-fisica imparare ad esprimere la collera in maniera costruttiva ed appropriata.

Senza rabbia si è privi di protezione, senza rabbia siamo alla mercè delle reazioni altrui.

Al contrario, la rabbia usata costruttivamente aiuta a sviluppare fiducia in se stessi: è importante riconoscerla – nel momento in cui emerge – per quello che è, ossia un meccanismo di protezione che ci segnala che c’è qualcosa che non va, una reazione di insoddisfazione intensa, suscitata generalmente da una frustrazione che ci riguarda e che giudichiamo inaccettabile. Dunque la rabbia, comunque venga espressa, in modo esplosivo o in forma silente, agisce come un segnale d’allarme. La nostra rabbia ci mette a conoscenza del fatto che in quel momento ci sono cose che ci fanno del male, che i nostri diritti vengono violati, che i nostri bisogni e i nostri desideri non sono soddisfatti.

Come esprimere la rabbia 

Comunicare la rabbia non significa, comunque, lasciarsi andare a comportamenti irosi.

Forniamo alcuni consigli utili per fare in modo che questa emozione diventi costruttiva.

Depotenziare l’emozione parlandone con un terzo

Per rendere possibile un approccio più disteso alla discussione con la persona che ci ha fatto arrabbiare, può essere utile scaricare preventivamente le proprie tensioni telefonando, ad esempio, ad un amico per raccontargli l’accaduto. Questo serve a smorzare il primo moto di collera, quello più aggressivo, senza contare che una terza persona potrebbe suggerirci un modo diverso di guardare le cose.

Chiarirsi le idee

Avere un’idea precisa di cosa si sente dentro e di cosa ci si aspetta possa accadere dopo una discussione, aiuta a mettere a fuoco le cose da dire, gli argomenti da mettere in campo, in modo che l’emozione non prenda il sopravvento facendoci sfuggire il controllo della situazione. Per acquisire chiarezza, può essere utile porsi alcune domande:

  • che cosa ha scatenato la mia collera?
  • il mio interlocutore mi ha urtato intenzionalmente o per errore?
  • sono sicuro di non essermi sbagliato sulle sue intenzioni? O di non aver mostrato eccessiva suscettibilità?
  • la situazione merita una reazione decisa?
  • ho considerato delle alternative per sdrammatizzare?
  • spetta al mio interlocutore cambiare o farei meglio a spiegarmi diversamente?
  • che risultati mi aspetto dalla nostra collera?

Esprimere le proprie idee

E’ necessario farlo dopo aver placato le proprie emozioni. L’atteggiamento da adottare è di tipo assertivo, evitando dunque di scadere in eccessi di alcun tipo, quali le ingiurie e le accuse.

Lo scopo è quello di ristabilire un equilibrio e non di schiacciare l’interlocutore, definendo con precisione ciò che ci ha disturbato, comunicando  le nostre emozioni, condividendo le nostre aspettative, esprimendo i nostri bisogni attuali e le motivazioni.

Il beneficio di esprimere la collera va oltre il sollievo di togliersi un peso: significa ridefinire le relazioni con se stessi e con gli altri.

Come il corpo manifesta la rabbia?

Per quanto siano estremamente forti le pressioni educative e sociali utilizzate per evitare la manifestazione della rabbia, essa possiede una tipica espressione facciale, ben riconoscibile in tutte le culture studiate. L’aggrottare violento della fronte e delle sopracciglia e lo scoprire e digrignare i denti, rappresentano le modificazioni sintomatiche del viso che meglio esprimono l’emozione della rabbia.

Tutta la muscolatura del corpo può estendersi fino all’immobilità.
Le sensazioni soggettive più frequenti possono essere: la paura di perdere il controllo, l’irrigidimento della muscolatura, l’irrequietezza ed il calore. La voce si fa più intensa, il tono sibilante, stridulo e minaccioso. Potenzialmente, l’organismo si prepara all’azione, all’attacco e all’aggressione!

Le variazioni psicofisiologiche sono quelle tipiche di una forte attivazione del sistema nervoso autonomo simpatico, ossia: accelerazione del battito cardiaco, aumento della pressione arteriosa e dell’irrorazione dei vasi sanguigni periferici, aumento della tensione muscolare e della sudorazione.

E infine, ricordate che tutti gli studi sugli effetti dell’inibizione delle manifestazioni aggressive sembrano indicare che chi non esprime in alcun modo i propri sentimenti di rabbia tende a conservarli più a lungo, quindi a soffrire per più tempo!

MARISA 16 NOVEMBRE 1

Dott.ssa Marisa Nicolini

La Dott.ssa Marisa Nicolini è psicologa e psicoterapeuta, abilitata all’insegnamento della Psicologia Sociale e Consulente Tecnico d’Ufficio del Tribunale di Viterbo.

Collabora, tra l’altro, con la Casa di Cura “Villa Rosa” di Viterbo e con la “Clinica Parioli” di Roma e riceve presso lo Studio di Psicologia Clinica e Giuridica in Via A. Polidori, 5 – Viterbo, cell. 3288727581, e-mail m_nicolini@virgilio.it

Collabora con le Associazioni AIAF (Avvocati di Famiglia e Minori), Donne per la Sicurezza onlus ed è membro del Comitato Scientifico del Centro studi Criminologi, Giuridici e Sociologici di Viterbo.

Potete conoscere meglio le sue attività al seguente link:

www.marisanicolinipsicologaviterbo.freshcreator.com

Inoltre potete seguire le sue attività consultando la pagina Facebook http://www.facebook.com/pages/Studio-di-Psicologia-Clinica-e-Giuridica-Drssa-Marisa-Nicolini/177076385739068?ref=ts&fref=ts

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