“Ho bisogno di essere me stessa e nessun’ altra, mi sento supersonica” potrebbero essere le parole che vanno a riassumere la carriera di Mikaela Shiffrin; in realtà la canzone degli Oasis è stata pubblicata un anno prima della nascita dell’americana. Oggi la ragazza supersonica ha firmato in maniera indelebile il suo nome nella storia dello sport, è diventa un’icona globale al pari non solo dei suoi colleghi sciatori come Stenmark o Maier, ma è entrata all’interno di un Olimpo che la pone su un piano di parità con dei simboli sportivi come Federer, Jordan, Schumacher, Federica Pellegrini, insomma i più grandi in assoluto. A Sankt-Moritz la Shiffrin ha ottenuto la vittoria numero 100 della carriera e lo ha fatto nella specialità a lei meno congeniale, la discesa libera. Sommando i nove ori tra mondiali ed olimpiadi alle 91 tappe di Coppa del Mondo Her Majesty è in tripla cifra ed è la sciatrice più vincente della storia, ha superato anche lo svedese sopracitato e Lindsay Vonn.
Shiffrin 100, si realizza la profezia di Stenmark
”Mikaela è una sciatrice eccezionale, merita di battere ogni record, anche il mio. Quando la vidi ai mondiali in Svezia nel 2019 dissi che la credevo capace di battere il record i di Lindsey Vonn di 82 vittorie, ma anche di arrivare a quota 100” erano queste le parole che Ingemar Stenmark rilasciava a L’Equipe a ridosso della data in cui Mikaela oltrepassò il suo record di 86 successi, fino ad allora considerate le colonne d’Ercole dello sci alpino. L’11 marzo 2023 la Shiffrin andava oltre quel confine e da quel giorno ha iniziato a porre nuovi limiti navigando verso terre inesplorate probabilmente irraggiungibili. La centesima vittoria è l’ennesima scoperta, l’ennesima affermazione della sua superiorità che si è imposta ormai in ogni angolo del pianeta.
Shiffrin 100, il giorno in cui il mondo scoprì la Campionessa
Come detto, Mikaela Shiffrin è entrata nel cerchio ristretto deli eterni campioni dello sport, quei campioni che avvicinano i fan alla loro disciplina e ne diventano essi stessi un’icona. L’americana è la personificazione dello sci alpino mondiale, l’unica in grado di unire i tifosi di ogni nazionalità e il simbolo di una generazione di sciatori. Fin dalla sua prima discesa si capiva che non ci si trovava di fronte ad un’atleta qualsiasi, e neanche ad una vincente come tutte le altre. La sua storia di successi ha inizio il 20 dicembre 2012, ad Are in Svezia, ma i riflettori continuavano ad essere puntati su altre campionesse come Lindsey Vonn, Tina Maze, Anna Fenninger o Viktoria Rebensburg. È con Schaldmig 2013 e Sochi 2014 che arrivano le prime firme storiche negli albo d’oro olimpici e mondiali, ma per giungere alla giornata che l’ha definitivamente instradata verso l’eternità bisogna attendere il 2015. Mikaela Shiffrin è nata a Vail il 13 marzo 1995 e quando ha quasi compiuto quattro anni, nelle piste che sovrastano la sua cittadina del Colorado si tengono i mondiali di sci. L’edizione del 1999, è ricordata per gli ori di Hermann Maier e del team austriaco, ma anche per la disfatta del paese ospitate. Fu un’edizione in cui gli Stati Uniti non andarono mai oltre il sesto posto di Fleischer in Super G. Il fallimento a stelle e strisce di Vail 1999 chiedeva riscatto, chiedeva dei nuovi portabandiera dello sci americano che presto divennero Vonn, Bode Miller, Ted Ligety, Julia Marcuso ecc…. Il giorno in cui l’America cancellò la disfatta di Vail 1999, coincide con la vittoria più romantica di Mikaela Shiffrin. Il 14 febbraio 2015, a meno di un mese dal suo ventesimo compleanno, la ragazza di casa taglia il traguardo della Birds of Prey con 34 centesimi di vantaggio rispetto a Frida Hansdotter e si laurea campionessa del mondo di slalom speciale, nel suo paese, nella sua città. È il momento in cui la Regina viene incoronata e tutt’oggi continua ad occupare il trono.