“Centonovantasei euro. Questa la quota che i cittadini romani dovranno pagare entro il 16 dicembre come saldo della tasi, la tassa sui servizi indivisibili, sostitutiva dell’Imu. Ammonta a 391 euro il totale dell’importo nella Capitale, il più alto in Italia dopo Torino (403 euro). Non va meglio nella altre province del Lazio dove, nonostante l’importo medio sia inferiore a quello di Roma, rimane però più elevato della media nazionale dei comuni italiani, pari a 156 euro. Viterbo in testa con 221 euro, di cui 111 da saldare entro il 16 dicembre. Seguono Frosinone con 213 euro (saldo dicembre 107 euro), Rieti con 193 euro complessivi, di cui 97 adesso e, infine, Latina con un costo medio di 177 euro (e un saldo di 89 euro). La situazione del capoluogo pontino risulta però differente rispetto alle altre province, poiché è l’unica a diversificare gli importi tra famiglie senza figli e con un figlio a carico. Nel primo caso si pagheranno 189 euro totali, nel secondo 164”. Così una nota della Uil Lazio.
“Una tassa – commenta il segretario generale della Uil di Roma e del Lazio, Pierpaolo Bombardieri – che, seppure inferiore all’Imu in molte città, Roma inclusa, risulta però molto più iniqua poiché agevola i proprietari delle abitazioni con rendita catastale più elevata e penalizza le rendite inferiori, quelle invece favorite dall’Imu o addirittura esentate. Inoltre, nella maggior parte dei casi non fa distinzione tra famiglie con o senza figli a carico, generando così ulteriori disuguaglianze. Visibili anche nel fatto che per la prima volta anche gli inquilini, soggetti sicuramente non privilegiati, sono costretti a versare una quota per un’abitazione non di proprietà”. “Per l’inquilino – spiega – l’importo si calcola come prima casa, ma dovrà pagare con le aliquote previste per gli altri immobili. Sulla base della rendita catastale dichiarata dal proprietario, la sua quota di tributo varia tra il 10 e il 30% del totale”. “Entro dicembre inoltre – ricorda Bombardieri – bisognerà pagare anche la tari, la nuova tassa sui rifiuti. E tra Tari e tasi la tredicesima dei lavoratori e’ già completamente impegnata. Quando addirittura non sufficiente, come nel caso di moltissimi pensionati, alle prese in questi giorni con calcoli rompicapo della tassazione”. “La Uil ha infatti calcolato che sono oltre 100 mila le possibili combinazioni previste dai singoli comuni italiani, dove oltre l’aliquota variano anche i criteri per le eventuali detrazioni. E c’è anche chi, come Ragusa e Olbia, ha scelto di non far pagare la nuova imposta”, conclude.
(Fonte Omniroma)