Home Rubrica L'ANGOLO DI ASCLEPIO STORIA DELLA CHIRURGIA ANTICA: AL DI LA’ DELL’OCEANO.

STORIA DELLA CHIRURGIA ANTICA: AL DI LA’ DELL’OCEANO.

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foto personale dal viaggio dell'autore in Messico, zona archeologica Monte Alban.

Concezioni mediche e chirurgiche si svilupparono in età preistorica e antica anche nel continente americano. Ciò che accumunava i popoli nordamericani dalle civiltà del Sud America era sicuramente una interpretazione della malattia e della medicina di tipo animista, legata agli spiriti e alla religione.

Vediamo dunque che, nonostante tra popoli occidentali, orientali e americani vi fossero diverse migliaia di chilometri di distanza e un vasto Oceano che li avrebbe divisi fino al 1492, molte pratiche e credenze fossero comuni, sviluppatasi indipendentemente: ad esempio, anche in queste civiltà troviamo una sorta di separazione delle carriere tra il chirurgo, più pratico e artigiano, e il medico-sciamano, più legato alla magia.

Dalle ricerche archeologiche è emerso che le civiltà meso e sudamericane svilupparono delle tecniche più avanzate rispetto ai pellerossa nordamericani. Nonostante ciò la pratica della trapanazione cranica è documentata come ubiquitaria in tutto il continente.

L’idea di creare uno foro nel cranio deriva dalla convinzione che l’apertura favorisse la fuoriuscita di esseri maligni e veniva praticata a tutti coloro che mostrano un comportamento anormale, ma anche come trattamento per l’emicrania e l’epilessia; effettivamente molte persone ne traevano giovamento a causa della riduzione della pressione intracranica determinata da un’apertura condotta fino alla Dura Madre.

I reperti ci mostrano una grande attività in questo senso da parte degli Inca: l’evidenza di segni di guarigione sui teschi ritrovati, fa pensare alla sopravvivenza del paziente e, di conseguenza, all’intento curativo della procedura. Discorso diverso va fatto, invece, per le civiltà Mesoamericane, in quanto, i ritrovamenti riguardano prevalentemente interventi eseguiti post-mortem, forse retaggio di pratiche volte a ricavare dei trofei rituali dai nemici uccisi.

I popoli preistorici e precolombiani americani mostrarono una elevata conoscenza delle proprietà di piante e fiori: famoso l’uso della coca, del tabacco e del cacao, accanto al meno noto utilizzo di yagè (sostanza psichedelica usata nei riti sciamanici), del yopo (dagli effetti allucinogeni e usata per comunicare con gli spiriti) e del curaro (da noi utilizzato in corso di anestesia come miorilassante, allora sfruttato come veleno in cui immergere le punte delle frecce).

Nel sito archeologico di Monte Alban, in Messico, vicino alla città di Oaxaca, dove sorgono le rovine della civiltà degli Zapotechi, furono ritrovate alcune incisioni anatomiche e la descrizione di interventi come il parto cesareo, la riduzione di fratture, l’estrazione dentaria e il drenaggio di ascessi.

Sembra che i chirurghi più esperti e maggiori conoscitori dell’anatomia fossero gli Aztechi, popolo guerriero, che costruì le proprie conoscenze chirurgiche grazie alle battaglie, alla cura dei guerrieri e ai sacrifici rituali che infliggevano ai nemici. I chirurgi Aztechi probabilmente furono il primo esempio di separazione tra diverse branche specialistiche: è nota la figura del traumatologo, conosciuto con il nome di teomiquetzan, che seguiva gli eserciti in battaglia in quanto era esperto in ferite di guerra, e la tlamatlquiticitl, che eseguiva l’attività ostetrica, seguiva le gravidanze ed era in grado di indurre il parto, utilizzando l’estratto di alcune piante che contenevano ossitocina.

È affascinante scoprire come civiltà antiche, benché prive delle nostre conoscenze e tecnologie, riuscissero in procedure chirurgiche estremamente avanzate per l’epoca, grazie a conoscenze empiriche e osservative, nonostante fossero ancora contaminate da pensiero magico e religioso.

Curioso, inoltre, è pensare quanto lo smembramento dei corpi dei nemici, praticato dagli Aztechi, come sacrificio rituale, sia stato propedeutico alla creazione di una cultura anatomica fra le più avanzate del continente.

Lo studio delle attività chirurgiche dei popoli antichi ci fa comprendere come essi, pur mancando di basi scientifiche moderne e pur con conoscenze rudimentali, fossero molto più avanzati di quanto potremmo pensare.

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