E’ profondo rosso per l’Udc. Il partito guidato da Lorenzo Cesa, che di recente, insieme all’Ncd di Angelino Alfano è confluito in Area popolare, ha chiuso il 2014 con un disavanzo complessivo di un milione 941mila 558 euro. Un risultato, si legge nella relazione gestione dell’ultimo bilancio approvato lo scorso 3 giugno, determinato “principalmente dall’esiguità dei proventi conseguiti”, sia per effetto dell’abolizione del finanziamento pubblico, sia per il ”modesto ammontare delle erogazioni liberali ricevute”.
A lanciare l’allarme è la Moore Stephens Sicilia Srl (la società che ha svolto la revisione contabile sul rendiconto di esercizio dell’Udc), la quale, nell’evidenziare le ingenti perdite del movimento, parla di “incertezza rilevante che può far sorgere dubbi significativi sulla continuità aziendale del partito”.
L’Udc non è il solo a rischiare il default. “Il problema riguarda tutti – assicura Lorenzo Cesa – tutti i partiti che attualmente occupano la scena politica sono destinati a fallire. La nostra società di revisione ha semplicemente detto la verità, come dovrebbero fare le società di revisione degli altri partiti”. L’origine di tutti i guai, secondo Cesa, è rappresentata dall’abolizione del finanziamento pubblico: “Senza i contributi dello Stato, ormai, nessuno riesce più a tenersi in piedi. Certo, vengono messe in campo iniziative di solidarietà che coinvolgono gli stessi parlamentari, ma questo non basta”, ha concluso Cesa.