Passi avanti importanti nella chemioterapia e nell’immunoterapia per i pazienti italiani affetti da tumore gastrico (quinta neoplasia più comune e terza causa di decesso per tumore) con l’arrivo di due molecole per la malattia avanzata che potrebbero cambiare le prospettive e le strategie terapeutiche di chirurghi e oncologi.
L’epidemiologia sta cambiando: si modifica l’eziologia della malattia, cala la mortalità, in lieve ma costante crescita l’incidenza, si allunga la sopravvivenza. Ancora fortemente critica la diagnosi precoce, seppure si intravveda un tiepido aumento di anticipazioni diagnostiche.
Forte attenzione alle forme eredo-familiari, ancora sottodiagnosticate, per la cui identificazione serve implementare l’accesso ai test genomici sul territorio nazionale.
I massimi esperti italiani di tumore gastrico riuniti a Roma hanno discusso dei bisogni, delle nuove tendenze e opportunità per i pazienti durante il 7° Convegno nazionale sul tumore gastrico, promosso dall’Associazione “Vivere senza stomaco si può”. “Il Convegno di quest’anno ha avuto un ottimo riscontro tra gli specialisti arrivati da tutta Italia – commenta Claudia Santangelo, presidente di ‘Vivere senza stomaco si può’ – il nostro obiettivo come Associazione è disseminare le conoscenze sul tumore gastrico nella popolazione. Siamo consapevoli che sussistono ancora molte criticità, come la mancanza di diagnosi precoce, la diffusione capillare di definiti percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali sul territorio nazionale all’interno dei Centri di riferimento ancora troppo limitati numericamente e l’offerta di test genetici”.
Buone notizie però arrivano sul fronte della terapia con l’approvazione per l’Italia nelle ultime settimane di due molecole per i pazienti con tumore dello stomaco allo stadio avanzato di malattia. Anche se la percezione è che negli ultimi 2-3 anni, hanno commentato gli esperti nel corso del Convegno, si è assistito ad una ripresa dei nuovi casi che sono passati da 12.000 a 14.500. Fatto da attribuire in parte all’emergere di una diversa eziologia della malattia collegata agli stili di vita e che sembra avere una origine autoimmunitaria legata alla dieta. Questo spiegherebbe la ripresa dell’incidenza che negli ultimi trent’anni si era ridotta drasticamente.