Nell’ambito della nostra inchiesta sull’economia sociale ci soffermiamo oggi su una realtà del sud: il Centro diurno Pierino Tricarico. Ass. Raggio di Sole di Acri, in provincia di Cosenza. Abbiamo intervistato al riguardo la coordinatrice, dottoressa Fabiola Ammirata che tra i suoi vari incarichi è anche Presidente dell’Associazione dei Pedagogisti ed Educatori calabresi. Il ritratto che ne esce è quello di una realtà di alta professionalità e forti valori umani dove centrale non solo è la competenza ma anche l’empatia. In un territorio come quello calabrese, dove abbonda il capitale umano ma i giovani sono spesso costretti soprattutto negli ultimi decenni ad una crescente emigrazione, riteniamo opportuno evidenziare un esempio di buona “economia” nel senso più alto del termine ovvero di “ legge della casa” alternativa su cui è giusto riflettere per comprendere in tempi confusi ciò da cui è opportuno ripartire.
- Dottoressa Ammirata ci illustra il Centro diurno Pierino Tricarico. Ass. Raggio di Sole? Di cosa si tratta? L’ Associazione Raggio di Sole è nata nel 2004 per volontà di un gruppo di genitori con figli disabili. Opera sul territorio del comune di Acri (CS), lo scopo è quello di promuovere una rete integrata di servizi in sinergia con le istituzioni. Dal 2017 l’associazione gestisce un centro diurno socio-educativo semiresidenziale e struttura attività finalizzate alle autonomie personali e sociali. Si propone di sviluppare buone pratiche inclusive attraverso laboratori itineranti in concerto con l’amministrazione comunale e altre realtà istituzionali presenti sul territorio da molto tempo. In particolar modo con il S.A.I SISTEMA DI ACCOGLIENZA E INTEGRAZIONE sono stati realizzati due murales inclusivi e uno in itinere sul tema del “Risorgimento”.
2) Molto importante per una realtà come la vostra è il rapporto con le famiglie. Può spiegarci come si struttura?
Il rapporto con i genitori e altre figure di riferimento familiari è senza alcun dubbio basato sull’empatia. Affidare per più ore un figlio o un fratello con disabilità implica un atteggiamento di fiducia che è stato consolidato nel tempo. Nel centro diurno sono strutturate riunioni di gruppo con i familiari per esprimere in modo generalizzato la propria opinione e partecipare in modo attivo alle proposte presentate o eventualmente da presentare. Invece i colloqui individuali hanno la funzione di discutere sugli strumenti utilizzati e sulle strategie da effettuare in coerenza con la famiglia. Gli interventi educativi sono orientati verso un approccio non medicalizzante, incentrati sulla persona e non sulla sua patologia.
3) Quanti sono gli ospiti del centro e quante le persone che vi lavorano? Quanto è importante il rapporto umano che si crea tra ospiti, famiglie e il vostro staff ?
I frequentanti sono 14. Hanno un’età compresa tra i 18 e i 65 anni. Lavorano nel centro diurno cinque operatori. Con le famiglie esiste un rapporto di alleanza che va aldilà delle convenzioni e delle asettiche formalità, pur mantenendo rispetto dei ruoli, il clima è accogliente e familiare. Un ringraziamento in particolare va alle famiglie, alla fiducia riposta nel equipe al rappresentante legale dell’associazione Raggio di Sole, il presidente Valentino Coschignano, e alla vicepresidente Rosaura Ferraro, che in forma volontaria investono ogni giorno tempo ed energie.
4) Spesso quando si parla di organizzazioni del terzo settore si tende a sottovalutare l’importanza dei professionisti che lo compongono. In un centro come il vostro che figure lavorative occorrono?
Nel nostro centro le figure presenti sono: due operatori socio-sanitari, due educatrici socio-pedagogiche e una coordinatrice/ pedagogista. E’ importante sottolineare la formazione universitaria con l’acquisizione della laurea in scienze dell’educazione per diventare Educatore socio-pedagogico. L’ equipe si avvale di una programmazione settimanale con le varie attività di laboratorio che vengono stilate sia in base ai profili funzionali sia grazie all’ osservazione sistemica raccolta nei “diari di bordo”. I laboratori sono condotti dalle due educatrici: la dott.ssa Dora Capalbo e la dott.ssa Domenica De Rosa. Fondamentale poi è il supporto degli operatori socio-sanitari, professionisti importanti per il lavoro variegato che offrono: Stefania Chimento e Paolo Algieri sono indispensabili per l’esecuzione delle attività di laboratorio soprattutto per le persone con disabilità complesse.
5) Ci racconta la sua storia professionale? Come è venuta a contatto con questa realtà?
La mia storia professionale nasce in un centro di aggregazione sociale, come operatrice per la prevenzione alla tossicodipendenza, questa esperienza è continuata per 14 anni circa. Ho gestito come coordinatrice un micro nido per circa due anni, ho lavorato come Educatrice socio-pedagogica nelle scuole secondarie di primo grado e da circa tre anni seguo presso il Liceo Classico Vincenzo Julia di Acri un ragazzo con disturbo dello spettro autistico oltre a lavorare sulla strutturazione di laboratori inclusivi. Mi occupo di progettazione sociale. Pochi anni fa abbiamo realizzato un progetto sul disagio e sulla prevenzione alla tossicodipendenza per l’amministrazione comunale di Cosenza, insieme alla psicologa Natalia Altomari. Da questa esperienza è nato il libro “TEENCONTRO”, grazie anche all’ importante contributo di altri componenti dell’Associazione Cepedù e dell’ operatore S.A.I ( sistema accoglienza e integrazione) Angelo Sposato . Sono anche pedagogista, ho uno studio privato e mi occupo di formazione e consulenza pedagogica. Come presidentessa dell’associazione di pedagogisti ed educatori calabresi, dal 2016 collaboro con l’Università della Calabria attraverso un ciclo di numerosi seminari professionalizzanti per le facoltà di Scienze dell’educazione e Scienze della formazione. L’incontro con l’associazione Raggio di Sole è avvenuto durante una manifestazione di volontariato dell’Associazione Cepedù svoltasi ad Acri. Dal 2016 lavoro nell’associazione come educatrice e da un po’ di anni sono la coordinatrice pedagogica del centro.
