Una grande crisi continua a colpire il turismo italiano, tanto che negli alberghi si segnala un calo del 71% delle presenze nelle città d’arte nel 2021 e, negli agriturismi di oltre 1 milione, rispetto al 2019. L’allarme arriva da due fonti diverse, Federalberghi e Coldiretti.
“Le grandi città, che nel 2019 rappresentavano un quinto delle presenze turistiche registrate in Italia, hanno subito un crollo del 71% nel 2021: è pressoché impossibile sopravvivere con questi dati” dichiara il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca. E le assenze più pesanti sono quelle dei turisti stranieri. La nuova ondata di contagi, inoltre, ha determinato un’ulteriore diminuzione delle già scarse presenze nelle strutture ricettive, aggravandone la situazione economica e finanziaria.
Situazione difficile anche nelle campagne. Con la ripresa dei contagi si segnala una situazione difficile in agriturismo dopo che il 2021 si è chiuso con quasi un milione di arrivi in meno rispetto al prima della pandemia e “la tenuta delle presenze nei mesi estivi non è stata certo sufficiente a colmare i pesanti vuoti degli altri periodi dell’anno nelle oltre 25 mila strutture agrituristiche presenti in Italia” segnala Coldiretti.
Il 2021 che si è appena concluso infatti ha visto appena 2,2 milioni di arrivi (-41,3% rispetto al 2019), il numero più basso dal 2010. La composizione degli ospiti rispetto alla nazionalità ha visto la prevalenza degli italiani con 1,5 milioni, in calo di circa mezzo milione rispetto all’anno precedente, mentre gli stranieri sono stati poco più di 669 mila, in calo di oltre 1,1 milioni rispetto al 2019. Il risultato – precisa la Coldiretti – è stato il dimezzamento del fatturato (-49%) che è sceso a 802 milioni di euro. E l’arrivo in questi giorni dei contributi previsti dal decreto del ministero del Turismo del 24 agosto 2021, a favore delle imprese turistico-ricettive per effetto della nuova crisi non è sufficiente a garantire la sostenibilità economica ed occupazionale delle strutture per le quali è necessario ora prevedere nuove misure di sostegno.
Intanto, per scongiurare la deflagrazione della crisi degli hotel, il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, fa sapere di essersi rivolto ai segretari generali delle organizzazioni sindacali Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs sollecitando un incontro urgente per l’esame delle prospettive del settore e per la verifica dell’attuazione delle richieste avanzate dalle parti sociali. “Ad oggi – segnala – non hanno trovato riscontro i pressanti inviti rivolti al Governo e al Parlamento per l’adozione di misure emergenziali in favore del settore che abbiamo a più riprese congiuntamente richiesto e, in particolare, la proroga degli ammortizzatori sociali Covid-19”. In relazione a quest’ultimo aspetto, “l’impedimento nel poter fare ricorso all’integrazione salariale di emergenza sta portando – nelle realtà maggiormente colpite dalla crisi – alle aperture di tavoli sindacali per la riduzione di personale. E’ evidente che si sta vivendo un dramma quotidiano, che rischia di provocare un contraccolpo durissimo ai 500mila lavoratori e di conseguenza alle loro famiglie” conclude Bocca.
Decisamente in controtendenza è invece il settore del vacation rental, ossia affitti brevi di ville e tenute di pregio che nel 2021 ha visto una crescita importante che sfiora il +12% rispetto al 2019, anno pre pandemia, secondo l’Osservatorio Emma Villas tra i principali operatori di questo segmento turistico in cui sempre più persone hanno messo a disposizione la propria villa, magari con piscina, per gli affitti stagionali, complice il desiderio di trascorrere vacanze appartate senza rinunciare alle comodità.
Fonte: Turismo, crollano presenze negli hotel delle città d’arte e negli agriturismi – Adnkronos.com