IQ. 7/12/2012 – La comunità internazionale deve continuare a promuovere una soluzione politica alla crisi siriana con l’uscita di scena di Assad, sostenendo la Coalizione delle opposizioni costituitasi a Doha.
E’ questa la posizione dell’Italia ribadita dal ministro Giulio Terzi nel corso di un incontro a Roma con il primo ministro libanese, Najib Mikati. Terzi ha poi garantito l’impegno italiano, anche attraverso l’Unione Europea, per limitare le ripercussioni politiche, sociali ed umanitarie del conflitto siriano in Libano.
130.000 rifugiati in Libano
Forte preoccupazione è stata in particolare espressa, nel corso dell’incontro, per le drammatiche conseguenze umanitarie della situazione in Siria. In Libano sono presenti, secondo le ultime stime, oltre 130.000 rifugiati siriani: si tratta, nella comune valutazione di Terzi e Mikati, di un’emergenza che rischia di riflettersi pesantemente sulle prospettive dell’economia libanese e sulla capacità del Paese di attrarre turismo ed investimenti. E’ in tale contesto che il capo della diplomazia italiana ha ricordato come l’Italia stia intensificando il suo impegno a favore dei profughi siriani, anche con aiuti, per oltre un milione di euro, che negli ultimi mesi sono stati specificamente destinati alle donne ed ai bambini che hanno trovato rifugio in Libano.
Solidarietà concreta con la Turchia
L’incontro Terzi-Mikati si è svolto all’indomani della riunione dei ministri degli Esteri della Nato, che ha avuto al centro dei lavori proprio la situazione in Siria. A Bruxelles è stato deciso di dare luce verde al dispiegamento dei missili Patriot chiesti da Ankara per difendere la frontiera con la Siria. Per Terzi l’iniziativa serve solo a dimostrare solidarietà concreta con la Turchia, paese nella Nato, e “non ha nulla a che vedere con l’instaurazione di “no-fly zone” o di ipotesi di preparazione di azioni militari contro il regime siriano”. La Nato ha anche stigmatizzato l’eventuale uso di armi chimiche da parte di Damasco. Una linea rossa invalicabile anche per la Russia, che ha fatto sapere di non accettare alcuna violazione dei trattati internazionali.