LE UNIONI
Dai dati elaborati dalla Uil Fpl risulta, ad esempio, che all’ospedale San Filippo Neri vengono accorpati i reparti di Otorinolaringoiatria, Maxillo facciale e Oculistica; la Cardiologia con la Cardiochirurgia toracica; l’Oncologia con Broncopneumologia. Una soluzione che, secondo il sindacato, comporta un taglio del 30 per cento circa dei posti letto nei reparti interessati. Alla Uil risulta, inoltre, che al policlinico Sant’Andrea ci sono accorpamenti di specialità chirurgica con un taglio medio del 25% dei posti letto. Ridotta dall’inizio di luglio fino a settembre anche l’attività operatoria di elezione, ossia programmata. Al San Camillo-Forlanini il piano ferie prevede, invece, l’unione di Chirurgia generale 2 con Maxillo facciale e Chirurgia plastica, di Ginecologia con Ostetricia. Il tutto con una riduzione media in questi reparti, secondo la Uil Fpl, di circa il 35 per cento dei posti letto. Nel periodo estivo viene ridotta anche l’attività dell’ambulatorio diabetici, di neurologia e dermatologia.
L’ESCAMOTAGE
«L’escamotage degli accorpamenti – commenta il segretario organizzativo di Uil Fpl di Roma e provincia, Paolo Dominici – non risolve il problema del sovraccarico di lavoro. Sta ormai diventando un malcostume estivo che sottopone il personale sanitario a uno stress non indifferente, ma è l’unica soluzione se non si ricorre a nuove assunzioni: una necessità ormai inderogabile». Dominici racconta che nei periodi estivi «il personale in servizio è ridotto all’osso» e così succede «spesso che i lavoratori entrino in servizio anche se sono malati perché non vogliono scaricare sulle spalle dei colleghi i loro turni». Diversa, aggiunge, la situazione all’ospedale San Giovanni: «Il piano di accorpamento è stato bloccato dalla direzione ma non sappiamo neanche il motivo. Questa situazione sta determinando non poche difficoltà e un buco nell’organico». Non è contrario a priori agli accorpamenti estivi invece il coordinatore della segreteria della Funzione pubblica Cgil di Roma e Lazio, Gianni Nigro, «purché ci sia negli ospedali un piano organico che metta a riparo dalle casualità che creano difficoltà e disagi a cittadini e personale».
(Fonte Il Messaggero – a cura di Chiara Acampora)