6) So che il vostro ultimo progetto di integrazione si chiama “ Progetto Vita”. Di cosa si tratta?
E’ un progetto che cerca di rispodnere alla legge quadro n. 328/00(legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali) contempla l’integrazione sociale, lavorativa e familiare delle persone con disabilità, attraverso un progetto individuale elaborando processi di interventi finalizzati ai bisogni e ai desideri del richiedente.Il comune deve predisporre insieme all’equipè multidisciplinare gli interventi sociali- assistenziali e educativi tenendo conto delle potenzialità da consolidare e da sviluppare. La convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità proprio nell’art 19 declama: “La vita indipendente e l’inclusione sociale. I servizi e le strutture sociali destinate a tutta la popolazione siano messe a disposizione su base di uguaglianza con gli altri, delle persone con disabilità e siano adatte ai loro bisogni”. Speriamo che questo non rimanga un concetto aleatorio ma che venga applicato in tutti gli ambiti pur nella sua forma articolata. Preservare la dignità intrinseca della persona con disabilità anche complesse è un diritto, ricordiamolo!. Mi sembra importante sottolineare che per ciò che concerne il Terzo settore, sulla Gazzetta Ufficiale è stata pubblicata la legge n. 227 del 22 Dicembre 2021 per il riordinamento in ambito disabilità, nella riforma “Inclusione e coesione” infrastrutture sociali, comunità e terzo settore del Piano di Ripresa e Resilienza. Questa riforma contiene l’approvazione di una legge di delegazione che riguarda tutte le persone con disabilità, avente come finalità il PROGETTO DI VITA INDIVIDUALIZZATO E PARTECIPATO, in modo tale da permettere alle persone con disabilità di decidere della propria vita tenendo conto dei propri desideri per concretizzare una reale inclusione sociale.
7) Un tema che le è particolarmente caro, grazie anche alla sua formazione pedagogica, è “la semantica inclusiva”. Può spiegarci cosa intende con questa espressione?
Quando si parla di semantica inclusiva bisogna tenere conto dei fenomeni che si insinuano nella nostra quotidianità, come “l’abilismo”, un nodoso e intricato atteggiamento che distanzia con comportamenti discriminatori e infonde una cultura di esclusione. Il linguaggio è tra le forme di comunicazione più immediato, le parole hanno un costrutto di significato che unisce o allontana. Certe affermazioni letterali con definizioni poco edificanti limitano i rapporti interpersonali creando barriere insormontabili. Questo discorso vale non solo per la disabilità, la neurodiversità ma anche per le differenze di genere.
8) Un altro punto importante per le realtà del terzo settore è il rapporto con le istituzioni. Come è la situazione sul vostro territorio?
Per il welfare calabrese nel Regolamento 22 dell’art.23 con l’affidamento dei servizi agli enti del terzo settore si è avviata una sperimentazione di co-progettazione che colloca i comuni e gli organismi del terzo settore in un profilo di amministrazione condivisa per la concretizzazione del principio di sussidarietà. La Calabria inizia ad utilizzare questa “officina” di buone pratiche con l’intento di divulgarle all’intero paese ma i cavilli burocratici e la pandemia di questi due anni hanno rallentato questa sperimentazione. Per l’Associazione il comune di Acri nel 2014 ha messo a disposizione in comodato d’uso un immobile, in seguito sono stati avviati lavori di adeguamento per la realizzazione del progetto socio-educativo. Il centro diurno attualmente percepisce dei voucher che vengono erogati a favore di persone in condizione di non autosufficienza ed è autorizzato dalla Regione Calabria ad accogliere 14 ospiti.
9) Cosa pensa sia importante realizzare nel prossimo futuro per migliorare la vostra realtà?
L’equipe si avvale di strumenti innovativi come le scale S.I.S e la pianificazione attraverso gli otto domini per la qualità di vita (le matrici). Si spera intanto in una metamorfosi culturale, la volontà di costruire prospettive inclusive con il riconoscimento dell’altro attraverso una forma di comunicazione reale, innestando possibilità che coinvolgano persone con e senza disabilità. Il centro è finalizzato a costruire rapporti sinergici con le istituzioni e gli enti privati presenti sul territorio, a creare percorsi di tirocini formativi che permettano alla persona con disabilità di impegnarsi in attività lavorative appropriate e adeguate alle proprie potenzialità. La speranza è quella di intrecciare percorsi di condivisione anche con i dipartimenti di ricerca delle Università con il sogno di annoverare nella regione Calabria, Acri, come “Città Inclusiva”.
Indirizzo Facebook del Centro diurno Pierino Tricarico- Ass. Raggio di Sole di Acri ( CS): https://www.facebook.com/Centro-diurno-Pierino-Tricarico-Associazione-Raggio-di-Sole-103059102042004/
( IQ ringrazia per la collaborazione la dott.ssa Dora Capalbo )