Home ISTITUZIONI E POLITICA Tutti i dubbi su AZ e J&J ai giovani

Tutti i dubbi su AZ e J&J ai giovani

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Dubbi, enormi, sui vaccini a vettore virale per i più giovani. L’AIFA lo aveva già detto chiaramente: AstraZeneca e Johnson & Johnson vanno somministrati preferibilmente agli over 60, perché tra chi ha meno di 60 anni, e in particolare meno di 40 ed è donna, si sono registrati alcuni casi di trombosi che non possono non essere presi in considerazione. Nessun allarmismo, ma cautela sì.

Sulla base dei dati pubblicati su Science ad aprile riferiti al Regno Unito è emerso che il rischio di complicazioni gravi di questo vaccino, come la trombosi associata a trombocitopenia, tra i 20 e 29 anni era di 1,1 per 100mila, mentre il rischio di avere una forma grave di Covid per quella fascia d’età va da 0,8 a 6,9 per 100mila. E dunque, massima attenzione.

L’Ema-Agenzia europea del farmaco, dal canto suo, aveva scelto di non sconsigliare le somministrazioni per genere o fasce d’età, lasciando la decisione ai singoli Stati, in base alle specifiche esigenze. Che però, tradotto, ha significato che ognuno sta gestendo la campagna vaccinale in modo diverso.

L’Italia aveva deciso di aggiornare il foglietto illustrativo di AstraZeneca, consigliando il vaccino sopra i 60 anni d’età “sulla base delle attuali evidenze, tenuto conto del basso rischio di reazioni avverse di tipo tromboembolico a fronte dell’elevata mortalità da Covid-19 nelle fasce di età più avanzate”. Ma le Regioni poi, per via dell’autonomia di cui sono dotate, si sono mosse in ordine sparso.

Diversi gli esperti che in questi giorni hanno chiesto lo stop. 

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