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Violenza contro le donne: in che stato viviamo?

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Riceviamo e pubblichiamo
Numerose sono le morti di donne e non solo, che si susseguono a ritmo allarmante, le donne vengono uccise da chi professa loro di amarle, soprattutto nel momento in cui decidono di sfuggire a quella che è una vita costellata di violenze fisiche, psicologiche e di tanti soprusi.
Tanti sono i centri antiviolenza, le associazioni femminili, che da decenni si impegnano nel contrasto e nella prevenzione della violenza di genere.
Una violenza che si manifesta in maniera trasversale e subdola, e per tale ragione, ancora più difficile da eliminare, violenza che, ancora troppo frequentemente prende forma e si trasforma repentinamente  in femminicidio, un  atto di estrema sopraffazione sulla donna che vuole sottrarsi alla “relazione senza amore”.
Perché molte donne muoiono ancora a causa della violenza domestica? Dall’inizio del 2021 sono undici le donne vittime di femminicidio, alcune di loro sono morte per mano di mariti, compagni o ex, ed ecco i nomi: Sharon Barni, Victoria Osagie, Roberta Siragusa, Teodora Casasanta, Sonia Di Maggio, Piera Napoli, Luljeta Heshta, Lidia Peschechera. I nomi  vanno ricordati ogni giorno e non solo va ricordata la violenza contro le donne, ma ogni forma di schiavitù, soprattutto quella che lega le menti, da cui bisogna liberarsene chiedendo aiuto alle autorità in primis e successivamente ai professionisti.
A seguito dell’ emergenza COVID-19, vi è stato un incremento delle denunce di violenza domestica in tutto il mondo, la cosiddetta “pandemia ombra”, tipica di questi forzati lockdown, il cui  augurio è che possa tornare la luce, la pace e la serenità dei cuori.

*Matteo Spagnuolo

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