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Zago in un “Ocean” di emozioni

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di Matteo Spagnuolo

Da un artista come Emanuele Zago, con anni di vita artistica è bene attendersi un sound ben definito e raffinato, e nel suo ultimo singolo “Ocean” mantiene  le aspettative. La base sonora si può ricercare in un immenso Omar Pedrini, in un hard rock alla Bon Jovi, un’atmosfera a tratti in linea con i gruppi glam metal degli ultimi anni.

Un’ energia unica ed impareggiabile, che trasuda dagli assoli. la cui vocalità non sfigura il country rock di Emanuele.

Tutto sempre con gusto ed equilibrio , al fine di mantenere l’evidente personalità ed originalità di sound, tipiche della sua  band “BRock”, alla ribalta sui palconescenici viterbesi.

L’utilizzo di sonorità esterofile  e composizioni ariose, un vero “space rock”, che  disegna immagini mentali, spesso paesaggistiche,  piacevolmente eteree nell’ascoltatore, degne di lode e beneplacito per chi possiede un animo “country rock”.

Tra le memorabili melodie delle chitarre di Zago , vi è una sezione ritmica, formata da chitarre e ukulele, da cui escono vibrazioni di piacevole ascolto, di adattamento hawaiano, che mettono in risalto il suo  pezzo.

Un arrangiamento fine e delicato, il cui disco è stato autoprodotto dall’artista, registrato con una telecamera Sony HDRMV1, dove una scelta  creativa della batteria, del pianoforte e del basso fanno da sfondo al testo sensoriale di Zago.

“Ocean” è un brano ricco di passione, ardore e malinconia, che si erge sul piedistallo della introspezione , dell’Ego che definisce l’esistenza umana.

A  fare da collante e a dare ancora più importanza al brano di Zago, grazie ad un piglio talvolta istrionico e leggermente teatrale,  è il testo  criptico ed  originale, pensato per ogni appassionato di musica: una musca che arriva con il suo linguaggio melodico ed arioso.

Il disco dell’album riesce a confermarsi sul podio degli ascolti, riconoscibile a prima vista, in grado di presentare  spunti interessanti,  che danno un tocco particolare alla canzone; in particolare, oltre alla frase caratterizzante ”Just lie me dive”, a spiccare è il richiamo al superamento del dolore, alla convivenza con lo stesso, coperto da rocce e acqua ( raffigurazioni della mente che scruta e che conosce).

Il testo dal gusto country è  decisamente maestoso e vincente, una vera  proposta musicale, ben dettagliata e ben caratterizzata,  che perderebbe però di efficacia ,se non fosse sostenuta  da una voce scura e profonda,  all’altezza di una musicalità non facile, non alla portata di tutti, ed anche in questo Zago ha dimostrato molta attenzione, richiedendo  l’attenzione di un pubblico, scevro da ogni condizionamento, ma pronto a dare  spazio ad una vocalità con influenze anglofone, ai servigi  di chi vive di musica.

Inoltre, riesce a dare il giusto spazio a tutti gli strumenti, e a bilanciare i vari strati che compongono ogni fase delle tracce dei suo testi, in modo particolare nel suo ultimo inedito Ocean.

Presentare Zago  è un’operazione di facile impatto emotivo, al servizio della musica, senza lasciare che l’aspetto intellettuale della sua vena artistica disfasse l’aspetto meramente sonoro, il quale rimane in ogni momento accessibile e memorabile.

La scelta del cantato in inglese, non limita l’appeal internazionale ed esterofilo, anzi dona all’artista forza  e carattere, due pilastri interessanti per salire sulle vette della scena italiana del genere.

Le carte in regola per il successo ci sono tutte, sta alla musica (ed alla Dea Fortuna) decidere come giocarle.

Non serve preparare la valigia: sarà il futuro ad essere il messaggero del country di Emanuele Zago.

 

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